Ucraina: ci siamo auto-sanzionati?
In questo Post, racconteremo in modo sintetico quello che i gestori di Recce’d fanno in questi ultimi giorni, giornate di 20 ore nelle quali la volatilità dei mercati finanziari ha raggiunto livelli estremi.
Nel Post, potete leggere alcune delle cose che facciamo, quotidianamente, per garantire ai nostri Clienti di non provare la paura che proprio in questi giorni colpisce la grandissima parte degli investitori italiani, ed al tempo stesso garantire ai nostri Clienti prospettive di guadagno, per i prossimi mesi, non inferiori alle nostre performances degli ultimi anni, e probabilmente anche superiori, senza doversi assumere il rischio di “un crollo dei mercati”, a differenza di ciò che hanno fatti le Reti di vendita ed i promotori finanziari nei confronti della maggioranza degli investitori, in Italia e nel Mondo.
Il nostro lavoro quotidiano è organizzato come un processo, che qui di seguito tratteggiamo per i lettori del Blog.
La prima cosa che noi facciamo, per i nostri Clienti, è quella di selezionare le informazioni: molte delle informazioni che i media ci trasmettono sono superflue, inutili, puntano ad alimentare l’emotività dei telespettatori oppure a fare un click in più sul sito.
Una volta selezionate le informazioni, inizia il nostro quotidiano lavoro di analisi: che da un lato utilizza le informazioni di cui abbiamo appena detto (ripulite, selezionate e prioritizzate) e dall’altro utilizza le reazioni immediate dei mercati. Reazioni che, nella loro gran parte in periodi come questo, non significano assolutamente nulla, se prese a sé stante.
Proprio per questo, per la estrema volatilità legata alla emotività, per noi è importante fare riferimento, giorno dopo giorno dopo giorno, alla nostra strategia di investimento, che in una piccola parte abbiamo illustrato anche ai lettori del nostro Blog.
La nostra strategia era stata definita ed elaborata mesi e mesi fa: quando ancora in Ucraina non era scoppiata la guerra, ma quando ancora poteva essere utile tenere conto di fattori di rischio (prevedibili, ed anche del tutto imprevedibili).
Per questo, oggi, la nostra strategia di investimento funziona, e moltissime altre falliscono: falliscono tutte le strategie di investimento basate sul “tutto andrà sempre bene in futuro, perché le Banche Centrali ci copriranno sempre le spalle”. Le cose non funzionano in quel modo, e mai funzioneranno in quel modo in futuro.
Detto della strategia, c’è poi anche la tattica: i temi di mercato di più breve termine. Quelli che tutti vedono, e quelli che invece pochissimi mettono in evidenza. Che sono invece, sempre, quelli che avranno una maggiore influenza sul futuro di rendimenti e rischi.
In questo preciso momento, in modo particolare, la nostra attenzione è rivolta alle MODALITA’ di funzionamento dei mercati finanziari in Occidente.
Tutti voi, amici lettori, siete distratti dalle oscillazioni dei maggiori indici di borsa, sui quali si dilungano i TG ed i quotidiani. Tutti voi siete, ormai, abituati a leggere titoli del tipo “Le Borse recuperano perché è in vista una tregua” oppure “Le Borse crollano perché aumentano i bombardamenti”.
Non fatevi distrarre. Non sprecate il vostro tempo. Le oscillazioni degli indici di Borsa, in settimane come queste significano NULLA se prese di per sé, alla lettera.
Per essere più chiari: non è vero (per nulla) che gli indici rimbalzano “perché c’è ottimismo sulla guerra” e viceversa.
In un mercato come quello di queste settimane, la guerra fa soltanto da sfondo. Non dovete immaginarvi grandi (solo per dimensioni) investitori, come i Fondi Comuni, che il martedì vendono tutto e poi il giovedì ricomprano tutto.
Questi grandi Fondi, in realtà, stanno fermi: imbambolati ed impotenti di fronte al Mondo che cambia.
Ciò che davvero conta, in mercati come questi, è solo la sistemazione delle singole individuali vicende.
Soltanto chi è poco attento, poco informato, oppure molto ingenuo, può immaginare che le sanzioni introdotte per colpire l’economia della Russia colpiscano soltanto Aziende ed individui russi.
Le conseguenze, le ricadute, saranno pesanti anche per molte Aziende, e molti individui, in Occidente.
La Russia, tutti lo sanno, è stato un partner privilegiato per molte Aziende dell’Occidente, negli ultimi 20 anni. I cosiddetti oligarchi, oggi famigerati, hanno accumulato le loro favolose fortune grazie alle Aziende occidentali.
Ed in modo particolare, sfruttando la frenetica opera di intermediazione svolta, a loro favore dalle banche dell’Occidente.
Quello di cui stiamo parlando qui non è il generico problema che trovate sui quotidiani: “quali sono le banche più esposte verso la Russia?”.
Il problema è molto più specifico: ci sono Istituzioni (banche o altro) per le quali l’effetto delle sanzioni contro la Russia mette in discussione la stabilità? A causa di operazioni, e legami, che sono sconosciuti a tutti, e forse persino alle Banche Centrali?
Come tutte le persone che operano sui mercati finanziari da qualche decennio, anche in Recce’d i seniors hanno qualche idea a questo proposito: viene automatico fare alcuni nomi, per chi ha seguito con quotidiana attenzione le vicende dell’economia e della finanza Occidentale negli ultimi decenni, ed in particolare i complessi e ramificati rapporti con la Russia.
Ma noi, in questo Blog, evitiamo sempre ed in modo accurato ogni speculazione, ogni frase che non sia informazione per il lettore bensì un pettegolezzo raccolto in un colloquio, magari alla fine di una riunione.
Immagini e grafici di questo Post servono quindi per riferire al lettore alcuni dati di fatto, e non cercano di indurre il lettore a ricavare conclusioni che, ad oggi, non sarebbero fondate sui fatti.
Allo stesso tempo, non possiamo permetterci di ignorare segnali come questi, comparsi negli ultimi giorni. Il nostro monitoraggio è ovviamente quotidiano, e quotidianamente ne riferiamo ai nostri Clienti, con eventuali implicazioni operative.
Chiudiamo questo Post mettendo in evidenza altri segnali, comparsi nel corso dell’ultima settimana, che Recce’d giudica di gran lunga più importanti, rispetto alle oscillazioni delle Borse delle quali vi parlano i TG.
A prima vista, il tema dello “spread FRA/OIS” potrebbe apparire un tecnicismo superfluo in momenti di massima tensione emotiva sui mercati.
Al contrario, questo indicatore ci racconta che cosa sta cambiando nel sottosuolo dei mercati finanziari: ovvero, nei rapporti tra le istituzioni finanziarie.
Per semplificare, potremmo di dire che quello che vedete qui sotto, nel grafico, è il prezzo che viene pagato da una Istituzione finanziaria ad una altra Istituzione finanziaria, quando la seconda chiede denaro in prestito alla prima. Un indicatore, cruciale, di fiducia.
L’allargamento di questo spread quindi ci racconta che la fiducia tra banca e banca sta rapidamente diminuendo: ed è nostro compito chiederci se ci sono informazioni, tra gli operatori, che il pubblico ancora non conosce.
Il tema richiede spazio e dettaglio e tempo: che per questo Post purtroppo non abbiamo.
Riprenderemo questo specifico argomento, durante la prossima settimana, nella Sezione Operatività del nostro The Morning Brief.