Non cercate il futuro nello specchietto retrovisore

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Come accade ogni anno, anche nel 2021 i mercati finanziari internazionali si sono trovati, a due soli mesi dall’inizio dell’anno, ad affrontare uno scenario che, solo due mesi prima, sia le grandi banche internazionali, sia le Reti di vendita (promotori, private bankers e wealth managers) non avevano minimamente preso in considerazione.

Come ogni anno precedente, anche nel 2021 tutto avrebbe dovuto filare via liscio come l’olio, senza intoppi e verso traguardi posti sempre più in alto.

In questo 2021, lo abbiamo già detto, si sono verificati (nuovamente) episodi e fatti che nessuno aveva neppure immaginato (dall’irruzione al Congresso USA all’episodio Gametop al rialzo generalizzato dei rendimenti delle obbligazioni (ribasso dei prezzi delle obbligazioni stesse)

L’imbarazzo è generale, la difficoltà a spiegare è evidente, l’impossibilità di confermare lo scenario di due mesi fa è già nei fatti.

L’imbarazzo risulta tanto più evidente rileggendo le parole pronunciate in conferenza stampa tre giorni fa dal capo della Federal Reserve, Jerome Powell: e la reazione dei mercati, nelle ultime 48 ore, lo conferma.

La tensione che tutti avete visto salire sui mercati è spiegata dal fatto che numerose domande, della massima importanza, ad oggi restano senza una risposta. Ne elenchiamo alcune.

  1. la Federal Reserve ha acquistato 4000 miliardi di Titoli di Stato solo nel 2020: come può avere perso il controllo dei rendimenti?

  2. la Federal Reserve ha promesso di acquistare altri 1000 miliardi di Titoli di Stato nel 2021, ed anche per tutti gli anni seguenti: perché allora salgono i tassi?

  3. la Federal Reserve ha rivisto al rialzo la crescita del PIL degli Stati Uniti, portando la propria previsione al 6,2%: un dato clamoroso, da boom economico; perché allora, nella medesima conferenza stampa, Powell dice che “l’economia americana è ben lontana dal raggiungere livelli per noi soddisfacenti”? Perché Powell dice che “sarà necessario mantenere almeno per tre anni condizioni estreme della nostra politica monetaria, a supporto dell’economia”?

In questo post, Recce’d analizza quest’ultimo punto, mentre in un altro Post di oggi prenderemo in esame le prime due domande.

Nel loro insieme, queste tre domande costituiscono la chiave per effettuare scelte azzeccate, sia nel presente sia nel futuro, per i vostri investimenti.

Toccano ogni parte del vostro portafoglio titoli: anche quelle che, a prima vista, non sembrano collegate a questi temi.

Il nostro suggerimento operativo urgente è quello di mettere da parte subito gli altri temi, quelli che erano fino ad un mese fa “di moda”, e di concentrare tutta la vostra attenzione sulle nostre tre domande.

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Se tra i nostri lettori c’è qualcuno che non ha ben compreso che cosa sta succedendo, noi con la nostra analisi e con il nostro lavoro di selezione oggi mettiamo a disposizione una serie di elementi di informazione, che possono aiutarli a comprendere meglio che cosa sta capitando intorno a loro ed anche nei loro portafogli di titoli (e Fondi Comuni).

Ovviamente, la situazione è complessa, e richiede da parte del lettore anche qualche sforzo. La risposta che chiarisce non è a portata di mano, non è semplice, non si può riassumere in due parole, non è intuitiva.

Il che metterà in enorme difficoltà tutti i più recenti iscritti alla piattaforma Robinhood.

In particolare, molti di quegli investitori, ed alcuni lettori sicuramente si chiederanno perché la Federal Reserve non abbia ancora “spezzato le reni” ai venditori di Titoli di Stato, quelli che fanno risalire in rendimenti.

Immaginiamo che su Reddit, su Robinhood, su Twitter e su Facebook siano in tanti a chiedersi: “Visto che possono stampare tutta la moneta che desiderano, perché non spaccano le ossa ai venditori e si comprano semplicemente tutto ciò che c’è in circolazione?”.

Sono molti, sui mercati finanziari, a domandarsi: “Perché la Fed non è ancora intervenuta?”. La risposta richiederebbe una analisi di dettaglio, che Recce’d sta preparando ma che verrà messa a disposizione soltanto dei nostri Clienti.

Come concreto, e qualificato, aiuto ai nostri lettori del Blog, noi suggeriamo di leggere le frasi evidenziate nell’immagine qui sopra. Si tratta di un estratto dell’articolo pubblicato venerdì 19 marzo 2021 dal Financial Times, a commento della riunione della Banca Centrale del Giappone.

Nell’immagine vi viene detto che:

  • la Banca del Giappone venerdì 19 marzo 2021 ha fatto un passo indietro, correggendo il proprio atteggiamento , che rimane ultra-espansivo ma MENO di prima

  • questo perché la Banca del Giappone non crede più nell’efficacia di una politica monetaria ultra-ultra-espansiva

  • lascerà per questo oscillare in un intervallo più ampio i rendimenti delle obbligazioni, moderando la sua politica YCC di controllo della curva dei rendimenti

  • inoltre la Banca del Giappone ridurrà i suoi acquisti di azioni attraverso gli ETF (comperando soltanto nelle fasi di ribasso dei mercati

Recce’d giudica queste decisioni di grandissima importanza. Perché?

Perché risponde alla domanda che oggi si fanno: “perché la Fed esita?”

E poi perché moltissimi, sia sui mercati sia nella politica, hanno preso la palla al balzo dell’epidemia COVID-19 per spingere le Banche Centrali ad adottare un atteggiamento ultra-ultra-espansivo. Alla giapponese, acquistando anche azioni.

La Banca del Giappone ha appena fatto marcia indietro. E nella medesima settimana, la Fed cade in imbarazzo, e non sa che cosa fare.

E i tassi salgono allo 1,75%.

A voi, come hanno spiegato il fatto che la Federal Reserve non è ancora intervenuta? vi hanno forse detto che “i rendimenti delle obbligazioni salgono per le giuste ragioni”? Ma se è così, perché allora sono tutti preoccupatissimi?

Confrontatevi, su questo argomento, con il vostro “consulente”, con il vostro wealth manager”, con il vostro family banker, con il vostro promotore finanziario.

Vedete un po’ lui che cosa ne pensa, ammesso che conosca l’argomento.

Sotto, potete leggere per intero l’articolo del Financial Times a commento della riunione della Bank of Japan.


The Bank of Japan has scrapped its pledge to buy an average of ¥6tn a year in equities as the central bank edged away from aggressive monetary stimulus in favour of a more “sustainable” policy. Publishing the results of a long-awaited review on Friday, the BoJ said it would allow more fluctuation in 10-year bond yields and launched a scheme to subsidise bank profits so they did not suffer from negative interest rates.

Although the changes are largely cosmetic, they suggest Japan’s central bank has lost faith in the massive monetary stimulus it launched eight years ago and is now focused on mitigating its side-effects rather than pushing to reach a 2 per cent inflation target. The BoJ will continue to buy equities up to a maximum of ¥12tn ($110bn) a year. But under the new policy the central bank will intervene when the market falls rather than steadily increasing its holdings as a way to spur investment and stimulate economic activity.

“It is important to strike an appropriate balance between maintaining market functioning and controlling interest rates by allowing interest rates to fluctuate to a certain degree,” said the BoJ in its policy statement. “The effects of [equity] purchases tend to be greater the higher the instability in financial markets,” it said. “This suggests that large-scale purchases during times of heightened market instability are effective.”

The central bank kept overnight interest rates on hold at -0.1 per cent. It will continue to peg 10-year bond yields at “around zero” but they will be allowed to fluctuate by plus or minus 0.25 per cent, instead of the previous 0.2 per cent. The BoJ’s policy board voted for the decision by a majority of 8-1. Board member Goushi Kataoka dissented in favour of more stimulus.

To persuade markets that it still has the means to respond to an economic downturn, the BoJ tried to make the option of future interest rate cuts more credible by launching a scheme to pay banks bonus interest on their reserve balances.

For example, if it cut interest rates to minus 0.2 per cent, the BoJ might give banks a rebate equivalent to positive 0.2 per cent interest on part of the balances they hold at the central bank. “Market participants who are not expecting short and long-term interest rate cuts as an option for additional easing tend to point to the impact on the functioning of financial intermediation,” said the BoJ. It said the new scheme would let it offset that impact and cut rates “nimbly”.

The review marks the latest iteration of the massive stimulus programme launched in April 2013 after then prime minister Shinzo Abe appointed Haruhiko Kuroda as governor of the central bank.

Initially, the BoJ pledged to buy ¥50tn of government bonds every year, a figure it increased to ¥80tn the following year. In 2016, it switched from purchasing a set amount of bonds and instead promised to buy as much as needed to keep 10-year bond yields “around zero”. Despite the unprecedented scale of the monetary stimulus, Japan struggled to reignite inflation — especially after the government raised consumption tax in 2014 and 2019.

Japan has dipped back into deflation, with headline prices down by 0.4 per cent in January compared with a year ago. After eight years of monetary stimulus, the BoJ’s balance sheet has swollen to 135 per cent of Japan’s gross domestic product, while the central bank has come to own about 7 per cent of the Japanese equity market. Although Japan recorded faster growth and reduced budget deficits under the Abe administration, critics said the BoJ had distorted financial markets, especially after it adopted a negative interest rate in January 2016.

In its review, the BoJ found its overall policy had been effective in pushing up economic activity and prices through a decline in interest rates. It said it was therefore appropriate to continue with yield curve control.

Mercati oggiValter Buffo