L'Italia quest'anno ha vinto 100 metri ed Europei: cosa vincerà nel 2022?

 

In tutto il Mondo, si utilizza l’immagine del calciatore Giorgio Chiellini che trattiene per la maglietta il giocatore dell’Inghilterra Saka al limite dell’area nel match di Finale dei Campionati Europei 2020, che si sono giocati nel 2021 per le cause a tutti voi ben note.

Ovvio che l’immagine ha fatto il giro del Mondo soprattutto perché lascia spazio al dubbio: questa trattenuta è da considerarsi dentro l’area di rigore, oppure fuori dall’area di rigore?

Non è certo il calcio il nostro argomento per questo Post. Ma c’entra l’Italia.

Non in quanto squadra nazionale di calcio: in quanto Paese, e sistema economico.

Siamo del parere che nel 2022 l’Italia verrà ad occupare spesso le prime pagine: e non sui quotidiani italiani, bensì soprattutto sui quotidiani esteri, dall’Asia all’America.

Nel frattempo, portiamo alla vostra attenzione il fatto che proprio sui quotidiani italiani sono apparse notizie come quella che potete leggere qui sotto.

Ma soprattutto, portiamo alla vostra attenzione un generale cambiamento di tono: in particolare, al proposito del Governo attualmente in carica, il Governo Draghi,.

Chi di voi ha maggiore memoria ricorderà che per l’intera primavera e nel corso dell’estate 2021 il Governo Draghi ha goduto di un unanimismo mai registrato prima: tutti i quotidiani nazionali a maggiore diffusione si schierarono a favore di Draghi.

Non solo: i quotidiani più diffusi in Italia, ovvero il Corriere della Sera e La Repubblica, insistettero per mesi su una immagine idealizzata, presentando Draghi come “il solo uomo che può salvare il Paese” ed anche come “l’uomo che risolve tutto ed ogni problema”.

Ovviamente, letto tutto quanto, noi in Recce’d ci siamo fatti convincere, del fatto che “Draghi non sbaglia mai, e non può sbagliare”.

Immaginatevi quindi il nostro stupore quando abbiamo letto il titolo che avete visto più in alto. "Draghi ha sbagliato”: che coraggio, scrivere una cosa del genere!!!

Frase che per di più stava su La Repubblica, il quotidiano del gruppo GEDI (Agnelli) che più di ogni altro si è schierato, con entusiasmo a volte fino al limite del fanatismo, a supporto di Draghi.

Dunque, da La Repubblica leggiamo che Draghi, almeno secondo alcuni “ha sbagliato”, e questo è già di per sé clamoroso (il titolo più in alto).

Ma poi leggiamo pure che, adesso, Draghi … non sappiamo bene dove piazzarlo da qui in avanti (il titolo che leggete proprio qui sopra.

A noi di Recce’d tutto questo sembra un segnale. Un segnale molto forte.

Un segnale di cosa? Del ritorno verso la normalità.

A noi fanno francamente sorridere le varie forme di idolatria, l’idealizzazione di un personaggio, la vendita a mezzo stampa delle figure che “risolvono tutto”.

Draghi era il meglio che c’era? Forse sì.

Era indispensabile? Sicuramente no, l’Italia ha sempre trovato una sua via di uscita, anche quando al Governo c’erano altri nomi, che non stiamo ad elencare … per carità di patria.

Draghi ha “risolto tutto”? Sicuramente no. Il giudizio di Recce’d è, al contrario, che Draghi ha fatto … ciò che era possibile fare, come fece quasi ogni suo predecessore nell’Italia della Repubblica. Il che significa: molto poco.

Di questo parere, nelle ultime settimane, sembrano essere alcuni operatori dei mercati finanziari.

Siamo certi che, immersi nel gioioso spirito del Natale, pochi di voi hanno dato peso, e spazio, alla notizia di cui leggete qui sopra.

Ve la segnaliamo perché, al contrario, in Recce’d noi abbiamo dato molto spazio, e dedicato molto tempo, alle notizie di questo Post e in particolare proprio a quella che leggete qui sopra.

Si tratta di una notizia rilevante, per la gestione del vostro denaro, e dei vostri investimenti, nel 2022.

Per i portafogli modello, abbiamo già fatto, ed altre mosse faremo a breve (forse anche nella settimana finale del 2021).

Il nostro suggerimento ai lettori è di seguire con attenzione i “cambiamenti di umore della stampa in Italia”, perché spesso anticipano processi politici che sono già stati avviati “nelle segrete stanze” (sempre ammesso che esistono) oppure magari all’Autogrill parlando con uomini dei Servizi Segreti la vigilia di Natale, come è stato documentato.

Tra i “cambiamenti di umore” più notevoli, vi abbiamo già scritto di quello di la Repubblica. Un “cambiamento di umore” autorevolmente testimoniato, e proprio a Natale, da un saggio articolo a firma Carlo Bastasin.

A che cosa vi serve leggere questo articolo che riportiamo per intero qui di seguito?

A riflettere. A riflettere sui vostri BTp, ma soprattutto sui vostri Fondi Comuni obbligazionari. Italiani, ed anche internazionali. Bastasin illustra in modo efficace ciò che “dovrebbe essere fatto”: se ci riflettete con attenzione, vi renderete conto con facilità di quanto sono elevate le probabilità che “ciò che deve essere fatto” venga poi fatto.

Poi, non venite a raccontarci che non ve lo avevamo detto …

Con il 2021 finiscono gli anni dell’indulgenza. Il biennio cioè in cui in Europa era possibile commettere errori politici senza portarne immediate conseguenze economiche.

Dal 2020, la politica monetaria molto concessiva della Bce, gli acquisti di titoli e i fondi europei sono venuti a soccorso di tutti e sono stati prevalenti rispetto a ogni scelta nazionale. Questa sospensione della realtà si chiuderà nei prossimi mesi, quando torneremo probabilmente ad affiancare ai tragici numeri quotidiani della pandemia quelli più prosaici dello spread.

L’Italia nel 2021 ha dimostrato di disporre ancora di energie e di una sua istintiva elasticità.

Non è purtroppo una garanzia sufficiente e ci sono vari eventi che possono accelerare in Italia l’uscita dal periodo della benevolenza. Una svolta elettorale che consegni il governo a partiti euroscettici; un cattivo impiego delle risorse europee che faccia rivedere al ribasso l’impatto di lungo termine sulla crescita dell’economia; una sorpresa dal lato dell’inflazione europea che costringa la Bce a inseguire le altre banche centrali nell’aumento del costo del denaro; un evento geopolitico che modifichi le prospettive dell’economia o interrompa le forniture delle catene del valore o, ovviamente, un peggioramento della situazione sanitaria.

L'impatto sull'Italia

Ogni evento negativo ha un impatto speciale sull’Italia a causa del suo alto debito. Nell’ultimo trimestre del 2021, il differenziale dei tassi italiani su quelli tedeschi è già tornato ad allargarsi. Con qualche approssimazione, si può stimare che il fattore principale dietro l’aumento dello spread sia stato il calo della crescita attesa nel mondo.

Sta cioè peggiorando il rapporto tra crescita e tasso d’interesse, quel semplice “indicatore dinamico” che usiamo come sintesi della sostenibilità dei debiti e che vede l’Italia unico grande Paese ad avere tassi d’interesse maggiori della crescita nelle stime del prossimo decennio, secondo il Fondo monetario. In pratica, ogni volta che gli investitori vedono peggiorare la crescita o aumentare i tassi, anche se non solo in Italia, riequilibrano i loro portafogli vendendo i titoli italiani prima di ogni altro.

Infatti, nell’ultimo trimestre del 2021, benché la crescita dell’Italia fosse maggiore di quella tedesca, lo spread è aumentato di 30 punti base. Da marzo finirà inoltre il programma della Bce di acquisto di titoli in risposta all’emergenza pandemica. Si è trattato di un programma che beneficiava l’Italia più degli altri Paesi. La sua integrazione con altri programmi non compenserebbe gli acquisti più che proporzionali di titoli italiani. Il reinvestimento da parte della Bce dei titoli in scadenza (nel 2022-23 stimati in circa 150 miliardi annui) offre uno spiraglio di impiego discrezionale che potrebbe contenere lo spread italiano.

Ma questo vale in teoria. In pratica, la Bce non potrà fare interventi troppo squilibrati a favore dell’Italia senza basi giuridiche solide, cioè senza condizioni eccezionali (un reale rischio di frammentazione dell’euro-area) o senza un programma di assistenza per il Paese beneficiario. Quest’ultimo requisito, tuttavia, non è immaginabile visto che è già in corso il Piano di riforma e resilienza con un dettagliato programma di riforme e verifiche.

Il sostegno politico alla Bce

Il sostegno informale che la Bce riceve dalle autorità politiche in Europa sarà anche rilevante. Il nuovo governo tedesco non farà mancare il supporto in caso di necessità, ma l’opposizione cristiano-democratica ha già manifestato intenzioni bellicose. Gli obiettivi italiani e tedeschi, d’altronde, se si considera il mix delle politiche fiscali e monetarie, non sono esattamente allineati. In Germania si può accettare più larghezza fiscale a fronte di maggiore restrizione monetaria, per l’Italia invece – potendo disporre dei fondi europei – sarebbe meglio il cocktail opposto: tassi d’interesse più bassi e una politica di rientro dei debiti.

Lo scenario del 2022 dovrebbe suscitare considerazioni a Roma in vista sia dell’elezione del Presidente della Repubblica – con ripercussioni per la guida del governo – sia della discussione sulle nuove regole di governance europea.

La futura presidenza della Repubblica deve garantire il vincolo più importante per la stabilità del Paese: l’impegno dei prossimi governi a convergere con gli altri Paesi europei.

Quanto alla prossima discussione sulle norme europee di governance, anziché domandare un allentamento dei vincoli di finanza pubblica, il governo italiano dovrebbe accettare che le regole – almeno quelle non irragionevoli – mantengano la loro credibilità. Dovrebbe inoltre proporre che le verifiche del Pnrr diventino pratica comune del “semestre europeo”. Questo renderà più facile, a una Banca centrale comunque ben disposta, proseguire sia gli acquisti di titoli, sia politiche di basso costo del denaro, giustificati dalla coerenza della politica di bilancio del Paese più critico.

Mercati oggiValter Buffo