2021: la lezione del 1898 di Wicksell
Pubblichiamo oggi, 3 gennaio 2021, cinque nuovi Post, ed altri verranno pubblicati nei giorni prossimi. E’ il nostro modo, attivo e costruttivo, per ringraziare i lettori regolari del nostro Blog, ed augurare in questo modo a tutti loro un 2021 ricco di successo e buoni risultati sui mercati finanziari. Per ragioni che questo Blog ha esposto, in modo qualificato e dettagliato, negli ultimi due mesi, il 2021 sarà probabilmente l’anno più complicato e difficile degli ultimi 12. Ma proprio per questa ragione, sarà carico (ma davvero pieno zeppo) di opportunità di fare bene e quindi di fare performance. Noi, insieme ai nostri Clienti, davvero non vediamo l’ora. Con questi Post di fine anno ed inizio anno diciamo quindi addio al 2020, e benvenuto al 2021. Diciamo inoltre addio al nostro Blog nella forma attuale: il Blog (come abbiamo già annunciato) cambierà formato e natura, e questo sarà solo uno dei tanti sforzi che arriveranno a completamento nel 2021, e che stravolgeranno sia le modalità sia la strategia della comunicazione di Recce’d.
Sommersi ogni mattina, pomeriggio e sera, da un diluvio di dati, una grande maggioranza di investitori dice semplicemente “ci rinuncio” (a capirci qualche cosa) e “andrò ad intuito”, scegliendo così di giocare con il fuoco e mettere a rischio la propria stabilità e serenità finanziaria.
Recce’d non vuole affermare, a questo proposito, che si tratti di un compito facile: districarsi nella giungla (caotica ed aggressiva) dei media oggi è più difficile che mai, ed è ancora più difficile selezionare, tra mille e mille fake news, le poche news che davvero per voi contano e possono aiutare, in modo concreto, nel fare le scelte di investimento.
Molto utile, a questo proposito, è disporre di strumenti adeguati, e non improvvisare. Oggi, ve ne forniamo uno, che è della massima importanza.
Non c’è un’unica teoria dell’economia: ce ne sono diverse, tra di loro in competizione. Questo, secondo alcuni, porta a concludere che le teorie siano sbagliate e siano quindi da lasciare da una parte. Recce’d la pensa nel modo opposto: tutte le teorie sono utili, ed almeno quelle più importanti vanno conosciute sempre PRIMA di fare qualsiasi operazione di investimento. Come minimo, devono essere conosciute da chi svolge, con la pretesa di professionalità, il mestiere di consulente a pagamento verso terze persone.
Oggi vi riportiamo, qui in basso, un recente articolo che riporta all’attenzione dei distratti ciò che fu detto e scritto da Wicksell nel 1898 sul tema del tasso naturale di interesse.
Nel contesto attuale, questa questione è centrale. Non abbiamo timore ad affermare che si tratta della più importante di tutte.
Vi invitiamo ad approfondire: eventualmente, con il nostro aiuto, che noi vi offriamo gratuitamente, se solo avete voglia di contattarci.
Vi invitiamo allo stesso tempo a non mettere da parte gli argomenti di teoria economica: dietro ad ogni scelta (della Federal Reserve, della BCE, dei Ministri del Tesoro, dei Vertici delle Società quotate, e persino delle vostre personali scelte di investimento) c’è sempre, in ogni caso, una interpretazione, una previsione, e quindi una Teoria.
C’è sempre: anche se in molti casi voi, ed il Ministro del Tesoro, e la Federal Reserve, non ve ne siete accorti.
It’s the time of year to look back over the last 12 months, but one strategist reached back to the 19th century to describe what’s going on.
In 1898, Swedish economist Knut Wicksell said equilibrium was only attained if the marginal return on capital is the same as the cost of money, notes Kit Juckes, the London-based head of currency strategy for French bank Société Générale.
Fast-forward a bit, and Juckes points out that the yield on the U.S. 10-year Treasury has averaged 6.2% over the last 50 years. During that time period, nominal gross domestic product growth (real GDP growth plus inflation), also has averaged 6.2%.
That is, of course, a far cry from present conditions, where the 10-year yield can’t break 1%, and the economy has been contracting over the last 12 months. And even over the last decade, 10-year yields have been trailing GDP growth.
Juckes nearly summarizes what has happened. “Central banks spent the 1980s getting inflation under control, but the 1990s saw the emergence of downward pressure on CPI [consumer price index] inflation in particular, from a number of sources: baby boomers entered the labor force, the Soviet Union’s collapse massively boosted Europe’s labor force, China’s entry into the world economy changed supply of a host of goods, technology had a similar effect and for good measure, labor unions became far less powerful,” he writes.
After the 2008-09 financial crisis and during the COVID-19 pandemic, “interest rates are glued to the floor.” But even as inflation is under control, Juckes says it is obvious economies aren’t in equilibrium, as low interest rates have sent “asset prices into orbit. And while that is lovely for those who own assets, it increases inequality, fuels political division between asset-rich and asset-poor, and leaves the Fed hostage to equity markets because they can’t afford to trigger a correction in indices that would send the U.S. economy back into recession. That gives markets far too much power over policy,” he says.
The next rate hike cycle will peak even lower than the last one — the effective Fed funds rate was 2.4% in 2019 — “because equity valuations will make it so.” Juckes says this disequilibrium will leave the global economy fragile and prone to another crisis.