Saliamo insieme sulla giostra
Il tema forte di questa ultima settimana, e delle precedenti, è stata come sapete la Federal Reserve.
Non è stato certamente il 2900 di S&P 500: che è soltanto un riflesso di una situazione più generale.
Il fatto importante è stato invece il movimento dei tassi di interesse e di valute, che ci ha costretti, in quanto gestori di portafoglio, alla massima attenzione, ad uno sforzo di analisi ed approfondimento, e ad un faticoso tentativo di rimettere insieme i pezzi e produrre un quadro coerente.
Lo sforzo obbligatorio: come gestori, non possiamo limitarci a dire “c’è confusione” oppure “non si capisce più nulla”. Siamo chiamati a dare un senso.
Anche se la Federal Reserve, al momento, si è arresa, si limita a dire “staremo a vedere”, e rinuncia alla sua tradizionale conduzione, come un timoniere che abbandona il timone, noi siamo obbligati a dare un senso.
Vi proponiamo, a questo punto, di fare un po’ di esercizio con noi, esaminando una nostra selezione di dati, per poi alla fine provare a dare un senso a ciò che sta accadendo, e ricavarne le indicazioni operative più efficaci per i prossimi 3-6-9 mesi.
Noi di Recce’d, per i nostri Clienti, questo lavoro lo abbiamo già fatto.
Dunque, seguiteci: saliamo insieme sulla giostra.
Se la Borsa USA sale, allora anche i tassi di interesse sui mercati USA ritornano a salire, come ci ricordano qui sotto i due grafici.
Ma se i tassi ritornano a salire, allora proseguirà forse anche il peggioramento dei dati per la crescita economica, che viene raccontato nel grafico qui sotto?
E al tempo stesso, se i tassi USA tornassero a salire, allora le pressioni al rialzo sul dollaro USA diventerebbero più forti, come ci dicono i dati del grafico qui sotto?
E se il dollaro USA diventasse più forte, ed l’euro più debole, la BCE sarebbe costretta a rallentare sulla strada della espansione del credito?
Il grafico sopra ci offre l’aggancio: perché il grafico parla del cambio dell’euro, mentre il testo parla delle banche in Europa “scottate” (dice il testo) da una operazione di TLTRO che in realtà potrebbe essere meno generosa del previsto.
E quindi: le banche in Borsa salgono solo se i tassi ufficiali scendono? Oppure salgono quando i tassi ufficiali salgono?
Dai dati che abbiamo visto venerdì scorso, dagli Stati Uniti, abbiamo ricevuto risposte che vanno in direzioni diverse, come dicono qui sotto nel grafico.
Ma si sa: la stagione delle trimestrali è appena cominciata, e c’è tempo per capire meglio.
Quello che sappiamo, per certo, è che l’indice USA del settore banche (la linea di colore nero qui sotto) ancora oggi sta del 10% più in basso rispetto allo scorso settembre. E nel frattempo, la Federal Reserve ha prima alzato e poi abbassato.
Ritornando quindi ai tassi ed alle Banche Centrali, giovedì 11 Draghi ha spinto nuovamente il rendimento del Bund decennale sotto lo zero, come leggete sotto nel grafico.
Poi venerdì però il mercato USA (la prima immagine sopra) ha riportato in alto anche il rendimento del Bund.
E proprio in questa ultima settimana, i dati per l’inflazione (dagli Stati Uniti, e poi dalla Cina, e poi dall’Eurozona) hanno confermato che l’inflazione esiste. Non sta a zero. Esiste, nonostante una crescita economica che è in calando, e in futuro potrebbe aumentare come diminuire.