Usate il vostro giudizio (parte 7)

 
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Torniamo ancora una volta sul tema delle manipolazioni di mercato e delle manipolazioni delle opinioni degli operatori.

Torniamo ad occuparci del Corriere della Sera, che è il più diffuso ed autorevole, quotidiano in Italia.

E torniamo ad occuparci della BCE: all’interno di questa Istituzione, oggi le acque sono agitate quanto mai nella sua storia, come leggete nell’immagine di apertura.

Il Corriere della Sera, che del tutto impropriamente si è assunto il ruolo di “primo sostenitore della BCE di Draghi” (come Recce’d ha documentato in varie occasioni anche in questo Blog) coglie subito lo spunto e corre in difesa di Draghi, con il (breve) commento che leggete qui sotto per intero.

Il mandato di Mario Draghi alla Banca Centrale Europea (Bce) è al termine e cresce l’attacco alla linea espressa nel famoso «Whatever it takes». Sul Financial Times (4 Ottobre) Oliver Baete, Ceo della compagnia Allianz, attacca Draghi; nega la sua indipendenza, così affermandone la dipendenza, certo dai politici. Per lui Draghi vuol evitare a certi Paesi (Italia in primis, si presume), le dure decisioni altrimenti obbligate. Le critiche peserebbero più se non venissero da chi ha perso la gara per succedere a Draghi e non volessero intimidire chi gli succederà, Christine Lagarde. Il presidente della Deutsche Bundesbank Jens Weidmann, davanti alla propria Corte Costituzionale attaccò una decisione del Consiglio dei Governatori, di cui fa parte. Ora, in un’intervista alla Bild data subito dopo che essa ha ritratto Draghi a mò di Dracula che succhia il sangue dei risparmiatori tedeschi, egli lamenta i danni da loro subiti perché Draghi ha abusato del mandato. Farlo ove si parla di sangue tedesco stona a orecchi anziani, ma c’è ben altro.

Se si pensa che i risparmiatori sian danneggiati da tale politica, perché solo tedeschi? Urta che tali obiezioni, con Draghi sulla porta, vengano da Paesi cui si fa credere d’esser stati raggirati da un italiano, magari incline al piccolo imbroglio. Draghi, conscio delle proprie ragioni, rifiuta appoggi di parte, ma i veri vincenti della politica della Bce son Paesi come la Germania che oggi s’indebitano a tassi negativi; l’establishment lo tace ai tedeschi. Il vero punto è però istituzionale e più grave. In Bce non decide il presidente, ma il Consiglio dei Governatori. Chi non prevale nella sede propria vuol giocare un’ulteriore partita non più sul campo, ma nelle tribune e per le tribune.

L’indipendenza del banchiere centrale non l’ha persa Draghi, ma chi, anziché spiegare ai cittadini anche decisioni non condivise, ne rinfocola i nazionalismi. Alla nascita la Bce decise di non riportare nei verbali le posizioni dei rappresentanti delle banche partecipanti; renderli pubblici poteva infatti indurre i membri a decisioni errate, prese per propiziarsi le proprie opinioni pubbliche. La pubblicità delle posizioni parve, specie a Francoforte, una minaccia all’indipendenza della Bce. Weidmann e i suoi epifenomeni, come l’olandese Klaas Knott, disfano ora quel presidio, picconando l’indipendenza che dichiarano di difendere. Auguri a Lagarde!

4 ottobre 2019, 20:27 - modifica il 4 ottobre 2019 | 20:27

Come vedete, viene proposta al lettore del Corriere la solita chiave di lettura, con i cattivi tedeschi che in tutti i modi cercano di fermare la “Mano Santa” di Draghi che vorrebbe elargire a tutti benessere a costo zero.

A volte, questi eccessi di retorica invece di convincere il lettore mettono in imbarazzo chi li scrive.

Ad esempio in questo caso.

Dopo avere letto un attacco così diretto, e veemente, contro i tedeschi (“i veri vincenti della politica della Bce son Paesi come la Germania che oggi s’indebitano a tassi negativi”; e persino anche “Farlo ove si parla di sangue tedesco stona a orecchi anziani, ma c’è ben altro.”, con un richiamo esplicito ad un passato di guerra) si scorre la prima pagina del Corriere e si legge quello che vedete qui sotto. Sul medesimo giornale, e nella medesima giornata, si citano Francia, Germania, Austria ed Olanda. Ed immediatamente la questione assume una prospettiva che è radicalmente diversa.

Anche in questo caso, usate il vostro giudizio.

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