Gestori tradizionali. Gestori alternativi. E poi ci siamo noi.

 

In più di una occasione, ed anche in precedenti Post di questo Blog, abbiamo spiegato che il progetto Recce’d si propone come obbiettivo principale quello di soddisfare la domanda che viene dai Clienti investitori finali, in numero crescente, e sempre più significativo, con il trascorrere delle settimane e dei mesi.

Di che cosa si tratta? I Clienti investitori sono stanchi di essere trattati come un “gregge” da spostare per tosare meglio. Da qui arriva una richiesta di standard di qualità, e di quantità, più elevati a chi fornisce servizi per il Cliente investitore.

Abbiamo poi illustrato, in più occasioni, che sono tre i pilastri sui quali il nostro progetto si poggia, sui quali è stato progettato, sui quali ogni giorno si sviluppa.

Il primo dei tre pilastri è: eliminare tutti i costi inutili. Oggi, i nove decimi, ovvero circa il 90%, dei costi che il Cliente investitore sopporta, a cui deve fare fronte, se si affida ad un private banker, ad un personal banker, ad un family banker, all’incaricato della Banca, e quindi in tutti questi casi ad un vero e proprio promotore finanziario, sono costi commerciali, i costi che pagano il venditore, i costi per mantenere una Rete di salesmen.

Si tratta di costi del tutto inutili per chi investe: soldi che l’investitore finale butta nella spazzatura. Non servono, nella minima misura, a migliorare i suoi risultati di investimento.

Recce’d questi costi li azzera. Recce’d dimostra che non ce n’è alcuna necessità. Dimostra che il nostro servizio via web vi mette a disposizione non solo un servizio alla pari, ma pure un servizio migliore, nella qualità e nella qualità, rispetto a quello che oggi ricevete dalla vostra Rete di Vendita, quella Rete che mangia ogni giorno grazie ai soldi che incassa dalle retrocessioni dai Fondi Comuni di Investimento.

Passiamo al nostro secondo pilastro: è la comunicazione con il Cliente. Il Cliente finale a nostro avviso ha il diritto di capire, ed il suo consulente ha il dovere di informare. Di informare davvero, e non con le fake news che hanno fatto la fortuna delle Reti di Venditori di Fondi. Su questo argomento, ritorneremo più sotto e poi in un Post successivo.

Il terzo pilastro è la strategia di gestione. La strategia è quella che genera i risultati, sia in termini di performance, sia in termini di gestione del rischio.

Su questo, Recce’d è in grado di garantire ai Clienti il meglio.

Ogni giorno, in Recce’d, ci confrontiamo con tutti gli operatori del mercato del risparmio, ed i risultati degli ultimi 11 anni ci confermano che le nostre strategie risk neutral garantiscono risultati superiori, in termini non soltanto di performance ma pure di controllo dei rischi.

Sono pochi, i Clienti consapevoli che il mercato di oggi è del tutto diverso dal mercato finanziario di 10, 20 e 30 anni fa. Noi, di Recce’d, lo abbiamo documentato in centinaia di occasioni. Tutti gli altri, tutti gli operatori tradizionali dell’industria tradizionale, lo nascondono ai Clienti, con lo scopo di difendere la loro tradizionale strategia di gestione, quella basata sulla asset allocation statica. Che poi in pratica significa per chi ci investe: stare fermi sulla riva del mare, ed aspettare che la marea faccia salire tutte le barche, se lo farà, e quando lo farà.

Ma negare la realtà non è una buona tattica. Il confronto con la realtà non può essere rimandato per sempre.

E la quotazione, in Borsa, delle Società tradizionali di gestione ce lo conferma in modo molto concreto. Lo vedete qui sotto nel grafico. Un business destinato a perdere, progressivamente, di importanza.

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Come i nostri lettori sanno, sul piano operativo Recce’d non si confronta con i gestori tradizionali. Il nostro lavoro, la nostra strategia, ci impongono un confronto più ambizioso, con la categoria dei Fondi Hedge.

Si tratta di Fondi comparsi al Mondo negli anni Ottanta come Fondi “non correlati ai benchmarks” e poi etichettati dalle Reti di Marketing come “Alternativi”.

In numerosi Post degli ultimi anni, ed in altre sedi (riservate ai Clienti) abbiamo illustrato al lettore che esistono strategie che sono definite Alternative ma lo sono solo per l’etichetta. Ed altre strategie di gestione di portafoglio che sono Alternative davvero.

E lo si vede nei risultati.

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Il 2018 ha confermato quanto Recce’d vi aveva già scritto negli anni scorsi: la “vecchia” industria dei Fondi Hedge ormai è, nel suo insieme, correlata allo S&P 500. Sale quando New York sale, e scende se New York scende. Come nel 2018.

La “mission”, quella di produrre rendimenti non correlati ai benchmarks, per varie ragioni è stata messa da parte. Il grafico sotto ve lo conferma: segue mese per mese lo S&P 500. E allora … all’investitore costa meno un ETF sull’indice, no?

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Naturalmente ci sono eccezioni, e si tratta di eccezioni molto importanti, che per noi diventano anche esempi, significativi di attività di gestione svolte con successo, per il gestore ma prima di tutto per il Cliente. Le eccezioni noi le studiamo: e sappiamo però di poter fare di meglio, senza entrare nella vecchia categoria Hedge.

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Tanto per non rimanere nel vago: leggete qui sotto i guadagni (NON IN PERCENTUALE bensì in miliardi di dollari USA) dei maggiori Fondi Hedge, dal loro avviamento (la colonna blu) e nel 2018 (il pallino rosa).

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Vedete bene che, per alcuni Fondi Hedge, il 2018 è stato un buon anno: ma come vi diciamo sempre per avere un criterio di valutazione valido un solo anno non sempre è sufficiente. Ecco perché per noi di Recce’d è utilissimo il grafico qui sotto.

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Nel grafico c’è tutto: il grande successo dei primi anni, la moderazione del decennio dopo il 2000, e poi la crisi di risultati a fronte di indici di mercato sempre “a nuovi livelli record”.

Nei dati del grafico c’è tutto, per chi vuole capire: il fenomeno Hedge Fund si è sviluppato, nei primi anni della sua storia, sulla base di strategie che sfruttavano “anomalie di mercato” (George Soros è un esempio che tutti conoscono). Con l’aumentare del numero di Fondi Hedge, queste anomalie sono quasi del tutto scomparse, non ci sono più, e quindi non è più possibile guadagnarci dei soldi sopra.

E i risultati allora sono quelli che vi abbiamo mostrato.

Negli anni dopo il 2007, i portafogli di Recce’d hanno prodotto rendimenti più elevati, e con un livello di rischio più basso, rispetto a quelli che leggete nel grafico.

Questo risultato è dovuto ad una strategia di investimento che non è quella perdente della asset allocation (media/varianza) usata ancora oggi dai private bankers, ma al tempo stesso non punta neppure a sfruttare le stranezze e le anomalie che hanno fatto la fortuna dei Fondi Hedge fino a 15 anni fa.

Il modello Hedge Fund è a nostro parere fallito perché è del tutto falso che esistono “segretissimi segreti” sui mercati, segreti che solo pochissimi operatori sanno, e che sanno soltanto perché prima hanno lavorato nelle sale operative di Credit Suisse, Goldman Sachs oppure magari Lehman Brothers.

Non esiste nessun segreto. Esistono, invece, criteri di valutazione degli asset, e strategie di investimento adatte ai nuovi mercati finanziari dopo il 2009, che danno ai Clienti investitori risultati superiori e regolari nel tempo. Una di queste è la nostra strategia risk-neutral, e le sue procedure di applicazione ai portafogli.

Ripetiamo che non esiste alcun segreto con cui fare i soldi, alcuna informazione “sussurata all’orecchio”, e non esiste alcun “circolo ristretto di quelli che sanno”. Se no, Lehman Brother sarebbe ancora fra noi, ed il settore banche non sarebbe costretto a sopravvivere aggrappato al giubbotto salvavita che è il QE.

Questo perché Jay Powell, oppure Jamie Dimon, oppure Mario Draghi, oppure anche George Soros, ne sanno quanto voi, e quanto noi, di dove sarà il mercato tra 6 oppure 12 mesi. Investire non è fare il mago con la sfera di cristallo, e meno che mai azzeccarla come alle corse dei cavalli: per vincere, ciò che serve è lavorare ogni giorno, 16 ore al giorno.

E qui torniamo alla comunicazione: a differenza del gestore di un Fondo Hedge che leggete più in basso, in Recce’d puntiamo ed investiamo sulla comunicazione con i Clienti. proprio perché non esiste alcun segreto, il Cliente investire deve essere informato al meglio, e di tutto. Ne ha diritto, i soldi investiti sono i suoi, ha diritto alla massima chiarezza.

Per questo il gestore di Fondo Hedge qui sotto è il vecchio, e Recce’d è il nuovo, che avanza e che vince.

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Mercati oggiValter Buffo