10 anni da Lehman: che barba, che noia (parte 1)
Diceva Sandra Mondaini a Raimondo Vianello: “Che noia che barba, che barba che noia”. I meno giovani ricorderanno il tormentone.
Non sappiamo se i nostri amici lettori si siano annoiati, ascoltando e leggendo ciò che è stato detto e scritto sul decennale di Lehman Brothers.
Noi, in Recce’d, abbiamo letto ed ascoltato tutto: tv, articoli e alcuni libri molto autorevoli. Purtroppo, non è stato divertente. Purtroppo, è stato noioso, a tratti irritante, a tratti imbarazzante.
A nostro giudizio, un vero e proprio diluvio di banalità. Condito da numerose omissioni ed alcune … balle colossali.
Ci farebbe piacere potere segnalare qualche spunto utile, per noi investitori, uscito dalla pioggia di commenti, usciti sia sulla stampa italiana, sia su quella internazionale. Non ne abbiamo trovati.
Il tono prevalente è sempre quello rassicurante. In fondo, si tratta di una vicenda di 10 anni fa, lontana e quindi che si può osservare con distacco. Alcuni si sono chiesti se potrebbe ripetersi, ma in un modo tale da fare suonare la domanda retorica.
In molti casi, si è cercato di presentare l’episodio Lehman come un episodio isolato, e non un tassello di un quadro più generale: sono numerosi, in Italia ma pure all’estero, quelli convinti che se si fosse salvata Lehman si sarebbe evitata la Grande Recessione che è seguita (come a dire: il resto, tutto intorno, andava invece bene, tutto tranquillissimo).
Analisi di come si sia arrivati, a quel punto, a quel panico? Poche, e generiche.
In conclusione: leggendo i giornali, e ascoltando le tv, sembra di poter dire che Lehman è una lezione che NON è stata imparata.