Ultimi quattro mesi del 2018: portafoglio e performance (parte 5)
Se guardiamo alla parte finale del 2018, tra le variabili che risulteranno decisive ci sono sicuramente gli utili. Non quelli attuali, ma quelli futuri, e in modo particolare gli utili futuri negli Stati Uniti.
Su questo dato, oggi, c'è una diffusa convergenza: negli Stati Uniti, gli utili continueranno a crescere a ritmi sostenuti: 20% nella seconda parte del 2018, 10% nel 2019.
Chi spinge per un rialzo ulteriore della Borsa di New York, fino a 3000 punti dello S&P 500 e perché no anche oltre, ripete appunto che "la crescita degli utili resterà elevata e l'economia sta crescendo del 4% annuo".
Vi spieghiamo, in pochissime parole, perché questo è un errore.
Chi investe in Borsa, sconta gli utili futuri. Non quelli dei prossimi tre mesi, ma quelli dei prossimi 10 anni. Valutare le azioni sulla base degli utili di oggi è un errore: un errore fondamentale, un errore da ... scuole elementari.
Prolungare all'infinito, nel futuro, i tassi di crescita attuali è un errore anche lui, ed anche questo da scuole elementari.
Errore che le banche di investimento sanno benissimo di fare: ma in quel caso (e anche nel caso delle Reti che vendono Fondi Comuni) lo scopo resta sempre uno solo, ed è quello di "tenere il cliente sempre tutto investito".
Quindi: i prezzi di Borsa, oggi, attribuiscono ZERO probabilità a un rallentamento: ZERO. I prezzi di Borsa, oggi, sarebbero sostenibili se per i prossimi 10 anni si registrasse SEMPRE una serie di dati come quella prevista dagli analisti.
Spiegato questo (grave) errore di valutazione, giriamo pagina. Vediamo anche nel dettaglio i dati: perché anche lì, c'è molto ma molto di importante da notare.
Quello che vedete qui sopra è un grafico di Richard Bernstein Advisors, che ci dice che anche senza i tagli alle tasse il rialzo degli utili delle Società quotate negli USA sarebbe stato superiore al 15%.
Noi, che seguiamo questa come cento altre fonti, abbiamo seri dubbi che la colonna rossa, nel grafico, fornisca una stima corretta. Secondo le NOSTRE stime, la colonna rossa è decisamente più bassa.
Ma qui vogliamo prenderla per buona: perché anche così, ovvero anche ad essere ottimisti, il dato di oggi è INFERIORE a quello del primo trimestre 2011.
Come abbiamo detto anche in un Post precedente di questa serie, a proposito del PIL USA, non è vero che un dato elevato oggi garantisce un dato elevato per gli anni a venire. Guardate il dato del 2011 per gli utili, e guardate nel grafico cosa è successo dopo.
Vogliamo però farvi vedere anche un altro grafico: dove potete vedere i dati delle statistiche nazionali (ovvero: Società quotate e NON quotate) per gli utili negli USA.
Seguite, con la massima attenzione, la linea in blu: il tasso di crescita degli utili, negli Stati Uniti, prima delle tasse, oggi è UGUALE a quello del terzo trimestre del 2016, prima che Trump fosse eletto; ed è INFERIORE a quello medio del 2014, come vedete sopra. Ed è MOLTO inferiore a quello del 2012.
Poi ci sono le tasse (la linea di colore azzurro, e quella di colore grigio): ma voi tutti sapete che se taglio le tasse, TOLGO del denaro da una parte, e lo PASSO da un'altra parte. Non c'è, non ci sarà, PIU' denaro.
Ora, provate voi a spiegare i "nuovi record" della Borsa di New York. E buon lavoro.