Come investitori, come dovremo accogliere il Governo del cambiamento? (parte 6)
Ci sembra opportuno chiarire, agli amici lettori, che quanto scritto nei Post di questa serie NON ha lo scopo di descrivere una prospettiva nella quale "l'Italia va sicuramente a stare peggio". Non siamo, semplicemente, in grado di dirlo.
Come investitori, è doveroso analizzare una per una tutte le implicazioni: e sulla base delle informazioni che abbiamo oggi, molte delle novità che si annunciano provocherebbero sicuramente reazioni forti, poco o per nulla controllate, poco o per nulla prevedibili.
Ciò detto, le responsabilità di questa eventuale fase di instabilità ricadono per intero su chi ha costruito un castello di sabbia, associando azioni azzardate a promesse non realizzabili, a volte per scopi non dichiarati.
La fragilità che vedete oggi è il prodotto di quelle scelte.
Affermare che portare il rendimento dei Titoli di Stato italiani su livelli inferiori a quelli dei Titoli di Stato degli Stati Uniti avrebbe portato tutti verso "un Mondo migliore" a noi è sempre sembrata, sia detto con rispetto, una baggianata e nulla di più.
Come cittadini, ognuno dei lettori darà il giudizio che meglio ritiene sulle vicende delle prossime settimane.
Come investitori, invece, il lavoro sarà quello di cogliere tutte le possibili opportunità, al rialzo come anche al ribasso.
In ogni caso, non c'è ragione oggi per affermare che in ogni caso, come cittadini e soprattutto come investitori, si andrà comunque a stare peggio.
Certo: sarà necessario stare molto attenti.