Il 2018? Un anno del tutto nuovo (parte 5)

Nei quattro Post precedenti, abbiamo portato alla vostra attenzione il fatto che il 2018 potrebbe risultare un anno non solo molto diverso, ma pure opposto, rispetto al 2017.

Oggi, vogliamo richiamare la vostra attenzione sul mercato delle obbligazioni, ed in particolare delle obbligazioni USA.

Vogliamo mettere in evidenza un fatto: è del tutto sbagliato credere che il mercato obbligazionario possa andare in crisi soltanto per un eventuale aumento del tasso di inflazione. Gli esempi, nella storia dei mercati finanziari sono numerosi.

Prendiamo ad esempio questa settimana (26-30 marzo 2018): settimana che era stata anticipata, nel weekend, come una settimana decisiva, per una serie di ragioni.

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Ora, in attesa di vedere come andrà oggi l'asta del decennale, abbiamo visto le aste dei 2 e dei 5 anni. 

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In entrambi i casi, come documentano i due grafici, il risultato è simile: domanda modesta, nonostante un aumento dei rendimenti offerti. Fatto che ci ricorda che, per le obbligazioni, non è scontato un aumento della domanda (quantità) se salgono i rendimenti (tassi).

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Altra cosa che non è scontata: che i rendimenti scendano se le Borse scendono. Ieri in effetti siamo scesi sotto il 2,80% sulla scadenza a 10 anni, ma si tratta di poco a nulla, vista la tensione estrema sulle Borse.

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Ma soprattutto: notate che sulla parte breve della curva, i tassi proprio NON hanno reagito ai cali di Borsa, riportando la curva dei rendimenti al livello più piatto da inizio 2018.

Quindi amici lettori: non provate a interpretare il 2018 con le medesime chiavi di lettura utilizzate nel 2017. Tutto ormai è cambiato.

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Mercati oggiValter Buffo