Fine di Febbraio? Oppure fine di un'epoca? E cosa è successo nel 2017?
Febbraio 2018 è stato il mese più negativo, per la Borsa degli USA, negli ultimi 2 anni. Certo, arrivava dopo il mese più assurdo di sempre, quel gennaio 2018 che, a nostro parere, passerà alla storia.
Quello che, di certo, è già passato alla storia è il 2017: un anno come mai ce ne furono prima. Il grafico che vedete qui sotto ci ricorda che, in termini di rendimento totale (prezzo più dividendo) si è interrotta proprio nel Febbraio 2018 la serie più lunga di sempre di mesi positivi per l'indice S&P 500. Quindi mesi senza un solo ribasso: non era MAI successo prima. Leggendo questi dati, qualcuno penserà che è stata "una grande opportunità di guadagno", in Recce'd al contrario riteniamo che sia stato un rischio pazzesco.
Ed in effetti, proprio Febbraio 2018 ci ha ricordato che in un contesto di mercato come quello attuale:
- non c'è alcun bisogni di dati e di fatti, per determinare un cambiamento di direzione dei mercati
- (e tanto meno di segnali di analisi tecnica); e che
- in solo 2 settimane un indice tra i più grandi al Mondo può perdere il 10%: un numero importantissimo da tenere a mente, quando qualcuno vi ripete con insistenza che "è salito del 20%", come se si trattasse di soldi già messi in tasca (NON LO SONO)
Recce'd ha scritto, e lo ripete anche oggi, che i fatti di febbraio 2018 si sarebbero potuti verificare, allo stesso modo oppure con percentuali anche più ampie, già nel giugno 2017, oppure ad ottobre 2017, oppure a dicembre.
Recce'd ha scritto e ripete che questo è stato, e deve essere anche oggi, il punto di partenza nella costruzione di qualsiasi portafoglio in titoli: chi non mette questa considerazione davanti a tutto, è poco responsabile oppure capisce poco di quello che sta facendo.
Oggi il mercato è questo: al di là delle "tasse di Trump" e della "crescita globale sincrconizzata" il gestore deve mette il Cliente in condizione di sopportare con un sorriso momenti di estrema volatilità. Le performances? I conti si fanno alla fine, quando si sarà usciti dalla fase di isteria: un indice che perde senza ragione i 10% in due settimane potrebbe perdere il 25% in un mese, e non è detto che non accada.
Resta da comprendere cosa è successo nel 2017, un anno di anomalie estreme e concentrate negli Stati Uniti. Per comprenderlo davvero, ci vorranno probabilmente alcuni anni. Ma si possono mettere in evidenza alcuni fattori importanti.
Un fattore è stato il ruolo degli investitori individuali, ovvero degli investitori finali USA, coinvolti da una abile campagna mediatica in una specie di "patriottismo di Borsa" che li ha visti seguire come un gregge la "luce nel cielo" dei tagli alle tasse. Si è verificato un fatto senza precedenti: con la Borsa ai massimi di ogni tempo, era massimo anche il numero di quelli che si aspettavano .... nuovi massimi nei sei mesi successivi.
A proposito di fenomeni come questo, di recente Harvey Pitt, ex-Capo della SEC (che è una CONSOB americana, che però lavora davvero) ha dichiarato che "sul mercato di Borsa ormai sono diventati tutti day-trader".
‘The problem we have is our markets have become extremely volatile and as a generalization we’ve become a nation of day traders. People are no longer buying on the fundamentals of companies and holding for the long term.’
Una considerazione azzeccata, ma solo se guardiamo al breve termine. Non ci spaventa l'idea che il mercato sia fatto solo di day traders e di analisti tecnici, perché sappiamo bene che NON può durare. Nel 2017 si sono verificate anche altre condizioni, grazie alle quali questi signori hanno potuto "vivere nel sogno": e precisamente i rendimenti delle obbligazioni immobili, l'indice VIX ai minimi di ogni tempo, le Banche Centrali passive, ed i cambi tra le maggiori valute poco volatili.
Ma come vedete tutti adesso è finita: le Banche Centrali vanno verso la "normalizzazione", i cambi sono sempre in tensione, i rendimenti delle obbligazioni salgono, e il VIX negli Stati Uniti oscilla tra 15 e 20. I day traders saranno costretti a ridurre la loro leva finanziaria (sotto i nuovi massimi appena toccati), e si ridurrà in questo modo anche il controllo sugli indici. E il palloncino si sgonfierà. Forse gradualmente, oppure forse all'improvviso.