Euro: post- Draghi (parte 1)

I mercati internazionali hanno voltato, in modo definitivo, le spalle a Draghi ieri sera 20 luglio 2017 dopo la riunione della BCE. I mercati sono pronti per un dollaro a 1,20 contro euro, dopo che sei mesi fa il consenso unanime (sia delle banche globali di investimento sia delle Reti di vendita e delle consulenze a GPM) era per un "dollaro forte", anzi fortissimo?

Non ci avevano, davvero, capito nulla di nulla.

La domanda oggi è questa: che cosa cambia per la parte restante del 2017?

  1. l'euro forte è il segno della chiusura di una fase: quella di Draghi; e con Draghi, sparisce anche il "Whatever it takes"
  2. le previsioni di "ripresa globale sincronizzata" che si appoggiavano sei mesi fa sul ritorno al 3% della crescita negli USA sono da buttare nel cestino
  3. infine, le previsioni per la crescita degli utili delle Società europee sono tutte da rifare; ne parla il grafico sotto, e ne scriveremo, ogni mattina, la settimana prossima nel nostro The Morning Brief riservato ai Clienti, a partire da lunedì 24 luglio

Ora, provate a rifare i conti: come vi avevano spiegato il DAX a 12400 punti? Mettete quelle spiegazioni alla prova dei fatti.