Italia: in accelerazione (parte 1)
Le prospettive per l'Italia in questo 2017 sono particolarmente complicate. I dati della settimana scorsa per linflazione in Eurozona garantiscono che l'Italia perderà, a breve, il suo speciale "salavagente", la politica della BCE che di fatto è servita soltanto a tenere a galla chi era troppo indebitato, e a nulla di altro (attribuire il rialzo dell'inflazione al QE è così ingenuo che non merita commenti).
Il quadro economico quindi va peggiorando: in parallelo, peggiora il quadro della politica. A questo scopo, noi di Rece'd abbiamo aperto una nuova Sezione, Parley, che risulterà di importanza capitale, e molto evidente, nei prossimi mesi.
In questo Post vogliamo aggiungere altre parole, scritte da Stefano Folli per Repubblica il 5 marzo 2017: ci pare un efficace punto della situazione.
In Italia (...) si sono persi due anni a inseguire il cosiddetto “Italicum”, uno schema farraginoso e ingiusto alla fine dichiarato incostituzionale. E adesso le Camere sembrano non avere l’energia e forse nemmeno la volontà per affrontare la questione in tempo utile. È in corso un grande conto alla rovescia al termine del quale potremmo ritrovarci al buio e pochi dimostrano di averne consapevolezza. Lo scenario che prende forma si chiama Weimar, la Repubblica tedesca che si dissolse nell’inconcludenza rissosa — è il caso di dirlo — fra gli anni Venti e i primi Trenta. L’esito è noto. Rispetto ad allora non siamo devastati da una super-inflazione, ma in compenso abbiamo una serie di conti finanziari in sospeso con l’Europa. Weimar è notoriamente il simbolo stesso del suicidio di una democrazia. Non è quindi azzardato il paragone con il declino italiano di oggi, se questo fosse portato alle estreme conseguenze da un Parlamento paralizzato e incapace di offrire un governo efficiente al paese.