Borsa di Milano e gestione dei rischi (parte 2)

Ieri mattina Recce'd pubblicava nel suo Blog il primo dei Post con questo titolo: questa mattina poi, domenica 12 novembre abbiamo letto un articolo interessante del Corriere della Sera, del quale riportiamo sia il link sia un estratto che segue.

Venerdì scorso alle 11.45 si è svolta l’ultima asta in quella che ha l’aria di essere una delle piattaforme finanziarie meno liquide dell’Occidente. Hi-Mtf è un sistema digitale sul quale si possono scambiare i titoli di 14 banche, quasi tutte popolari, che rappresentano centinaia di migliaia di soci e sulla carta più di due miliardi di valore.

Il mercato che non c’è

L’esito della giornata è stato simile a quello di un mercato rionale. Si sono concluse compravendite per 592 mila euro (mezzo milione per le Casse di risparmio di Asti e Ravenna, 90 mila euro per la decina di popolari del listino). Si contano 193 scambi, dei quali 41 le banche popolari. Non che non ci fossero venditori: gli azionisti di istituti come la Popolare Pugliese, la Volksbank dell’Alto Adige o la Valsabbina hanno messo in vendita migliaia di pezzi, e ne hanno venduti decine. Semplicemente, oggi sul mercato non si trovano compratori ai prezzi ai quali molte delle banche popolari in Italia hanno venduto le proprie azioni ai clienti. Molte famiglie vogliono rendere liquidi i propri risparmi ma non possono, e il patto sociale fra le banche popolari e i loro soci scricchiola.

Non ci "scalda" in modo particolare il tema delle azioni delle Popolare di Bari: siamo fortemente dalla parte di chi ci ha investito (come eravamo anche nel caso delle Banche Venete) ma allo stesso tempo, come abbiamo già scritto in precedenza, ci sentiamo obbligati a scrivere che quei poveri investitori, ingannati, ci hanno però ... messo anche un po' del loro, non facendo la giusta attenzione, e fidandosi dei venditori.

Non ci scalda la Popolare Bari, ma ci scalda invece il tema che potrebbe toccare, anche a breve, milioni di investitori, e che ci è stato portato alla mente da quel sottotitolo che vedete sopra: "Il mercato che non c'è". A molti investitori è stato raccontato, da zelanti, a volte invadenti, sempre aggressivi venditori di Fondi che il problema della liquidità non esiste più, grazie al fatto che "Draghi compra tutto".

E' un gravissimo errore: sottostimare il fatto che in alcune fasi "il mercato non c'è" potrebbe costare carissimo, soprattutto a quei moltissimi investitori che sono stati costretti ad acquistare Fondi e certificati che investono sulle obbligazioni di media e bassa qualità, ed anche a quelli che hanno dato fiducia alla "operazione PIR".

Ai nostri lettori, diciamo quindi di tenere bene a mente che un titolo azionario come ad esempio Astaldi, se non trova compratori scende magari del 50% ma resta vendibile, anche se in perdita: mentre nel mondo delle obbligazioni, può succedere che NESSUNO faccia un prezzo, anche per obbligazioni che a tutto oggi sembrano essere "liquidissime", anche per grandi quantità, anche per un intero segmento del mercato obbligazionario (per una "bella fetta"), ed anche mentre Draghi porta avanti il suo QE.

In quel caso, cari amici lettori, le obbligazioni ve le tenete, NON hanno alcun valore, e dovete aspettare la scadenza, con fiducia nel fatto che anni dopo poi vengano rimborsate nei termini previsti. E' già successo, e succederà ancora.

Mercati oggiValter Buffo