Meet John Bogle (parte 2)
Nel Post precedente di questa serie, che abbiamo pubblicato durante il weekend, avete letto tre estratti da una recente intervista con John Bogle, l'uomo che fondò Vanguard a metà anni Settanta. Nelle sue parole, noi leggiamo e voi potete leggere quale sarà l'evoluzione, potremmo forse dire il destino, dell'industria del risparmio e dei suoi servizi (basta "prodotti": basta!).
Da quel nostro primo Post abbiamo però tenuto fuori il contributo che a noi è sembrato più importante. Ci piace dire: decisivo.
Lo riportaimo qui sotto: chiarendo che in questa parte NOn si parla del futuro dell'industria: si parla di CHE COSA E' il mercato finanziario sul quale tutto, ogni giorno, operiamo, facciamo commenti, prendiamo decisioni. In queste poche righe c'è tutto, anche il QUANT, anche la nostra strategia RNI.
Ci sentiamo di affermare che il 95% degli operatori, il 100% dei venditori e commerciali, e una buona fetta dei Clienti che investono, devono ancora raggiungere questa consapevolezza. L'errore fondamentale, che molti comemttono, è quello di pensare a "comperare un Fondo" come all'acquisto di un bene, come un'automobile, un libro, una barca, un orologio. Non è assolutamente così. Bogle dice, perfettamente: "questo è un gioco chiuso", si investe su qualche cosa che ha già un prezzo, e la ragione fondamentale (unica) dell'investimento sui mercati finanziari quindi è che ...
Buona lettura!
The stock market has nothing—n-o-t-h-i-n-g—to do with the allocation of capital. All it means is that if you’re buying General Motors stock, say, someone else is selling it to you. Capital isn’t allocated—the ownership just changes. I may be an investor, you may be a speculator. But no capital goes anywhere. This is basically a closed system. You have new IPOs and whatnot, but they’re very small compared to this vast thing we call a market, which is now around $24 trillion. The allocation of capital? That’s just nonsense.