Il punto 2016 (parte 15): il trading sulle valute maggiori
E' curioso leggere in questi giorni, a consuntivo dell'anno che si chiude, che i Fondi che operano prevalentemente sui cambi tra le valute (currency funds) hanno avuto il loro anno peggiore dal 2011: non è stato infatti un anno, il 2015, ricco di eventi drammatici (se escludiamo la svalutazione del franco svizzero a gennaio scorso). Le difficoltà che vedete rappresentate in modo efficace dal grafico qui in basso devono dunque derivare, in toto, da previsioni sbagliate, e prima fra tutte la previsione del rafforzamento del dollaro, sulla quale moltissimi hanno scommesso inutilmente, prendendo poi un sonoro schiaffo proprio a dicembre.
Nonostante questo, le banche globali di investimento ripropongono come trade del 2016 il LONG DOLLAR SHORT EURO, basandosi sulla "divergenza delle politiche monetarie": una affermazione che non tiene conto della realtà, visto che la più recente riunione della BCE ci ha detto che Draghi ha già, in buona sostanza, esaurito i suoi spazi di manovra (specie all'interno del suo Board) mentre a Yellen gli spazi di manovra vengono ristretti dagli stessi dati per l'economia reale USA, con in testa manifattura e vendite al dettaglio di dicembre 2015.
Tutto ciò detto, le nostre posizioni operative sono ben note a chi ci segue: sia sul cambio dollaro/euro, sia sul cambio euro/yen. Vediamo il primo più stabile, con un limitato margine di oscillazione, mentre vediamo un potenziale movimento di maggiore ampiezza sul secondo, legato alle vicende del Giappone, Paese che attraversa una fase molto complicata, che potrebbe diventare critica da un giorno al'altro.