Il punto 2016 (parte 9): la bolla finanziaria

Ci sono temi che vengono a noia, perché trattati con troppa frequenza e con scarsa competenza. Uno di questi è il tema della bolla finanziaria: siamo in bolla? Non siamo in bolla? Noi di Recce'd vi proponiamo di mettere da parte l'argomento: prima di tutto perché nessuno ha chiaro che cosa sia una bolla finanziaria, come di recente ha scritto anche John Cochrane sul suo Blog; e poi perché definizioni così ampie rischiano di comprendere tutto, e quindi niente. Non è importante sia siamo, oppure non siamo, in una bolla: piuttosto che del generico, preferiamo occuparci dello specifico, di ciò che è attuale, di quello che potrà accadere di qui a tre-sei mesi. Questo ci serve per operare sui portafogli modello, e su questo rimaniamo concentrati.

E tuttavia, almeno a livello di commento, non possiamo rinunciare del tutto: visto che il tema della bolla finanziaria compare dovunque. Non solo sulla stampa specializzata, bensì anche sui media generalisti, e da ultimo anche al cinema: noi di Recce'd abbiamo già visto, qualche settimana fa, un film che uscirà nelle sale italiane solo tra qualche giorno (il 6 gennaio) e che in originale si intitolava The Big Short. Il film è sceneggiato sulla base del libro di Michael Lewis che ricostruisce alcune vicende intorno al fenomeno dei mutui subprime negli Stati Uniti negli anni tra il 2003 ed il 2008.

Raccogliamo questo spunto, per chiarire alcune cose, che potrebbero essere molto utili anche per interpretare i prossimi mesi dei mercati finanziari:

  1. è un errore attribuire la responsabilità della Grande Crisi degli anni 2007-2009 per intero ai mutui subprime ed agli strumenti derivati: quello fu certamente l'innesco, la miccia, ma il materiale esplosivo era disseminato in tutti i comparti del mercati finanziario globale; questa è la ragione per la quale la chiamiamo la "Grande Crisi", a differenza di ciò che accadde ad esempio negli anni Ottanta con la crisi delle Svings & Loans Associations negli USA (che pure aveva la medesima natura)
  2. il film, come il libro, ci ricordano che la stampa era piena zeppa di articoli e riferimenti alla "bolla finanziaria" già nel 2005: attenzione quindi al fatto che non è sufficiente che se ne parli attraverso i media e nelle riunioni delle Banche Centrali, per anticipare l'esplosione di una crisi finanziaria; proprio l'esperienza di quegli anni ci insegna che saperlo prima non basta. Non è detto che le Autorità dispongano di strumenti adeguati per disinnescare una crisi che sta per esplodere
  3. infine, c'è una frase del film sulla quale è utile fermarsi a riflettere: i protagonisti, dopo avere constatato che tutte le grandi banche USA erano coinvolte nei mutui subprime, si dicono uno con l'alto che "non è possibile che non se ne rendano conto; non è possibile che siano tutti stupidi". Ed invece, è proprio così: i meccanismo di competizione, in un settore dominato da un cartello (come è quello bancario), innescano processi di imitazione, un "effetto gregge" che può tranquillamente portare tutto il gregge verso il burrone. Come disse il numero uno di Morgan Stanley, nel 2008, "finché c'è la musica continueremo a ballare": e mai immagine fu più efficace di quella.
  4. ed accade di nuovo, anche oggi, ed anche in Italia: anche a voi sarà capitato di ascoltare qualcuno che spiega che "il promotore finanziario, finché il mercato sale, guadagna, ma invece quando scende non guadagna più". Si può concepire che l'intera industria del risparmio, in Italia, sia basata su criteri come questo? E' un criterio sano per la produzione di servizi al risparmiatore? E' più che sufficiente citare, a questo proposito, il Comunicato CONSOB del 15 luglio scorso, che recitava così: Richiamo di attenzione della Consob nei confronti degli intermediari distributori di fondi esteri ed estero-vestiti, che rappresentano il 70% circa del patrimonio dei fondi collocati in Italia: la selezione dei prodotti da offrire o consigliare alla clientela non può fondarsi su valutazioni di mero vantaggio economico per l'intermediario, ma deve essere rivolta prioritariamente a soddisfare gli interessi dei clienti serviti. E' questo il senso di una Comunicazione (n. 0055927/2015) approvata da Consob sulla base della normativa Mifid, la direttiva europea che disciplina la prestazione dei servizi di investimento. L'iniziativa, che non introduce nuove regole, intende richiamare gli intermediari al pieno rispetto delle norme Mifid già in vigore.

Detto tutto ciò, è utile per ogni investitore tenere conto che questo è un tema di cui si è parlato e si continuerà a parlare: anche se non è detto che i mercati reagiscano come hanno reagito in passato di fronte ad una crisi. Anzi, noi di Recce'd siamo convinti che questa volta molte cose sarebbero diverse: le condizioni non sono le medesime del 2007. Facciamo alcuni esempi: le Banche Centrali hanno già, di fatto, esaurito i propri arsenali di monetary easing ed una fase, quella dei QE, si è chiusa in modo definitivo; oggi un salvataggio delle grandi banche secondo le modalità seguite nel 2008-2009 sarebbe impossibile; le condizioni in cui operano i mercati finanziari (liquidità, eccetera) sono nel frattempo peggiorate; l'economia reale oggi è più fragile di quella del 2007, e non solo per quello che riguarda gli Emergenti; ed anche lo scenario geopolitico internazionale si è molto complicato, e sono cresciute le tensioni. Se ci fosse di nuovo una crisi globale (cosa che noi di Recce'd vediamo come molto più vicina, ora che una fase storica si è chiusa) sarà una crisi del tutto diversa nelle sue modalità di sviluppo.

E per finire: da questa eventuale crisi uscirà un paesaggio finanziaria non solo trasformato, ma piuttosto stravolto. Per ragioni a cui abbiamo già dedicato numerosi Post, molti degli attuali big players verranno ridimensionati o spariranno del tutto, ed emergeranno non solo nuove categorie di servizi, di prodotti e di Istituzioni finanziarie, specie nel settore del risparmio gestito e dei servizi al risparmiatore. 

Mercati oggiValter Buffo