Giovedi decide la Fed: perché la cosa non ha piu importanza (parte 3)

Abbiamo detto, nei due Post precedenti di questa serie, che il dato che tutti gli investitori devono tenere bene a mente è il seguente: gli stessi che implorano la Fed di non procedere con un (piccolissimo) aumento del costo ufficiale del denaro sono poi quelli che ai loro Clienti dicono che "va tutto benissimo" e che bisogna "aumentare l'equity e prendere più rischio" perché la ripresa economica è ormai avviata. Una contraddizione forte, che si spiega da sola: ma chi volesse conoscere la nostra spiegazione, quella di Recce'd, può facilmente trovarla nei precedenti Post di questo Blog. Veniamo però ai mercati, e alla domanda: che cosa fare con il mio portafoglio? Nel Post di ieri, il secondo della serie, trovate le date di Post precedenti, nei quali Recce'd vi ha dato indicazioni pratiche su come gestire il portafoglio da qui a fine 2015:  quei suggerimenti sono ancora più validi oggi. Ma qui  vogliamo aggiungerne ancora uno: quelli che vi diranno si "stare fermi perché non è successo nulla" non lo dicono nel vostro interesse. Vediamo perché: tutti noi investitori usciamo da una serie di anni in cui le Banche Centrali si sono date come obiettivo di gonfiare i prezzi dei mercati (azionari, obbligazionari, e tutto il resto): e come? Abbattendone la volatilità, e quindi con una distorsione del naturale comportamento dei prezzi dei titoli. Quella era la fase in cui qualche semplicione se ne andava in giro affermando che "la Fed avrebbe fatto salire i mercati PER SEMPRE":  ma non poteva essere vero, ed infatti non è vero. Il grafico che vedete qui sotto vi mostra che il tratto unificante, degli ultimi mesi, è l'aumento della volatilità sia nel comparto azionario, sia in quello obbligazionario, sia infine in quello valutario. La Cina non c'entra, la Cina ha fatto solo la innesco perché ha detto al mondo che politiche che puntano tutte alla svalutazione del cambio e all'aumento dell'export non possono funzionare tutte allo stesso tempo. Ma l'aumento della volatilità che vedete qui sotto non è spiegato dalla Cina: se tutto fosse a posto, se tutto fosse come raccontano le banche globali (da Goldman Sachs a UBS, da JP Morgan a Credit Suisse), allora l'aumento della volatilità non lo avremmo visto, se non per poche sedute. Invece qui siamo di fronte alla fine di una fase dei mercati: non capire questo, per un investitore, vuole dire perdere un treno che passerà una volta sola. E qualsiasi frase che Yellen dirà giovedì prossimo non potrà certo fermare questo cambiamento strutturale.

Mercati oggiValter Buffo