BRIC ... à brac
Qualcuno vi ha detto che l'indice delle Borse Emergenti è allo stesso livello del 2009? E qualcuno vi ha detto che le valute Emergenti sono, in media, allo stesso livello del 1999? No? Strano, perché dopo ben sei anni di liquidità "in eccesso" buttata sui mercati finanziari, questa è una grandissima sorpresa. ma strano soprattutto perché molte delle Reti di vendita spingono da anni su questa ... opportunità Emergente. Per la precisione sono passati ben 15 anni da quando Goldman Sachs decise di investire il proprio potere commerciale (che è il potere di influenzare le scelte dei gestori di Fondi Comuni) sull'acronimo BRIC, che sta per Brazil Russia China India. Il capo economista di allora (Jim O' Neill) fu incaricato di girare il mondo e raccontare ai gestori del'industria dei Fondi Comuni che il futuro era di questi quattro colossi economici Emergenti. Da allora, registrammo una serie di alti e bassi, molto violenti, ma oggi sembra proprio che siamo entrati in una fase del tutto nuova: dal "boom and bust" siamo entrati in una fase di depressione, e sembra proprio che questa volta sarà impossibile, persino per Goldman Sachs, rilanciare la "mania" dei Mercati Emergenti. Che sono realtà dove per quindici anni ci è stato raccontato che si potessero trovare opportunità da rendimenti astronomici, a tre cifre: peccato che poi, a fare i conti oggi, questi rendimenti semplicemente non esistono. Diciamola tutta: molte Reti hanno spinto gli Emergenti a propri clienti senza capirne un bel nulla, dopo qualche "viaggio premio" regalato ai loro dirigenti dalle stesse Banche di investimento (con annessi intrattenimenti esotici). I dati, su queste economie, li hanno studiati in pochi, e in aggiunta va detto che una buona parte di questi dati è quanto meno questionabile. Ma le commissioni sui Fondi Comuni Emergenti ... beh quelle erano fantastiche, c'è chi ancora oggi paga il 3,5% oppure il 4% ogni anno, per avere poi in tasca una balla di fumo. Se noi di Recce'd vi segnaliamo questo punto, è perché ci serve a ricordare che è importante, ed anzi è fondamentale, capire che tra l'investitore finale ed i mercati su cui investire ci sono due, tre, quattro strati di intermediari che si fanno pagare. Alcuni di questi si fanno pagare moltissimo. Altri si fanno pagare per servizi che poi non vengono forniti all'investitore che ci spera. E in tutti questi casi, si tratta di commissioni che vengono pagate dall'investitore finale a prescindere: a prescindere da come andrà l'investimento, ed a prescindere se il consiglio che gli è stato dato era un consiglio ragionato e fondato, o una semplice spinta alla vendita, come se si trattasse dell'aspirapolvere. In questo modo il "gregge" degli investitori è stato più volte "tosato", ed ora è giunto il momento che sia lo stesso investitore a dire basta, affidandosi a consulenti che non sono venditori ed a strumenti finanziari che non sono prodotti con una commissione di gestione che viene pagata anche quando la gestione non produce risultati per chi investe. Torniamo agli Emergenti: la nostra posizione, sui tre portafogli modello, è NEUTRALE sia sul comparto equity, sia sul comparto bonds, ormai da 18 mesi: e tuttavia, seguiamo ogni giorno queste vicende, perché crediamo che in modo estremamente selettivo, e mai comunque attraverso i Fondi Comuni Emergenti (che neppure alcuni degli stessi gestori capiscono più, ormai), si potranno creare nei prossimi 12 mesi opportunità interessanti. Ma solo dopo che la bolla Emergente, quella dei BRIC, sarà sgonfiata, se non addirittura esplosa.