Davide contro Golia: può succedere di nuovo? (parte 1)
La nostra proposta di servizio si distacca in modo netto dalla tradizione dei servizi per la gestione del portafoglio: e già questo oggi ci colloca in una posizione di minoranza. Ma la nostra visione di mercato ci vede ancora di più in minoranza: noi di Recce'd non solo non sposiamo "il consenso", ma al contrario vi facciamo vedere come, proprio andando contro "il consenso" si possono fare oggi, e si potranno fare per i prossimi dieci o venti anni, i migliori risultati sia di rischio sia di rendimento per gli investimenti di portafoglio sui mercati finanziari. In Recce'd siamo convinti che questa posizione di minoranza sia oggi la sola posizione sostenibile: essendo che la "visione di consenso", ovvero la consensus view, è stata costruita nel corso degli anni solo per assecondare le esigenze di vendita dell'industria, in un perfetto equilibrio di interessi tra sell side (le banche di investimento o banche globali) e buy side (le Reti di vendita). Che infatti, come vedete ogni giorno, si esercitano nell'andare sempre in perfetta sintonia (e dietro alle Banche Centrali), con il risparmiatore finale nella parte di quello a cui "non far sapere" come stanno le cose in verità. Recce'd non partecipa a questo gioco, e non solo: vi spiega come guadagnare ai danni di questo cartello industriale che controllo l'oligopolio dei Fondi Comuni di investimento, denunciato ormai da centinaia di fonti autorevoli, tra le quali di recente persino la CONSOB e la settimana scorsa Nouriel Roubini (che si è chiesto come fa a reggersi in piedi un'industria dove il 95% dei prodotti non batte il proprio benchmark).
Ma noi vogliamo, in questo Post, confrontarci con uno dei veri e propri Masters of the Universe: il Capo di Goldman Sachs. Lloyd Blankfein è a capo della più prestigiosa banca di investimento da 10 anni, un periodo eccezionalmente lungo, e questo ne accresce l'autorevolezza. E' un uomo di sicura competenza e di grande intelligenza, questo ce lo dimostrano i risultati di Goldman Sachs nel periodo in cui Blanfkein ne è stato la guida. Ci sarebbe quindi motivo di avere paura, se ci si accorge di avere una visione dei mercati che è del tutto opposta alla sua. O forse no? Blanfkein concede poche interviste, e quindi le sue dichiarazioni a Bloomberg della scorsa settimana sono da prendere in attenta considerazione: leggiamone una sintesi.
"We are in for a longish, positive market,” Blankfein said Wednesday in an interview on Bloomberg Television. “Since the financial crisis, especially in this country, there were a lot of problems, but we chewed through them. Consumers have deleveraged, the banking system has deleveraged, we got the blessing of low energy prices, housing prices started to stabilize and move higher.”
“It will be jarring when we see an interest-rate hike because we haven’t had one for some time, and then I think people will get out the smelling salts, take a big sniff and recover,” Blankfein said. “If we end up with interest rates at half a percent or even if they went over time in the near future to 1 percent, it will only be because the growth rate is at trend growth or maybe even higher, and that will still be substantially easier financial conditions than we usually have.”
“We still have the same problems, we keep kicking the can down the road, but we do seem to be able to live with that,” Blankfein said.
La visione di Blanfkein è chiara: tutto va bene, ed anzi non potrebbe andare meglio. Un eventuale rialzo dei tassi di interesse sarebbe solo un disturbo passeggero in questo contesto di mercati robusti. La crescita economica presto ritornerà a tassi "di trend", e forse più in alto. E le condizioni di politica monetaria resteranno espansive per un prolungato periodo di tempo.
Vediamo subito qui che è molto importante il punto di vista: le cose, in effetti, vanno bene, e non potrebbero andare meglio, per lui e per tutte le banche globali, che sono le principali beneficiarie delle politiche "non convenzionali" delle Banche Centrali. Ed è quindi normale che Blanfkein si auguri che queste politiche durino ancora a lungo: va detto però che sono in molti a non pensarla come lui. Quanto alla crescita economica, beh ... quella è una bugia detta "a fin di bene" (il proprio bene, naturalmente) perché i dati ci dicono che quel livello di crescita che Goldman Sachs ci promette da ormai sette anni non arriva mai, e non arriverà di certo neppure nel 2015. Per finire: il rialzo dei tassi ufficiali sarà solo un disturbo passeggero? Eppure proprio lui dovrebbe conoscere nei dettagli le condizioni di estremo stress e di massimo rischio in cui si trovano i mercati obbligazionari negli USA, dal crollo della liquidità dei Treasuries alla caduta dei prezzi dei junk bonds in questo 2015. Anche qui, Blanfkein si fa influenzare dall'interesse proprio e della propria Società.
La conclusione di Recce'd è che Blanfkein è un grandissimo manager e mette davanti a tutti gli interessi dei propri soci di capitale: di mercati ne capisce quanto chiunque altro, e questo non sorprende chi ricorda che durante la Grande Crisi 2007-2009 alla guida del Tesoro USA c'era proprio il suo predecessore (CEO) alla guida di Goldman Sachs, ovvero Henry Paulson. Ed i suoi risultati, in quanto Ministro del Tesoro, ci provarono proprio questo, che dei mercati finanziari ne capiva quanto chiunque altro.
In questo non ci sarebbe nulla di male: è soltanto quell'ultima frase che ci lascia molto perplessi e anche un po' irritati: “We still have the same problems, we keep kicking the can down the road, but we do seem to be able to live with that,”. Questa frase è forse la migliore istantanea di ciò che sono, in realtà, le politiche monetarie di Draghi, Kuroda e fino ad un anno fa della Federal Reserve. Ma è profondamente irritante il tono della frase, tutta questa nonchalance, questa disinvoltura, questa leggerezza: visto che poi, quando ci sarà da pagare il prezzo di queste politiche, le pagheranno tutti gli altri, tranne che lui, che si sarà già ritirato alle Bermudas.