Lehman weekend? (parte 1)
Circa due settimane fa, e precisamente il 16 giugno, pubblicammo in un Post un sintetico elenco delle cose che andavano alla fine con la fine della vicenda Grecia. I fatti di oggi, sabato 27 giugno, e più precisamente il referendum greco ed il rifiuto dell'unione ad una estensione del piano di salvataggio, sono semplicemente la conferma dell'inevitabile. Il film è finito, ed ora siamo su terreni inesplorati ("uncharted territory" diceva oggi un irlandese ai negoziati): anche se le speranze dei più testardi ottimisti si avverassero (ovvero che Tsipras ritiri il referendum) la Grecia farà default dopodomani sul rimborso al FMI. Destino vuole che proprio oggi, nella medesima giornata, la PBOC, la Banca Centrale di Cina, abbia deciso un taglio dei tassi ufficiali che è una risposta molto azzardata e poco controllata al crollo dell'indice di Shanghai che vi mettemmo in evidenza nel Post di ieri. Anche la PBOC (come la BoJ, come la BCE) si ritrova costretta a fare quello che nel poker è definito come un all in : alla BoJ è andata malissimo, ed anche a Draghi è andata male, visto che a solo quattro mesi dalla partenza i prezzi dei bonds sono nettamente più bassi (e lui adesso può solo aspettare e sperare). Che cosa farà la PBOC, se tra 15 giorni l'indice di Shanghai avrà perso un altro 20%? I nodi vengono sempre al pettine: e se questo è un "Lehman weekend", lo è su una scala più ampia di quello del 2008. Oggi la scala è globale perché le ramificazioni sono fuori controllo.