Draghi: un'opinione personale
Nelle centinaia di Post che questo Blog pubblica, forniamo sempre al lettore punti di appiglio concreti ai quali ancoriamo le nostre posizioni, ed in particolare le posizioni operative: chi ci leggere deve non solo capire che cosa diciamo, ma pure deve avere chiaro il perché lo diciamo. E' trasparenza verso il lettore ed il Cliente. Ma per una volta ci permettiamo un'opinione personale, a commento dello show di Draghi ieri. Draghi ha ostentato ancora più sicurezza del solito, si è detto soddisfatto della crescita allo 0,3% trimestrale, non preoccupato dell'inflazione che non c'è, e pronto ad utilizzare "un ampio set di nuovi strumenti". Tutte affermazioni molto rischiose, che ci fanno dubitare proprio della sua sicurezza, anche in considerazione del fatto che Draghi non aveva tra le mani un solo successo da mettere in mostra alla stampa ed al pubblico. Draghi ieri ci ha ricordato l'ultimo Bernanke del 2013, amaro, ostinato e permaloso, che si ritrovava di fronte ai magri e insufficienti risultati dei primi anni del QE, e che volle a tutti i costi uscire di scena "su una nota alta" a fronte di critiche crescenti, e per questo lanciò l'operazione QE3 che provocò una serie di danni ed una situazione di empasse dalla quale ora Yellen (a due anni di distanza) non riesce ad uscire. Draghi ci ha ricordato quel Bernanke: che sa di avere perso la guerra, ma che lo stesso rilancia ancora con la medesima medicina che già non ha funzionato, perché ammettere la sconfitta costerebbe troppo caro. Così non se ne esce: e soprattutto, si lascia che a pagare il prezzo siano quelli che vengono dopo. E tutti noi investitori sui mercati, dove non potrà che esserci qualche nuovo eccesso di volatilità.