Il surplace: come gestire il portafoglio in questa fase
I mercati finanziari (azioni, obbligazioni, valute e materie prime) sono da un paio di settimane in una fase che non è certo di ritrovata calma (è sufficiente citare l'indice S&P 500 sotto la media a 200 giorni, oppure il VIX, e il DAX a 10000 punti lo yen a 120 contro USD, ma ci sono decine di indicatori) ma è piuttosto di surplace: ognuno degli operatori guarda negli occhi tutti gli altri, sperando che siano loro i primi a muoversi, per punirli così con una contromossa. Questo è in particolare il gioco delle trading rooms, un giochetto molto rischioso che noi non consigliamo ai nostri lettori, e che ovviamente non pratichiamo con i nostri portafogli. Nella gestione dei nostri portafogli modello, infatti, utilizziamo un criterio del tutto opposto al "guardare che cosa fanno gli altri": partiamo dalle nostre valutazioni di tutti gli asset che compongono l'universo investibile di Recce'd (circa 100 ad oggi), confrontiamo queste valutazioni con i prezzi di mercato, misuriamo così se ci sono opportunità e quali, ed infine le confrontiamo con i rischi associati ad ogni singola posizione (dato il prezzo attuale di mercato). Lasciamo quindi ad altri il giochino del surplace, e prendiamo posizioni chiare e nette. Non c'è in questo Post lo spazio per passare in rassegna i singoli asset (o classi di asset), cosa che facciamo invece nel nostro settimanale The Portfolio Edge riservato ai nostri Clienti: ma ci pare utile, anche per i semplici lettori, precisare i punti fermi sui quali si basano sia le nostre valutazioni sia la nostra strategia, che sono in questo 2015 e sin da gennaio sono i seguenti:
- una fase (di mercato, ed economica) si è chiusa quest'anno: i mercati stanno gradualmente "ritirando la fiducia" alle Banche Centrali e cambiano drivers, guardando all'economia reale ma anche alla stabilità finanziaria (debito)
- la ragione è che le operazioni cosiddette di QE funzionano solo fino a quando gli investitori possono essere convinti (illusi?) che il QE produca una ripresa dell'economia reale; questa convinzione viene però messa alla prova dei fatti in tempi brevi dai mercati: lo state vedendo, ad esempio, con il QE europeo; se la crescita non arriva mai (è il caso del Giappone, ma anche degli USA) i mercati guardano ad altri fattori
- a questo si aggiunge poi la dinamica delle valute: sia il Giappone, sia poi la BCE hanno puntato ad un deprezzamento del cambio con il dollaro USA, costringendo così anche la Cina ad agire; poi però gli USA hanno detto stop ed ora la tensione continua ad accumularsi
- conclusione: è ora di finirla di guardare alla Banche Centrali per decidere come investire; le stesse Banche Centrali hanno dichiarato in pubblico di dubitare della loro capacità di influenzare le economie reali: "non sono problemi di politica monetaria"; la "Greenspan put", poi "Bernanke put", ovvero la assicurazione di acquisti illimitati di titoli in caso di crisi dei mercati, non c'è più
- la direzione dei mercati, negli ultimi mesi del 2015 e poi del 2016, non sarà decisa dalle Banche Centrali: e le tre prossime riunioni (domani la BCE, il 27 e 28 la Fed, il 30 la Bank of Japan) lo dimostreranno in modo concreto. Molti si ritroveranno in novembre a fronteggiare lo stesso imbarazzo, le medesime difficoltà che hanno già sperimentato in agosto e settembre.
La fase di surplace dei mercati deve quindi essere impiegata per riflettere sul portafoglio e sulle proprie posizioni. Se siete ancora investiti sulla base di idee, criteri e tendenze ormai superate, vi conviene agire subito. I nostri portafogli modello, oggi sono già costruiti per il 2016.