Il doping e gli scarsi
A poche ore dall'audizione di Ben Bernanke al Congresso, circolano sui mercati (prodotte dalle banche di investimento e dai media ) le "liste di domande" che si vorrebbero fare a Bernanke. Nel frattempo, i volumi scambiati rimangono ai minimi del 2013: una situazione di attesa che sfiora la paralisi. E' inquietante osservare che, come mai in passato, tutti i mercati sono dominati da un solo fattore, e che questo fattore sono le parole di un uomo. Una situazione anomala, "un-precedented" almeno quanto le scelte di politica monetaria che ci hanno portato a questa situazione (vedi i precedenti posts "Playing God"). Nei risultati trimestrali pubblicati ieri da Goldman Sachs si vedono chiaramente quali sono gli effetti tangibili della politica di QE, mentre restano difficili da vedere gli effetti concreti sull'economia reale, ovvero il cosiddetto "interesse generale" che la Federal Reserve dovrebbe servire. Se ci limitiamo al mondo della finanza, Bernanke è un benefattore universale: guadagnano tutti, i più bravi e i meno bravi (e perfino quelli scarsi); come in ogni altro precedente episodio di bolla finanziaria, ognuno può andare dal Cliente dicendo "l'ho fatta guadagnare". Poi però, nell'albergo della Nazionale di Giamaica, o al Tour de France, arrivano gli ispettori e il sogno svanisce. Il conto, come sempre, lo pagherà Pantalone.