Beni rifugio e debt crisis (“gradually, then suddenly”)
 

Il lungo periodo non è il nostro forte.

Non amiamo il lungo periodo, in Recce’d: non siamo neppure sicuri che esista, il lungo periodo, quando si ragiona sugli investimenti.

Ma, come in ogni altra cosa della vita, esistono le eccezioni.

Occorre essere flessibili, ed adattarsi ai tempi che si vivono.

In un’epoca come quella attuale, che è una fase di passaggio (via da una vecchia Era dei mercati, e dentro una Nuova Era dei mercati) anche per noi di Recce’d diventa indispensabile affrontare il tema del lungo periodo.

Perché tutti noi investitori siamo chiamati ad affrontare un cambiamento epocale.

Per questa ragione, abbiamo deciso di ampliare il nostro palinsesto di pubblicazioni, e di creare un nuovo trimestrale dedicato al lungo periodo.

I Clienti lo riceveranno in settimana.

Per guardare al lungo periodo senza perdere la bussola, l’orientamento e le connessioni con il breve periodo che stiamo attraversando, servono ancoraggi soldi, forti.

Per questo nel Post di oggi celebriamo, prima di tutto,. la ricorrenza di Luigi Einaudi, nato 150 anni fa a Carrù, in provincia di Cuneo.

Il quale, senza alcun dubbio, si sarebbe ritrovato a suo agio leggendo ciò che Recce’d scrive in questo Post.

Ricordiamo tre fatti fondamentali dei mercati finanziari.

  1. I mercati finanziari NON salgono sempre: chi sostiene questa cosa è un ingenuo, un incompetente, oppure un malintenzionato, un mascalzone, un truffatore che sta cercando di fregarvi.

  2. I mercati salgono SOLO se le cose vanno migliorando NELLA REALTA’: e se voi investitori non avete ancora ben compreso questa cosa, allora siete destinati a passare brutti momenti, tra poco.

  3. I mercati scendono se le cose vanno peggiorando: e anche in questo caso, se voi lettori non avete capito come funziona, avrete pessime sorprese a breve. purtroppo.

Da vent’anni, gli Stati ed i Governi hanno provato ad introdurre una QUARTA variante, che dovrebbe funzionare come segue:

le cose nella realtà vanno migliorando PER CONSEGUENZA del fatto che i mercati finanziari salgono.

Prima, si fanno salire i prezzi sui mercati finanziari. E solo dopo, migliorerà la realtà.

Si tratta di una cretinata, una sciocchezza così tanto grande, che si fatica a credere che una massa di investitori ci abbia scommesso i propri risparmi: eppure è andata proprio così.

Nessuno se ne è reso conto?

Al contrario: tutti sanno che la situazione attuale è questa. Ma ci sono interessi forti, che vanno in una direzione ben diversa, rispetto agli interessi di noi investitori finali.

  • E’ stata una festa, per le banche di investimento: che vendono crescere, a dismisura e senza avere creato alcun valore aggiunto per l’economia reale, le commissioni che incassano sulle loro operazioni.

  • E’ stata una festa, per le Case di Fondi Comuni, i cui guadagni sono proporzionali alle masse in gestione, e non al vostro risultato, amici lettori.

  • E’ stata una festa per i promotori finanziari, i financial advisors, i private bankers, i wealth managers, che facendo leva sui rialzi degli indici possono vendere ai loro Clienti “prodotti finanziari” del tutto inefficienti, che funzionano solo se la bolla continua a gonfiare i prezzi degli asset. Facendo pagare, ai Clienti investitori, commissioni del 3%, 4%, 5%, e 6% per alcuni prodotti come in particolare le polizze..

La ricaduta più vistosa e più commentata di tutto questo movimento è stata, come tutti sapete, una grande euforia social, sfruttata per il proprio personale beneficio da molti, ed in misura particolarmente ampia da alcune menti geniali.

Si potrebbe dire, se volessimo adottare la definizione di Fruttero e Lucentini, vecchia di quaranta anni, che è stata una grande “festa dei cretini”.

Ce lo ha spiegato di recente anche il noto giornalista Pierluigi Battista, che leggiamo qui di seguito.

Quando scrissero La prevalenza del cretino, Fruttero & Lucentini non conoscevano l’epopea del social network. L’avessero conosciuta, non avrebbero parlato più di “prevalenza”, ma di “dittatura universale”.

Scrivevano:

«Una società che egli si compiace di chiamare “molto complessa” gli ha aperto infiniti interstizi, crepe, fessure orizzontali e verticali, a destra come a sinistra, gli ha procurato innumeri poltrone, sgabelli, telefoni, gli ha messo a disposizione clamorose tribune, inaudite moltitudini di seguaci e molto denaro. Gli ha insomma moltiplicato prodigiosamente le occasioni per agire, intervenire, parlare, esprimersi, manifestarsi, in una parola (a lui cara) per “realizzarsi”».

Avevano in mente la televisione, i giornali, le radio. Non potevano pensare che, tra le “innumeri poltrone” e gli “infiniti interstizi”, il “cretino” avrebbe avuto a disposizione i vertiginosamente vasti spazi della “blogosfera”.

Pier Luigi Battista

Curiosamente, NON è stata invece una festa per l’investitore finale, il cui valore del patrimonio investito è rimasto in buona sostanza sempre lo stesso: ed infatti, in giro si ripete che tutti gli indici sono ai massimi, ma noi NON guadagniamo mai.

Lo scriveva il 4 aprile 2024 anche il Wall Street Journal (sotto).

Noi di Recce’d lo abbiamo dimostrato il 26 gennaio 2024. producendo un dettagliato documento di 76 pagine, dedicato proprio ai rendimenti dei diversi portafogli e “prodotti finanziari”: dalle GPM ai Fondi Comuni alle Polizze ai certificati.

Quel nostro lavoro dimostra che, anche se negli ultimi anni la politica dei Governi ha gonfiato i prezzi dei diversi asset finanziari, il beneficio per l’investitore finale è stato … nulla (lo dimostra l’immagine sotto che propone un esempio qualificato, tra le centinaia che si possono produrre, su vostra richiesta).

Il risultato dell’investitore medio che si affida a questo tipo di soluzioni diventerà negativo, da oggi in avanti.

Noi di Recce’d in questi anni abbiamo scritto, detto, e fatto l’opposto: noi NON abbiamo partecipato a quella festa, la Festa delle Bolle.

Per scelta: abbiamo scritto e detto, in centinaia di occasioni, che se si tratta di guadagnare 100 rischiando 500, allora quello NON è mai un buon investimento. E’ appunto una cretinata. Sarà meglio il casinò a St. Vincent, e di molto; oppure investire scommettendo sulle partite del Campionato di calcio.

Il NON partecipare alla Festa delle Bolle, notatelo bene, NON ha penalizzato il nostro Cliente. Noi NON siamo rimasti indietro, rispetto a quelli che hanno messo i loro soldi sul “pivot della Fed” oppure sui “SETTE tagli dei tassi nel 2024”.

Come è stato possibile? Perché noi ne siamo capaci, e lo abbiamo dimostrato.

Ora, che quella festa, nel 2024, è finita, per noi le prospettive migliorano decisamente.

Che la Festa delle Bolle sia finita lo state già venendo sui mercati, anche se ancora oggi lo S&P 500 sta sopra i 5000 punti.

Ma è davvero finita, e non torna più.

I segnali che arrivano dai mercati finanziari, in questo inizio di aprile sono particolarmente significativi: proprio perché inattesi e (per moltissimi) del tutto inspiegabili.

Che cosa ha fermato la fase che tutti chiamano Riccioli d’Oro (goldilocks)? Che cosa ha messo fine alla favola? Dove è Nvidia? Parlateci ancora di Nvidia, per carità!

Secondo un veterano del mercato, fattori geopolitici e strutturali hanno messo l’oro sulla buona strada per raggiungere i 2.600 dollari l’oncia entro un anno.

Il metallo prezioso ha raggiunto massimi record consecutivi quest'anno, compreso un altro giovedì, quando l'oro spot ha superato i 2.300 dollari prima di rallentare leggermente. All’inizio di venerdì veniva scambiato intorno a 2.278 dollari l’oncia.

Le ragioni dietro la sua salita – e quanto in alto potrà arrivare nel breve e medio termine – sono temi scottanti tra gli investitori, soprattutto perché i guadagni del mercato azionario rimangono robusti.

Juerg Kiener, chief investment officer di Swiss Asia Capital, ha dichiarato mercoledì al programma "Street Signs Asia" della CNBC che la sua analisi della curva prospettica dell'oro "sembra fantastica".

“Se guardi la curva forward per un anno è di circa 26 [$ 2.600]. Penso che potremmo essere molto veloci se prendiamo 23 [$ 2.300], c’è molta domanda repressa”, ha detto.

Ha aggiunto che un crollo delle scorte nel mercato dell’oro sta mettendo a rischio “molte strutture derivate”.

“Probabilmente mette a rischio anche molte strutture che sono sul mercato e giocano all’oro, perché [i trader] potrebbero non essere in grado di coprire [le loro posizioni corte]. E se dico che 26 per me è solo una curva in avanti, nel caso in cui si verificasse una breve compressione i numeri andrebbero molto più in alto”.

Uno short squeeze si verifica quando il prezzo di un asset aumenta bruscamente e coloro che detengono posizioni corte – che scommettevano sul calo dei prezzi – sono costretti ad acquistare l’asset per evitare ulteriori perdite, in genere facendo salire ulteriormente il prezzo.

Kiener ha anche citato la geopolitica, il passaggio a un “mondo multipolare” e il cambiamento delle strutture del commercio internazionale come ragioni del suo atteggiamento rialzista sul prezzo dell’oro. Un’altra era che i governi “stampassero denaro come se non ci fosse un domani”, ha aggiunto.

L’oro è generalmente visto come un cosiddetto bene rifugio e anche come una potenziale copertura contro l’inflazione.

La geopolitica è stata citata da diversi analisti come base per un’ipotesi rialzista a medio termine per l’oro, tra le guerre a Gaza e in Ucraina, le imminenti elezioni statunitensi e la possibilità di recessione nelle principali economie.

Un altro fattore comunemente citato è la probabilità di tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve americana, di cui tre sono previsti quest’anno. I minori costi di finanziamento tendono ad aumentare l’attrattiva dell’oro poiché gli investitori si allontanano dagli asset a reddito fisso come le obbligazioni.

“Abbiamo un flusso massiccio di metalli preziosi in partenza dall’Occidente”, ha detto, aggiungendo che c’è stato un “vero spostamento” verso una domanda crescente di preziosi in Asia e nei paesi BRIC più in generale.

Secondo il World Gold Council, gli investitori e le famiglie cinesi hanno mostrato un aumento della domanda di oro nel 2023, mentre il mercato immobiliare del paese è rimasto in turbolenza e i mercati azionari sono crollati.

Le banche centrali hanno anche aumentato le loro riserve auree nell’ultimo anno, sostenendo i prezzi.

Il segnale non ci arriva soltanto dall’oro. Ci sono altre cose che si muovono, oggi.

The Bottom Line

Alcuni dei soliti sospetti di rifugio sicuro (safe haven) sono stati relativamente popolari questa settimana.

Oro prima di tutto: i prezzi hanno raggiunto nuovi massimi questa settimana. Anche lo yen giapponese, in ribasso da mesi, ha ottenuto una rara tregua, recuperando giovedì da livelli contro il dollaro che molti temono possano innescare l’intervento del governo.

Sono state citate le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente, mentre i prezzi del petrolio sono saliti ai livelli più alti in più di cinque mesi.

Secondo quanto riferito, Israele si sta preparando ad attacchi di ritorsione dopo che un presunto attacco aereo israeliano sul complesso dell’ambasciata iraniana a Damasco ha ucciso diversi generali iraniani.

Tutto questo mentre i mercati azionari statunitensi – che hanno avuto performance straordinarie negli ultimi 12 mesi – hanno corretto questa settimana in un debole inizio del secondo trimestre.

I successivi commenti dei funzionari della Federal Reserve americana questa settimana hanno anche temperato le speranze di un primo taglio dei tassi, che i mercati si aspettano avvenga durante la riunione della Fed di giugno.

Con l'indice CBOE Market Volatility che ha toccato il livello più alto dalla fine dello scorso anno, alcuni investitori sembrano coprire le proprie posizioni in previsione di una maggiore volatilità futura.

Il sentimento di avversione al rischio è inconfondibile.

Avversione al rischio, si dice qui sopra: ok, capito. ma da dove viene? Come avete appena letto nel brano precedente, in giro c’è grande confusione: ad esempio, tra il “rischio di inflazione” e allo stesso momento i “tagli dei tassi della Federal Reserve”. Mah …

Il nostro parere è che è più utile guardare ai “tassi di interesse in termini reali”, per capire meglio ciò che sta succedendo: cosa che con i Clienti abbiamo già fatto nella settimana che si è appena conclusa, nel quotidiano The Morning Brief.

L’impennata dell’oro ai massimi storici è straordinaria, nonostante gli elevati rendimenti reali che normalmente lo farebbero crollare.

Ciò segnala che è probabile che il metallo inverta rapidamente la salita di quest’anno, a meno che gli asset rischiosi non crollino a causa di una crisi economica o finanziaria.

Il rendimento reale a 10 anni è ancora intorno al 2%, un livello mai visto dal 2009.

Ciò dovrebbe danneggiare un asset non fruttifero come l’oro, ma non è così.

Le due volte precedenti, prima dell’impennata attuale, quando l’oro ha raggiunto livelli record, sono stati periodi di rendimenti reali negativi: durante la pandemia e nel 2011-2012, quando le difficoltà del debito sovrano europeo seguivano la crisi finanziaria globale.

Prima che l’introduzione dei TIPS consentisse di monitorare prontamente le aspettative del mercato per i tassi reali, l’ascesa del metallo prezioso a un record nel 1980 avvenne quando i rendimenti nominali a 10 anni erano ben al di sotto del tasso di inflazione.

Ciò rende vulnerabile il rally dell’oro quest’anno, anche se potrebbe anche segnalare che gli investitori stanno cominciando a temere l’arrivo di grandi turbolenze.

L’impennata che ha raggiunto il picco nel 2011 ha superato il massimo dell’oro del 1980 all’inizio del 2008, ben prima del crollo di Lehman Brothers.

È possibile che il vero vantaggio per il metallo giallo sia il sentiment negativo, piuttosto che i rendimenti reali negativi

Molti, e siamo sicuri che lo stesso si può dire di voi lettori, sono stati colpiti dal leggere di un “sentiment negativo”.

Sentiment negativo? Con lo S&P 500 a 5200 punti?

Sentiment negativo? Con la Borsa a Milano a 35000 punti?

Sentiment negativo? Con i magnifici sette tutti ai massimi storici … ah, no, quello ora non è più vero.

Abbiamo chiamato in causa, più in alto, anche Elon Musk, un abilissimo manipolatore che ha però di recente una parte dei suoi superpoteri.

Noi investitori (anche Recce’d, che mai ha investito in Tesla) siamo ora costrette a chiederci: ci può essere una Festa, se non partecipa Elon Musk?

Il mercato può stare in piedi, può reggere, all’assenza di Elon Musk?

Non sarà che il citato “sentiment negativo” è una conseguenza del fatto che Musk ora produce meno tweet?

La risposta la lasciamo ai social.

Chiudiamo il Post suggerendo ai nostri lettori, in alternativa al fare surf sui social e leggere soltanto frasi di due righe al massimo, di leggere finalmente un libro, che vedete pubblicizzato dall’Autore (l’amico Lawrence Mc Donald) nell’immagine qui sopra.

E il libro di Recce’d? A tempo debito, ve ne parleremo.

La frase che accompagna l’immagine qui sopra si collega a ciò che abbiamo scritto proprio in apertura del nostro Post di oggi.

L’amico Mc Donald vi anticipa che è in arrivo il conto da saldare: ed è il prezzo degli eccessi degli ultimi venti anni.

Perché il conto va saldato? Proviamo con questa sintesi ripartendo dallo scorso giovedì 4 aprile 2024: si scrive e si dice regolarmente nelle chat e nelle community quanto segue:

sul mercato c’è chi la vede bianca e chi la vede nera, c’è chi dice che succede questo e c’è chi dice che succede quello, ed hanno tutti ragione di tanto in tanto

Affermando questo, però, si dimentica (ed è davvero una grave dimenticanza) che la realtà, quella è una sola, ed è vero che c’è chi dice che tagliano i tassi e c’è chi dice che non li tagliano ma è ancora più vero che poi però NON li tagliano.

Ed allora, uno solo avrà avuto ragione. O è vero, oppure non è vero.

An armada of FedSpeak today was pretty much all in the same direction - need more time on inflation, no rush to cut (but will cut), jobs strong - with the only divergence being the degree (Gooslbee, more dovishly worried about labor market due to rising delinquencies; to Kashkari, more hawkishly questioning any need to cut rates at all given how economy is doing).

In order of their appearance:

  • *BARR: BANKS' OFFICE COMMERCIAL REAL-ESTATE ISSUES TO TAKE TIME

  • *KUGLER: `SOME LOWERING' OF RATES THIS YEAR LIKELY APPROPRIATE

  • *FED'S HARKER SAYS INFLATION IS STILL TOO HIGH

  • *BARKIN: FED HAS TIME TO GAIN MORE CLARITY BEFORE LOWERING RATES

  • *GOOLSBEE: WORTH STAYING ATTUNED TO DETERIORATION IN JOBS MARKET

  • *KASHKARI: QUESTION OF WHY CUT RATES IF ECONOMY REMAINS STRONG

  • *MESTER: NEED MORE PROGRESS ON HOUSING, CORE SERVICES INFLATION

Everything was going swimmingly early on. Stocks saw jobless claims data and algos greenlit the buying panic (read all about the farce that is jobless claims here).

The gains survived the various Fed speakers early on until Kashkari spoke and hinted at the potential of no rate-cuts and that seemed to trigger a wave of selling in stocks.

“In March I had jotted down two rate cuts this year if inflation continues to fall back towards our 2% target,” Kashkari said in a virtual event with LinkedIn on Thursday.

“If we continue to see inflation moving sideways, then that would make me question whether we needed to do those rate cuts at all.”


Un buon investitore, a questo punto, ha già capito.

Un buon investitore, poi, non dimentica, e mai dimenticherà ciò che disse Neil Kashkari nel mese aprile del 2021, quando i tassi della sua Fed stavano a zero (e pochi mesi dopo abbiamo visto il 10% di inflazione). Questa è la medesima persona che oggi dice le cose che avete letto proprio qui sopra.

E quindi, un buon investitore oggi ha già fatto ciò che va fatto, per proteggere il patrimonio ed allo stesso tempo guadagnare.

Chiamateci, che ne parliamo: e commentiamo insieme anche i dati che seguono, che riguardano il debito e che sono il risultato di un milione di esercizi di simulazione.

Simulazioni di questo tipo sono il lavoro attraverso il quale Recce’d stima sia il rendimento sia il rischio di tutti gli asset che stanno nel nostro universo investibile. dati dai quali derivano le scelte di portafoglio e le performances.

Pericolo del debito

C’è un po’ il problema del “ragazzo che grida al lupo” con gli avvertimenti sulla sostenibilità del debito americano.

Tali preoccupazioni abbondano da anni. Ma i bassi tassi di interesse hanno contribuito a mantenere la situazione nascosta e vari scenari alternativi sembravano sempre possibili. L’inflazione contribuirà a erodere il peso del debito. La produttività accelererà. I tagli fiscali stimoleranno la crescita e le entrate del Tesoro aumenteranno.

Ora, una nuova analisi di Bloomberg Economics offre una prospettiva che fa riflettere. Aggiungendo tutta una serie di diverse potenziali combinazioni di variabili economiche – circa 1 milione di esse – e nell’88% dei casi, i risultati mostrano che il rapporto debito/PIL è su un percorso insostenibile.

Cosa è insostenibile? La definizione iniziale è quella che vede il rapporto salire più in alto nel prossimo decennio rispetto alla cifra del 97% registrata lo scorso anno, che era quasi il doppio rispetto al 2009.

E perché la questione è urgente adesso? Le preoccupazioni stanno aumentando perché gli Stati Uniti hanno ormai registrato anni di solida crescita, con il mercato del lavoro effettivamente in piena occupazione. Eppure le proiezioni ufficiali del Congressional Budget Office mostrano che il rapporto debito/PIL raggiungerà il 116% nel 2034, un massimo storico.

Le simulazioni mostrano una gamma di incertezze attorno alle previsioni del CBO

Risultati del 10° e 90° percentile di un milione di scenari

Fonti: Congressional Budget Office, Bloomberg Economics

Il CEO di BlackRock Larry Fink ha dichiarato la scorsa settimana che la situazione del debito pubblico americano “è più urgente di quanto possa mai ricordare”. Lunedì, il fondatore di Citadel Ken Griffin ha detto agli investitori in una lettera agli investitori dell’hedge fund che il debito nazionale degli Stati Uniti è una “preoccupazione crescente che non può essere trascurata”.

E ricordiamo che il presidente della Federal Reserve Jerome Powell è intervenuto in modo insolito all’inizio di quest’anno con il suo ammonimento secondo cui “probabilmente è giunto il momento, o forse è passato il tempo” che i politici affrontino la situazione fiscale.

Il segretario al Tesoro Janet Yellen ha sostenuto che i piani fiscali dell’amministrazione Biden tengono la situazione sotto controllo. E afferma che il suo parametro preferito per la sostenibilità del debito – il rapporto tra spesa per interessi aggiustata per l’inflazione e Pil – rimane gestibile.

Yellen ha indicato che preferirebbe vedere tale parametro al di sotto del 2% del PIL. Anche Bloomberg Economics ha effettuato simulazioni su questo argomento. Lì i risultati sono stati più promettenti: la soglia è stata violata solo nel 30% delle simulazioni.

I costi degli interessi statunitensi aggiustati per l’inflazione potrebbero salire oltre il 2% del PIL

Risultati del 10° e 90° percentile di un milione di scenari

Fonti: Congressional Budget Office, Bloomberg Economics

Ciononostante, con la spesa per la difesa che quasi sicuramente supererà le proiezioni ufficiali e i tassi di interesse che permangono ben al di sopra dei livelli pre-pandemia, i rischi stanno crescendo. Sebbene non sia possibile conoscere un esatto “limite superiore” per il debito federale, l’economista dell’Università di Harvard Kenneth Rogoff ha avvertito il mese scorso che ci saranno sfide con l’aumento del livello.

“Washington in generale ha un atteggiamento molto rilassato nei confronti del debito di cui penso che se ne pentiranno”, ha detto Rogoff, ex capo economista del FMI.

Questa settimana, per chiudere il nostro Post, chiediamo aiuto all’amico Mohamed El Erian, che ha rilasciato proprio oggi un’intervista in italiano al quotidiano La Repubblica: numerosi degli spunti che trovate in questa intervista sono alla base delle nostre prossime operazioni sui portafogli modello di Recce’d, ed è per questo che verranno riprese già da lunedì mattina, 8 aprile, nel nostro quotidiano The Morning Brief.

Come in ogni precedente occasione, condividiamo una parte e siamo in disaccordo su altre: ma si tratta in ogni caso di spunti ed osservazioni qualificate ed utili, decisamente superiori a quelli delle chat e delle community.

Ed è proprio per questo che per voi investitori sono utilissime.


CERNOBBIO
— Al Forum Ambrosetti il clima è «più positivo» che negli ultimi anni: gli effetti della guerra in Ucraina, la crisi energetica e i picchi inflazionistici sembrano archiviati. Ma il presidente del Queens’College di Cambridge, Mohamed El-Erian, invita a mantenere la guardia alta. Il crescente abisso tra Europa e Stati Uniti, secondo l’ex numero uno di Pimco, nasconde ragioni che non bisogna sottovalutare. Mentre sull’eventuale arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump, El-Erian smorza gli allarmi.

Com’è l’umore al Forum Ambrosetti?

«È più positivo che negli ultimi due anni. L’Europa ha attraversato lo shock economico molto meglio di quanto ci si aspettasse. E gli Usa stanno andando molto meglio delle attese».

Merito dei pacchetti di stimolo di Biden come l’Inflation reduction act?

«Certo, ma anche dell’aumento dell’immigrazione che ha spinto l’offerta mantenendo bassi i salari. E della spinta delle imprese e dei risparmi accumulati durante la pandemia dalle famiglie».

La Germania è l’anello debole dell’Europa?

«Ciò che la Germania ci sta dicendo va ascoltato molto attentamente. Il modello di crescita europeo ha bisogno di essere riformato. La Germania è un’economia aperta, dipende dalle esportazioni, e l’automotive è trainante, e il mondo sta evolvendo in una direzione in cui questi due fattori diventano avversi. In più ha freno al debito che ne limita i margini di manovra. Ma il messaggio vero è che l’Europa preoccupa perché dovrebbe investire più in settori che conteranno in futuro per la crescita: nella tecnologia e l’intelligenza artificiale, nella biotecnologia, nella difesa e nell’energia sostenibile. E deve farlo al livello comunitario».

Però i paletti di Karlsruhe imbrigliano la Germania, il Patto di stabilità l’Europa: come possono essere coniugati con il bisogno di una maggiore spesa in difesa, nella transizione energetica e nella rivoluzione tecnologica?

«L’Europa, più di ogni altro Paese o continente, ha bisogno di partnership intelligenti tra pubblico e privato».

Basterebbe?

«Può darsi. Ma dovranno essere definiti al livello comunitario».

Se Donald Trump vincesse le elezioni, ha già detto che imporrà dazi pesanti, del 10%, e persino più pesanti sulla Cina. Al Forum di Cernobbio il 40% degli imprenditori e manager teme effetti negativi sulle proprie attività.

«Vero. E la gente pensa subito al protezionismo. Ma quella misura sarebbe anche un generatore straordinario di entrate. Ne produrrebbe 300 miliardi di dollari».

Distruggendo il commercio globale.

«Certamente sarebbe un’enorme sfida al commercio globale. Ma le sfide sono tante. Siamo in un mondo frammentato, in cui le catene di valore si stanno ridisegnando. La globalizzazione come la conoscevamo finora cambierà».

Quindi lei non è troppo pessimista su Trump?

«Anteporrà gli Stati Uniti a tutto. Cercherà di aumentare la divergenza con il resto del mondo. Non ci si rende ancora bene conto di quanto gli Usa stiano crescendo già adesso. Ieri è uscito il rapporto mensile sull’occupazione: le attese erano di 200mila nuovi posti di lavoro, l’economia ne ha creati 303mila».

Un ambito in cui Europa e Stati Uniti non stanno divergendo è la politica monetaria. Ci si aspetta taglino i tassi sia la Fed sia la Bce. Ma ci si può fidare di questo calo di inflazione?

«L’inflazione sta scendendo più rapidamente in Europa che negli Usa. Ma ciò di cui nessuno parla è l’aumento dei prezzi del petrolio».

È tornato a 90 dollari.

«Esatto. E l’aumento da 80 a 90 dollari e avvenuto unicamente per l’attacco dell’ambasciata iraniana a Damasco da parte di Israele. La percezione è che sia stata superata una linea rossa, che il conflitto possa allargarsi. E quando vado in giro sento molta delusione per l’incapacità degli americani di contenere Israele. In termini di vite umane perdute, distrutte, di bambini uccisi, della completa distruzione di case e infrastrutture, guarderemo alle guerre in Ucraina e Israele con un totale senso di fallimento come esseri umani»

Valter Buffo
La grande sorpresa nell’uovo di Pasqua 2024: “the most interesting next story”.
 

Il Post di questa domenica è il completamento del lavoro pubblicato sette giorni fa qui nel Blog: anche quello partiva dall’immagine qui sopra.

Mohamed El Erian è un commentatore, Autore e professionista che Recce’d stima particolarmente. Le sue analisi, sempre concrete ed applicate alla realtà, sono state per noi in numerose occasioni un utilissimo supporto per le nostre analisi, approfondimenti, valutazioni degli asset finanziari e delle asset class.

Per questa ragione, seguiamo con attenzione particolare i suoi lavori: anche se, ovviamente, non sempre, non nel 100% dei casi, ne condividiamo le conclusioni.

Un esempio è quello che trovate qui sotto: l’analisi che leggete è molto vicina a quella che noi avevamo proposto la settimana scorsa attraverso il nostro Blog. Si tratta di una analisi concreta, comprensibile ed utile. Tutti gli elemento fondamentali per questa analisi vengono presentati con chiarezza.

E tuttavia, rispetto a quelle che erano stato le conclusioni di Recce’d di sette giorni fa, qui si rileva una notevole differenza.

El Erian ha pubblicato quattro giorni fa, sul Financial Times. Vi sottoponiamo per intero l’articolo, tradotto, così che voi lettori abbiate a disposizione un punto di vista sempre molto qualificato, ma differente rispetto al nostro.

In particolare, dove El Erian scrive:

Questa possibilità è un rischio piccolo ed è giustificato cogliere il potenziale rialzo per il benessere economico generale.

Il parere di Recce’d ( e non solo di Recce’d, ovviamente) è diverso in questo:

  1. il rischio non è piccolo: allo stato delle cose di oggi, 31 marzo 2024, non è più neppure un rischio, ma è una certezza; tanto quanto era una fesseria la storiella della “inflazione transitoria”: anzi, è proprio la medesima cosa

  2. non è giustificato, ma proprio per nulla: che bisogno c’è mai, di assumersi oggi questo rischio, con gli attuali tassi di disoccupazione, di crescita del PIL, di deficit degli Stati e della stessa inflazione? A che cosa dovrebbe servire? Dove dovrebbe portarci?

Voi, amici e lettori di Recce’d, che risposta avete dato, alle domande che ci siamo fatti sopra, prima di fare la scelta di come comporre il vostro portafoglio di investimenti finanziari? E prima di decidere come andrà poi gestito il vostro portafoglio titoli, a fronte delle tante sorprese che stanno per arrivare sui mercati?

Le implicazioni operative del pivot che viene citato sopra nella prima immagine, per azioni, obbligazioni, materie prime e valute, sono molto, molto ampie, e molto, molto rilevanti: si modificano sia le performances di breve sia le performances di medio termine.

Restano valide quindi, in ogni caso, le considerazioni che noi facemmo sette giorni fa, relative alla grande importanza della settimana del 18 Marzo, che ha preceduto quest’ultima: in ragione della svolta che si è materializzata nella settimana in questione.

Che è poi è proprio quella che Recce’d aveva anticipato, ai suoi lettori, nella parte finale del 2023.

Ed è anche il pilastro sulla base del quale Recce’d ha costruito la strategia di investimento sulla quale poggiano le scelte che abbiamo fatto per tutti i nostri portafogli modello.


Mohamed El Erian è presidente del Queens' College di Cambridge e consigliere di Allianz e Gramercy.

Non mi sorprenderebbe se i futuri libri di storia economica dovessero guardare indietro all'ultima settimana nel settore delle banche centrali come a un allontanamento dal rigido obiettivo di inflazione da parte dei Governi e delle banche centrali più influenti del mondo.

Benché lungi dall’essere definitivo o esente da rischi, si tratta di un cambiamento che potrebbe portare a risultati economici superiori e che avrebbe ragionevoli possibilità di funzionare.

Ed è un approccio politico che potrebbe risultare superiore agli altri poiché le banche centrali si trovano ad affrontare un ambiente operativo particolarmente fluido dal punto di vista economico e politico a livello nazionale e globale.

Non capita spesso di vedere una banca centrale rispettabile rivedere al rialzo le sue previsioni di inflazione e crescita e tuttavia rafforzare un orientamento accomodante nella sua posizione politica. Eppure questo è quello che è successo a Washington la scorsa settimana, quando la Federal Reserve ha alzato di un livello quelle previsioni e tuttavia ha lanciato due segnali consequenziali: la volontà di tollerare un’inflazione più elevata per un periodo più lungo e l’apertura a rallentare la riduzione in corso nel suo bilancio.

Reagendo a questi segnali inaspettati di non-pazienza in termini di politica monetaria, i mercati hanno spinto le azioni e l’oro significativamente al rialzo, fino a livelli record. Inoltre, i prezzi delle obbligazioni sono aumentati poiché i trader sono diventati più fiduciosi che la Fed potesse tagliare i tassi di interesse già a giugno, nonostante i rapporti sull’inflazione più caldi del previsto per gennaio e febbraio.

Il presidente della Fed Jay Powell ha giustificato la posizione della banca centrale affermando che la storia dell’inflazione era “sostanzialmente la stessa” nonostante questi dati e la revisione al rialzo delle sue stesse proiezioni di inflazione.

Ma la Fed non è stata l’unica banca centrale che i mercati hanno ritenuto sorprendentemente accomodante.

Due giorni prima della Fed, la Banca del Giappone ha presentato il suo primo aumento dei tassi di interesse in 17 anni in un pacchetto accomodante. Pertanto, nonostante la BoJ abbia annunciato un’uscita dalla sua politica di contenimento dei rendimenti obbligazionari, lo yen si è indebolito rispetto al dollaro invece di apprezzarsi alla notizia che il Giappone è stata l’ultima banca centrale a portare i tassi di interesse nominali in territorio positivo. L’inflazione più forte del previsto del Giappone ha reso il suo “rialzo accomodante” ancora più notevole, spingendo la valuta vicino al minimo di 32 anni.

Le sorprese accomodanti delle banche centrali non si sono fermate qui. Il giorno dopo la riunione della Fed, la Banca nazionale svizzera ha inaspettatamente tagliato i tassi di interesse, facendo scendere di circa l’1% il valore della sua valuta.

Ora, ciascuna di queste mosse potrebbe essere spiegata da fattori specifici del paese. Indubbiamente, e usando un’abile distinzione che ho sentito anni fa dal mio ex collega di Pimco Andrew Balls, i risultati della banca centrale della scorsa settimana sono stati correlati piuttosto che coordinati.

Detto questo, sono coerenti con un più ampio cambiamento di paradigma macroeconomico che le banche centrali alla fine saranno costrette ad abbracciare in modo esplicito.

Ogni settimana sembra che ci sia un nuovo segnale che il lato dell’offerta dell’economia globale funziona in modo meno flessibile di prima e, soprattutto, di quanto necessario.

Le cause vanno dalle rigidità economiche e transizioni strutturali agli shock geopolitici e al prevalere della sicurezza nazionale sull’economia nel determinare gli investimenti, la tecnologia e le relazioni commerciali transfrontaliere.

Il risultato è un lato dell’offerta che non consentirà facilmente all’inflazione di scendere rapidamente al 2% e rimanere lì senza inutili danni al benessere economico e alla stabilità finanziaria. Non fraintendermi. Non riceveremo grandi annunci di modifiche agli obiettivi di inflazione, non quando le banche centrali hanno mancato così tanto i loro obiettivi dopo aver definito erroneamente l’inflazione come “transitoria” tre anni fa.

Si tratterà invece di una progressione lenta, guidata dalla Fed. Le banche centrali prima espanderanno le aspettative sui tempi del viaggio verso il 2% e poi, a lungo termine, passeranno a un obiettivo di inflazione basato su un intervallo, diciamo 2-3%. La Fed dovrebbe astenersi dal compromettere il successo .

Alcuni considereranno questo un ulteriore indebolimento della credibilità della banca centrale, e una minaccia al disancoraggio delle aspettative inflazionistiche. Faranno riferimento all’orribile esperienza degli anni ’70, quando i banchieri centrali dichiararono prematuramente la vittoria sull’inflazione solo per vederla risalire, richiedendo l’imposizione di una grande recessione per portarla sotto un controllo duraturo.

Questa possibilità è un rischio piccolo ed è giustificato cogliere il potenziale rialzo per il benessere economico generale. Sarebbe particolarmente efficace se accompagnato da ulteriori misure governative per promuovere un’offerta più flessibile, anche concentrandosi su una maggiore partecipazione alla forza lavoro, una migliore riorganizzazione delle competenze, migliori infrastrutture e un maggiore partenariato pubblico-privato per far avanzare i motori della crescita di domani, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale generativa. , scienze della vita ed energia verde.

Conclusione: Mohamed El Erian sostiene che lasciare correre l’inflazione ed il deficit degli Stati al medesimo tempo potrebbe essere una buona cosa, o quanto meno la meno peggiore cosa tra quelle possibili (data la rigidità dal lato dell’offerta).

Noi ed altri sosteniamo che potrebbe essere una buona cosa, ma che al tempo stesso potrebbe anche essere una pessima scelta, dalle conseguenze negative così tanto grandi, da essere irreparabili e lasciare quindi un segno nella storia sia dei mercati finanziari, sia del vostro portafoglio titoli. I rischi sono di molto superiori ai possibili guadagni.

In ogni caso, è questa la “more interesting next story” (immagine).

Voi, amici lettori, come la vedete? Che cosa vi ha detto il promotore finanziario, il wealth manager? L’amico “sveglio”? Che cosa avete letto nella community e nella chat? E sul vostro quotidiano di riferimento?

In ogni caso, amici lettori, se voi oggi non avete un’idea, un’idea chiara, un’idea forte su questo specifico aspetto della realtà dei mercati finanziari, allora fareste meglio a NON investire del tutto, sui mercati finanziari.

In ogni caso, e qualsiasi sia la strada che prenderete, vi sarebbe davvero utile contattarci attraverso gli indirizzi forniti dal sito.

Parleremo insieme della “most interesting next story”: e si tratta di qualche cosa di cui è MOLTO utile parlare PRIMA mentre è del tutto inutile parlare DOPO

Valter Buffo
Fine del primo trimestre 2024. E' arrivato il pivot: e attenzione ! ... questa volta è quello vero.
 

The benchmark S&P 500 (SP500) on Friday marked its best weekly performance of 2024, snapping a two-week losing streak in the process. Wall Street's bull run was rekindled after the Federal Reserve's updated dot plot stuck to three interest rate cuts this year. Many market participants were fearing much worse, and Fed Chair Jerome Powell further allayed concerns with a relaxed attitude towards recent hot inflation reports. For the week, the S&P 500 (SP500) advanced +2.3%, the blue-chip Dow (DJI) added +2.0%, and the tech-heavy Nasdaq Composite (COMP:IND) climbed +2.9%.

Oggi, come già sette giorni fa, la … faremo molto breve: questo perché Recce’d è stata impegnata negli ultimi giorni quasi del tutto sul lavoro di stima per i rendimenti dei diversi asset he abbiamo in portafoglio e dei nuovi asset che faremo entrare nei portafogli modello.

Questo perché i segnali, quelli che noi di Recce’d aspettavamo, e quelli che ci dicono in modo più chiaro quanto renderanno gli asset finanziari e le classi di asset, e che ci indicano il rischio, o meglio il downside, ovvero lo spazio di ribasso, di ogni singolo asset, ebbene quei segnali in marzo sono arrivati.

E sono segnali forti.

Adesso, tocca a noi: da qui, in avanti, e per tutto il 2024, la partita (la partita dei rendimenti) è nelle nostre mani. Siamo noi, adesso, quelli che decidono.

Faremo come la settimana scorsa: essendo il nostro tempo quasi del tutto impegnato nelle nuove operazioni sui portafogli modello, siamo costretti a limitare questo nuovo Post ad una … sintetica storia per immagini, con poco testo di accompagnamento.

Gli approfondimenti del caso saranno poi disponibili nella nuova Lettera al nostro Cliente, che stiamo preparando, e poi da domani in The Morning Brief, ogni mattina.

Entriamo nel merito, partendo dai fatti dell’ultima settimana, che in estrema sintesi avete già letto proprio in apertura di questo Post, e spieghiamone la grande importanza per tutti gli investitori, per tutti i portafogli e per tutte le performances.

Il titolo ci annuncia l’arrivo (cento volte annunciato, e poi sempre rimandato) del pivot, proprio nella settimana appena conclusa.

Ma se la Federal Reserve NON ha tagliato i tassi, e neppure la BCE ha tagliato i tassi, l’investitore si domanderà: ma di qual pivot parla questo titolo?

Il titolo di CNBC si riferisce, forse, al taglio del costo ufficiale del denaro in Svizzera?

Oppure, con questo titolo, si fa riferimento al Giappone?

Dove però il costo del denaro è salito?

L’investitore si è reso conto, immediatamente, che qualche cosa NON quadra. I conti, come si dice, non tornano.

Ed allora l’investitore si rivolge ai mercati finanziari: dal loro comportamento, sarà possibile ottenere un chiarimento. Vediamo che cosa succede sui mercati, e capiremo di quale pivot stiamo parlando.

Secondo quello che si legge sia nel titolo sopra, sia nel titolo sotto, sui mercati questo pivot è … una nuova iniezione di euforia.

L’investitore è colpito, stupito, perplesso: le Borse mettono a segno il più ampio rialzo settimanale del 2024 (dopo due settimane chiude in moderato calo), ma allo stesso tempo nell’ultima settimana nulla è cambiato, a proposito delle previsioni sui futuri tagli dei tassi ufficiali di interesse in Occidente. E non ci sono stati tagli, Svizzera a parte.

In aggiunta, proprio il giorno successivo alla riunione della Federal Reserve, si leggono (ancora su CNBC) titoli come quello che segue.

La nuova scintilla che ha riacceso l’euforia da che cosa viene, allora?

La confusione dell’investitore aumenta: forse, la cosa migliore è rivolgersi direttamente a Jerome Powell, per capire di quale pivot stiamo parlando, nei titoli di CNBC ed anche nel nostro Post, direttamente dalle sue parole.

Oltre alle parole di Powell, per chiarirci le idee sarà sicuramente utile rileggere quello che ci ha detto, proprio venerdì scorso, il dato macroeconomico più importante della settimana.

Non c’è bisogno di interpretazioni: è sufficiente rileggere il dato.

Lentamente, passo dopo passo, il nostro investitore inizia ad avere le idee più chiare. Comincia, un po’ alla volta, a comprendere la situazione che ha davanti agli occhi.

Comincia a comprendere quale è il pivot di cui scrive CNBC.

Per capire meglio lo stato degli affari a fine marzo 2024, è utile approfondire anche la dichiarazione qui sopra, che ci arriva dal Capo di una delle più grandi Case di gestione di Fondi Comuni del pianeta. Che nel medesimo giorno viene ripetuta anche da altri operatori del medesimo settore, come si legge qui sotto.

Ovviamente il nostro lettore, messo da noi sull’avviso settimane fa, avrà già approfondito il concetto di “tasso di interesse neutrale”, con il promotore finanziario (che adesso si fa chiamare “consulente”), con il wealth manager, con il private banker, oppure in chat, con la vostra community, sui social).

Due dichiarazioni che, però, appaiono in netto contrasto con la reazione di brevissimo termine delle Borse che abbiamo letto poco più in alto.

Ogni investitore è quindi chiamato a scegliere: da quale parte stare? Il Mondo, oggi a fine marzo 2024, nella realtà com’è? Meglio andare dietro alla reazione immediata dei mercati? Oppure alle parole di Vanguard e Blackrock?

Quando si parla di pivot oggi che cosa si intende?

Ha forse ragione chi afferma che c’è un elefante nella stanza, come Recce’d ha commentato alla pagina TWIT - TWOO la settimana scorsa?

Dalla risposta a questa semplice domanda, dipendono le performance di portafoglio 2024 e 2025: da questa risposta ad una semplice domanda, deriverà il vostro risultato, la performance dei vostri investimenti.

La domanda è semplice: ma la risposta (quella giusta) invece NON è semplice, e richiede un lavoro attento, accurato e professionale, di analisi. La risposta NON si troverà camminando per strada, come una banconota da 5 euro che qualcuno, inavvertitamente, ha lasciato cadere dalla propria tasca dei pantaloni.

Non viene gratis: la risposta giusta è quella che si trova con impegno, attenzione, fatica, competenza, e senso della responsabilità.

Come già spiegato in apertura, oggi Recce’d non ha tempo di offrire ai lettori del Blog l’estratto del lavoro di analisi, come invece noi abbiamo fatto mille volte negli ultimi anni (e sempre in modo del tutto gratuito) attraverso il Blog.

Per ragioni di tempo, oggi ci limiteremo ad un consiglio pratico: leggete con attenzione il testo nell’immagine che segue, e poi anche in questo caso approfondite con i vostri mezzi, e con il promotore finanziario (che adesso si fa chiamare “consulente” perché è più … chic), con il wealth manager, con il private banker, oppure in chat, con la vostra community, sui social.

Se invece siete più orientati ad un approccio leggero e spensierato, se preferite investire i vostri risparmi sulla base delle intuizioni, del sentito dire, delle “dritte” della vostra chat … allora lasciate perdere, ed ascoltatevi un bel disco, magari di Frank Sinatra.

Per chiudere il Post, in un modo che è allo stesso tempo leggero ma pure … di grande peso, oggi abbiamo chiesto aiuto niente meno che a Bill Gross, il mitico ex-CEO di PIMCO, figura di chiara fama nel mondo degli investimenti, tanto da essere chiamato da molti “il guru” della Finanza.

Di Gross abbiamo scelto, e poi tradotto, un Post della settimana scorsa: il tono è leggero e spensierato, ma la sostanza (se leggete con molta attenzione) è molto significativa, molto concreta, molto pratica e molto … pesante.

Come sempre, vi segnaliamo che i nostri portafogli modello non sono stati al 100% costruiti sulla base delle indicazioni di Bill Gross (né di nessun altro, se è per questo): ma alcune, delle indicazioni pratiche che Bill Gross fornisce qui sono, a giudizio di Recce’d, molto utili, e molto azzeccate.

Per i nostri Clienti, si tratta di cose che noi abbiamo già messo in pratica, nei portafogli modello.

L'altro giorno mi sono imbattuto in una macchina del tempo in modo abbastanza innocente mentre stavo tentando un “wayward drive” dal tee dell'ottava buca su un campo da golf a Toney Newport Beach.

Tralasciando gli incredibili dettagli della mia scoperta, lasciatemi solo dire che non poteva portarmi nel futuro ma era programmata per portarmi 20 anni indietro nel passato, alla Rip Van Winkle al contrario.

Mi ha riportato l’attenzione sulla differenza tra la vita adesso nel 2024 e la vita nel 2004, poiché avevo dimenticato molto. Nel frattempo ecco alcune delle modifiche che mi ha ricordato:

  • Gli atleti universitari ora vengono pagati sopra il tavolo, invece che sotto il tavolo!

  • I bikini sulla spiaggia ora presentano crepe sul sedere invece dei pois gialli.

  • I prezzi della benzina sono raddoppiati, ma non preoccupatevi: ora gli automobilisti possono fare il pieno di elettricità.

  • Ora i passeggeri sono tenuti a togliersi le scarpe prima di salire sugli aerei, e bisogna pagare per l'acqua, così come per il pollo di gomma.

  • Niente più fax. I messaggi chiamati “messaggi” oggi vengono ora inviati tramite piccoli “telefoni cellulari”. Nel mondo ce ne saranno 5 miliardi nel 2024.

  • I maschi biologici ora competono negli sport femminili grazie alla ricerca della diversità e alla mancanza di buon senso della “nazione sveglia”.

  • Le attrici sul tappeto rosso mostrano il 99% del loro aspetto frontale invece di limitarsi ad una scollatura profonda.

  • Hal ha cambiato il suo nome in AI o ChatGPT o altro. Sta ancora cercando di controllare il mondo.

  • Bill Gross è invecchiato dai 60 agli 80 anni, mettendo in mostra le crepe nello specchio così come il suo gioco di golf.

  • I rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni su 20 anni sono incredibilmente invariati al 4,2%, ma i prezzi delle azioni sul Nasdaq 100 sono 12 volte più alti rispetto al 2004. Le “azioni a lungo termine” di Jeremy Siegel hanno fatto proprio questo!

Quindi il numero 10 è ciò che riguarda la maggior parte di voi, ne sono sicuro, quindi mi atterrò a quello invece di approfondire i cambiamenti nei codici di abbigliamento femminili.

Innanzitutto trovo notevole che i tassi di interesse a 10 anni siano rimasti invariati dall'inizio del 2004, anche se il periodo intermedio ha visto enormi oscillazioni, principalmente a mio parere dovute a errori nella politica della Fed.

Prima troppo restrittivo fino al 2007, poi troppo lasco dal 2009 in poi fino al 2022.

Il famoso sfogo di Cramer secondo cui “non sanno nulla” ha caratterizzato la maggior parte dei vent’anni e credere ora di “sapere qualcosa” è più speranza che pragmatismo.

Sì, c’è stata una crisi finanziaria (ma perché la Fed non era a conoscenza delle “banche ombra” e della loro leva finanziaria nascosta) e del Covid che ha gonfiato i deficit fiscali a 3mila miliardi di dollari e oltre.

Ma tassi di interesse 0% dal 2009 al 2022? Un vecchio detto di secoli fa nel mercato dei gilt diceva che “John Bull può sopportare molte cose ma non può sopportare il 2%” – il che significa che rendimenti troppo bassi creano “esuberanza” nei mercati finanziari, fatto sul quale Alan Greenspan si è posto delle domande ma non ha mai risposto.

Non dovrebbero esserci dubbi che un calo dei tassi di interesse reali a 10 anni dal 2% nel 2004 a un -1% all’inizio del 2022 ha qualcosa a che fare con l’aumento di dodici volte del Nasdaq 100, sebbene le aliquote fiscali sulle società, i margini di profitto storicamente elevati e gli utili, così come lo slancio, lo slancio, lo slancio, sono stati in gran parte responsabili. E il fatto che il mercato azionario non sia stato influenzato dall’aumento di 300 punti base dei tassi a 10 anni negli ultimi 2 anni dice qualcosa a un osservatore.

Ciò mi dice che la spesa in deficit fiscale e l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale sono stati fattori predominanti e che lo slancio e l’esuberanza “irrazionale” hanno dominato i mercati dal 2022.

Ma “come faremo a dimostrarlo”, come chiese una volta Greenspan? Difficile da dire.

Un investitore può solo valutare la misura della propria esuberanza e supporre che assomigli in qualche modo alle masse.

Questo, gli elevati P/E di Shiller e il potenziale di tagli della Fed nella seconda metà del 2024. E i continui deficit fiscali nell’ordine di 1-2 trilioni di dollari, per quanto si può vedere, continueranno a sostenere l’economia.

La mia esuberanza negli ultimi 12 mesi si è limitata alle cosiddette “MLP pipelines” e alle banche regionali.

Le MLP (Master Limited Partnership delle reti di trasporto del combustibile liquido negli Stati Uniti) non sono mai state coperte dalla stampa e non sono ad oggi investibili , a causa di vincoli legali, da parte della maggior parte dei fondi comuni di investimento. Questo fatto, unito all’aumento dei prezzi del petrolio, hanno portato a guadagni medi del 28% insieme a rendimenti fiscali differiti del 9-10% dal 2023. Rendimento totale migliore rispetto all’indice S&P 500 nello stesso periodo di tempo.

Banche regionali? Se le avesse acquistate proprio nel periodo in cui io avevo indicato di acquistare le azioni delle banche regionali, circa 9 mesi fa, un investitore ora festeggerebbe guadagni del 27% insieme a rendimenti del 4-5%.

Dico questo per non darmi una pacca sulle spalle: perché nel medesimo periodo io sono stato schiaffeggiato avanti e indietro da Broadcom, il mio titolo favorito dell'intelligenza artificiale, sia sul lato LONG e dopo sul lato SHORT. Fa male essere irrazionalmente esuberanti dalla parte sbagliata dell’esuberanza, soprattutto quando non so nulla dell’azienda tranne che è una grande “azione miracolosa” di intelligenza artificiale.

Allora adesso che facciamo?

  • Gli MLP sono molto al di sopra delle medie dell'RSI e delle bande di Bollinger. Meglio quindi essere prudenti.

  • Mi piace l’azione WESTER MIDSTREAM, però. Il mercato non sembra essere a conoscenza del recente aumento del 40% del dividendo e del rendimento attuale del 10,1% (tasse differite).

  • Banche? Di recente ho twittato (“X’ed”) di non cercare di raccogliere un coltello mentre cade, ma se la Fed abbassasse i tassi a breve entro la fine dell’anno, potrebbe di nuovo esserci una opportunità.

  • Alcuni titoli legati all’immobiliare, come ad esempio Truist (TFC), sono relativamente puliti per quanto riguarda gli immobili commerciali e commerciano allo 0,89% del valore contabile. Potrebbe esserci un punti di ingresso, tra un mese circa.

  • E infine sui tassi del Tesoro a 10 anni. Troppa offerta. E i tassi reali al 2% implicano un tasso di equilibrio del 2,3% dell’inflazione, con i rendimenti nominali a 10 anni al 4,3%. Se l’inflazione non arriva al 2,3% entro la fine dell’anno (cosa improbabile secondo me), cosa può fare il rendimento del 4,3%? Non capisco nessuno dei nuovi guru dei bond della CNBC quando pubblicizzano i bond.

  • Scommettete su un irripidimento della curva dei rendimenti che oggi è negativa. Prima o poi dovrà diventare positivo se si vuole che l’economia rimanga positiva.

Valter Buffo
I bambini hanno paura dei clown. E voi, ne avete?
 

I bambini (lo sappiamo dai tanti horror film visti al cinema) hanno paura dei clown.

E fanno bene.

Oggi, tra gli investitori, è decisamente aumentato il numero di bambini: bambini adulti, adulti che non sono maturati con il passare gli anni.

Questi bambini adulti, oggi, farebbero bene ad avere paura dei clown già oggi. Perché domani, per loro, la pura arriverà in ogni caso.

Molto meglio anticipare i tempi.

Per ragioni di tempo (siamo occupati con la definizione delle nostre prossime operazioni sui portafogli modello) oggi ci limiteremo a una breve sintesi dei fatti più recenti (con in mente i tanti appuntamenti della prossima settimana, a cominciare dalla Banca del Giappone per finire con la Federal Reserve). Una breve sintesi per immagini.

Era il 9 marzo 2024: prima pagina del Financial Times.

Pochi giorni dopo, però, arrivano i dati.

La realtà torna in campo

E qualche giorno dopo, arrivano ancora altri dati.

La prima reazione sui mercati finanziari è significativa, come vedete qui sotto.

Tra novembre e dicembre del 2023, come tutti voi lettori ricordate, veniva presentata come una certezza il taglio dei tassi tra tre giorni, 20 marzo 2024.

Poi, una totale (affannata ed indecorosa) marcia indietro.

Oggi, neppure tra tre mesi è più certo che arrivi un taglio dei tassi ufficiali.

Come noi abbiamo scritto, in decine di occasioni, l’inflazione ha smesso di scendere (dovunque, e non solo negli Stati Uniti) già da molti molti mesi.

Nonostante queste evidenze, oggi per tutti evidenti, hanno continuato ad insistere

  • tutte le banche di investimento internazionali

  • tutte le Reti di promotori finanziari italiani

  • tutti i media, specializzati e non.

Soggetti, questi appena elencati, tutti impegnati, in coro, per interessi economici di varia natura, a

vendere a voi lettori ed investitori una storia, una storia di qualche cosa che non esiste e non è mai esistito.

Molti, anche tra voi lettori, ci sono cascati, in pieno.

Il cambiamento delle aspettative per i tagli dei tassi ufficiali procede in parallelo con il cambiamento delle aspettative dei consumatori e delle Aziende, ovviamente.

Cambiamo le aspettative, quindi.

Non cambiano, invece i dati.

La situazione, per la verità, non è mai cambiata. Come vedete, non c’era alcun cambiamento neppure nei mesi di novembre e di dicembre del 2023.

Molti pesci allora avevano abboccato. Perché non guardano i dati.

Adesso, a tutti quelli che si erano fatti tentare dal “cantare vittoria”, tocca di fare marcia indietro. Una ritirata poco onorevole.

Di nuovo. Un’altra volta.

Che cosa spiega il fatto che

anche questa volta Reecc’d aveva ragione mentre tutta intera l’industria del risparmio vi ha raccontato cose che non esistono?

Ne riparleremo, in altri Post che seguiranno questo, perché il tema per tutti gli investitori, è decisivo (più decisivo … della Federal Reserve): peraltro come voi lettori sapete bene noi ne abbiamo scritto, in più occasioni anche in passato.

Va detto per completezza che noi di Recce’d il nostro lavoro per il Cliente, anche in questo caso, lo abbiamo fatto, lo abbiamo fatto bene, e con largo anticipo.

Zero problemi, da queste parti.

Andiamo verso la chiusura. Riassumiamo per voi lettori la situazione ad oggi.

Guardiamo la realtà dei fatti.

Vediamo allora che cosa attende la Federal Reserve martedì 19 e mercoledì 20 marzo 2024.

Abbiamo detto della Federal Reserve e della riunione di questa settimana.

Ma che cosa attende noi investitori? Che cosa dobbiamo fare? Come dobbiamo modificare i nostri investimenti, i nostri portafogli titoli, dato il cambiamento delle aspettative?

Abbiamo già presentato, in più di una sede, questo grafico che segue.

Dello scenario che si ricava dalle tante informazioni che noi di Recce’d siamo stati in grado di anticiparvi, aggiungendo il grafico qui sopra e l’elenco qui sotto, noi di Recce’d vi abbiamo già informati, anche qui nel Blog.

E ci ritorneremo in un prossimo Post.

Gestire oggi un portafoglio titoli, è un mestiere completamente diverso dal passato. Anche per chi ha scelto il fai-d-te. Come avete appena visto, in pochi mesi lo scenario si ribalta. Gli enormi cambiamenti dell’elenco qui sopra annunciano altri, più grandi cambiamenti già nei prossimi mesi.

Come già scritto, più di una volta, il 2024 sarà per tutti gli investitori un anno memorabile. Indimenticabile, in ogni senso.

Oggi però nel nostro Post ci limitiamo a questa concreta indicazione: tenetevi il più possibile lontani dai clown.

Specie se una parte di voi lettori si colloca in quel grande numero di investitori che appaiono adulti, ma si fanno guidare da un animo ancora bambino.

Valter Buffo
Un solido ancoraggio quando il mare è in tempesta
 

Abbiamo trovato, questa settimana, sul più importante quotidiano economico del Pianeta (Wall Street Journal) alcune considerazioni che, in questo BLOG, voi lettori conoscete da mesi. Ed in qualche caso, da anni.

Non vi serve, pertanto, alcuna introduzione. L’articolo è scritto benissimo (da Jason Zwieg) e illustra fatti e situazioni di semplicissima comprensione: si capisce tutto.

Anzi: dovrebbe già essere stato ben compreso, da tutti i lettori di Recce’d. E da mesi, se non da anni.

Alla fine dell’articolo, trovate illustrato il modo nel quale si può, con profitto,

passare da considerazioni intuitive come sono quelle di questo articolo alle mosse sul portafoglio titoli che garantiscono il successo, come Recce’d ha già dimostrato.


È il mercato azionario di Nvidia. Scegli tu come viverci. © Fornito dal Wall Street Journal

Se avessi investito $ 1.000 in azioni Nvidia all’inizio di quest’anno, ora varrebbero più di $ 75 milioni.

Sto scherzando, ovviamente, ma potrebbe sembrare così se non possiedi Nvidia. Quasi il 28% dei guadagni dell’S&P 500 finora nel 2024 deriva dalla sorprendente ascesa di quella società in prima linea nel boom dell’intelligenza artificiale. Le azioni di Nvidia sono aumentate del 59% in nove settimane, dopo aver guadagnato il 239% lo scorso anno.

In quello che potremmo chiamare il momento del mercato Nvidia, è facile sentirsi lasciati indietro, motivo per cui è fondamentale mettere le cose in prospettiva. Queste condizioni non sono senza precedenti, le azioni non sono necessariamente in una bolla, e rimproverarsi – o accumulare rischi per recuperare il ritardo in un mercato in corsa – non finisce mai bene.

Questa settimana, le 10 aziende più grandi costituivano poco meno di un terzo del valore di mercato totale dell’S&P 500. Le prime tre, Microsoft, Apple e Nvidia, rappresentano il 17,9% del totale. Nvidia da sola rappresenta il 4,6% del valore totale dell'indice.

Tuttavia, questa non è la prima volta che il mercato azionario statunitense si concentra in pochi giganti.

Negli anni del boom degli anni ’50, le 10 aziende più grandi, tra cui AT&T, DuPont e General Motors, superavano regolarmente il 30% del valore di tutte le azioni statunitensi. Nel luglio 1955, secondo il Centro per la ricerca sui prezzi dei titoli dell’Università di Chicago, la sola GM, in rialzo del 78% rispetto ai 12 mesi precedenti, rappresentava il 6,8% del valore dell’intero mercato azionario statunitense.

Come hanno recentemente notato i miei colleghi Dan Gallagher e Jon Sindreu, gli utili di Nvidia sono aumentati anche più del prezzo delle sue azioni, e i titoli tecnologici – e le azioni statunitensi in generale – non sono neanche lontanamente vicini alle loro folli valutazioni di fine 1999 e 2000.

Considerando i dividendi, l’S&P è cresciuto cumulativamente solo del 10,8% dalla fine del 2021.

Le valutazioni non sono folli, ma non sono nemmeno economiche. Tesla ha scambiato a più di 46 volte il suo utile netto negli ultimi 12 mesi. L’S&P 500 viene scambiato a 24,7 volte gli utili dell’ultimo anno, un valore elevato rispetto agli standard storici.

Quando ciò che possiedi sembra costoso, inseguire ciò che non possiedi non sembra così rischioso.

E se, come milioni di investitori, possiedi un fondo indicizzato S&P 500, hai quasi esattamente raddoppiato i tuoi soldi negli ultimi cinque anni.

Ciò può creare la sensazione di “giocare con i soldi della casa”. Come un giocatore d'azzardo professionale o anche uno scommettitore di casinò che ha appena ottenuto una grande vincita, ora potresti sentire che una scommessa rischiosa è meno dolorosa, poiché anche dopo una perdita potresti comunque avere più soldi di quelli con cui hai iniziato.

Poi c’è la pressione sociale. Hai già il 4,6% della tua allocazione azionaria in Nvidia se possiedi un fondo indicizzato S&P 500. Ma, quando sembra che tutti tranne te abbiano fatto una fortuna acquistando le azioni a titolo definitivo, potresti sentirti come se non le possedessi affatto.

La paura di perdersi qualcosa, FOMO, è una forma acuta di rimpianto: la consapevolezza che altre persone stanno vivendo un'esperienza gratificante che avresti potuto condividere.

Più Nvidia sale e più alto è il prezzo, più è probabile che la tua FOMO si intensifichi. E più tempo trascorri sui social media, più calda si sentirà la tua FOMO.

Nella maggior parte della vita, spesso non è possibile osservare, né ora né più tardi, cosa sarebbe successo sulla strada non intrapresa. La bistecca avrebbe avuto un sapore migliore del salmone che hai ordinato? Saresti più felice se uscissi con o sposassi quell'altra persona che ti piace?

Nel mercato azionario, però, puoi vedere immediatamente le conseguenze delle scelte che non hai fatto, e queste possono ampliarsi nel tempo.

La chiave è controllare i tuoi controfattuali.

Un controfattuale è ciò che avrebbe potuto essere: un’alternativa immaginaria al passato reale. Puoi creare una narrazione di quanto staresti meglio o di quanto staresti peggio adesso se avessi preso una decisione diversa allora.

Miroslav Stoyanov, 33 anni, sviluppatore di software a Zurigo, cerca di non prendersi gioco di se stesso per aver venduto Nvidia nel novembre 2022. Allora le azioni valevano poco meno di 167 dollari.

Aveva realizzato un profitto del 27% in due mesi.

Questa settimana, Nvidia ha superato i 790 dollari.

"Quando sai che avresti potuto guadagnare 10 volte più soldi di quanto hai guadagnato, non è così sorprendente", afferma Stoyanov. "Ci sono molti giorni come questo."

Dice di aver venduto Nvidia perché pensava che fosse sopravvalutata. "Quando l'ho venduto, ero felice, perché un [segno] più è molto meglio di un meno."

Guardando Nvidia adesso, Stoyanov controlla i suoi controfattuali ricordando a se stesso: “Perché investo? Investo per fare soldi e ho fatto soldi. Non ho perso."

È anche importante tenere traccia delle tue intuizioni.

Certo, hai avuto la sensazione che avresti dovuto riacquistare Nvidia quando ChatGPT ha reso popolare l'intelligenza artificiale alla fine del 2022.

Forse alla fine del 2021 volevi acquistare Tesla perché Elon Musk era così entusiasta dell’intelligenza artificiale. Dal suo picco di novembre, le azioni di Tesla sono scese di circa il 50%.

Se hai intenzione di prenderti a calci per non aver acquistato Nvidia prima che salisse, assicurati anche di darti una pacca sulla spalla per non aver acquistato altri asset che in seguito sono scesi. Tenere traccia delle tue intuizioni ti aiuterà anche a insegnarti che non vale sempre la pena seguirle.

Il poeta John Greenleaf Whittier scrisse:

“Poiché di tutte le parole tristi pronunciate dalla lingua o dalla penna, le più tristi sono queste: ‘Avrebbe potuto essere!’”

Quanto ti fanno sentire tristi quelle parole, però, dipende in parte da te.

Scrivi a Jason Zweig a intelligentiinvestor@wsj.com

Questo tipo di considerazioni sulle azioni e sugli investimenti in generale è intelligente, è di buon senso, aiuta a pensare è condivisibile ed è da noi condiviso.

Ma: c’è un ma. Un grande ma. Grandissimo.

Questo tipo di considerazioni, che avete appena letto, scritte in modo eccellente da Jason Szweig, quando si tratta di fare scelte operative, su come gestire il proprio risparmio, su dove mettere i propri soldi, su come comporre il proprio portafoglio, su quando comperare, quando vendere, e quando invece stare fermi, risulta

del tutto inutile.

Ora noi di Recce’d vi spieghiamo il perché (per una parte, lo potete intuire proprio leggendo l’articolo precedente), partendo dai dati della tabella qui sotto.

Aggiornati alla data del 29 febbraio 2024, leggete nella tabella la performance media dell’ultimo triennio (2021-2024) che è stata garantita ai Clienti dai gestori di portafoglio più bravi, più celebrati, e più pagati al Mondo, quei gestori che hanno la “visione”, quei gestori che puntano al rendimento “assoluto” (non si nascondono dietro al “benchmark), quelli che fatto trading su Nvidia, che fanno trading su Tesla, che fanno trading su Apple, che fanno trading su Meta, che fanno trading sul petrolio, che fanno trading su quei titoli azionari che “salgono del 100%.

I numeri li vedete, e non c’è bisogno di commenti: Vi ricordiamo solo che lo S&P 500 ha chiuso ieri a 5150 punti, ai massimi di ogni tempo. Sono ai massimi di ogni tempo anche il Nasdaq, Nikkei, lo Stoxx 600

Ma dove sono, tutti questi record, nel risultati degli investitori? Chi ha, nel proprio portafoglio , Nvidia e Super Micro? Quale investitore (nome e cognome please) ha fatto quei “guadagni folli?

Non i Clienti di JP Morgan, ad esempio.

Un fondo globale bilanciato di JP Morgan (che qui prendiamo puramente ad esempio, perché OGNI altra Società di Fondi ha i medesimi risultati, su di un portafoglio multi-asset, internazionale, bilanciato: il portafoglio che TUTTI gli investitori, alla fine della fiera, detengono) ha reso il 6% in quattro anni.

Fa meno dello 1,5% annuo, negli anni 2020, 2021, 2022, 2023.

Possiamo dare per certo che in questo portafoglio trovate Nvidia, Apple, Tesla, Meta, Amazon, il Nikkei e gli indici europei. Ed hanno sicuramente fatto avanti e indietro, avanti ed indietro, avanti ed indietro. Compra, vendi, poi ricompra la medesima cosa, poi ne vendi la metà, poi ne comperi il doppio …

… purtroppo, per il Cliente che ci investe, se fai avanti-e-indietro con lo 0,3% del portafoglio, fai soltanto del fumo, ma non rimane l’arrosto. Non rimane nulla, come vedete nel grafico.

Per quale ragione, con le Borse ai massimi di ogni tempo, nessun investitore si è messo dei soldi in tasca? Perché l’investitore finale non ha guadagnato nulla, dalla “Bolla di tutto del 2020-2024”? Dal boom del Nasdaq, per fare un esempio? Dove sono, per noi investitori, quei “folli guadagni”? Chi ha, alla fine dei conti, quei titoli da “+100%” nel suo portafoglio titoli?

Ripetiamo per chiarezza che JP Morgan è un nome scelto in modo casuale: potete fare tutti i confronti che volete, non è difficile, e il risultato della vostra verifica sarà sempre il medesimo. Identico a quello che vi facciamo vedere.

Recce’d, neppure una sola volta nella sua ormai lunga storia, vi ha fatto leggere qualche cosa di distorto, falsificato o inesistente.

Anche questo (oltre ai risultati ed alla qualità) ci rende unici.

Ora vi forniamo una risposta sintetica (ma documentata e specifica) a tutte queste domande, che come diceva Zweig vi fanno perdere il sonno e la calma.

La risposta di dettaglio si trova nell’ampio documento sulle performances che tutti i nostri Clienti hanno ricevuto già lo scorso 26 gennaio 2024.

Nel mese di gennaio, noi abbiamo fatto un lavoro di analisi molto ampio sulle performances di Recce’d, delle GPM, dei Fondi Comuni, dei Fondi Hedge, delle polizze UCITS, dei certificati, e di ogni altro strumento, impiegando vaste risorse, molto tempo, e informazioni su ampia scala (cosiddetto “big data”). Il documento del 26 gennaio conteneva solo l’essenza, del nostro ampio lavoro di analisi fatto in gennaio

Perché abbiamo investito così tanto su questo lavoro?

Perché è questo, oggi, il punto centrale per la gestione dei risparmi. Dei nostri, dei vostri e di quelli di tutti.

Vi abbiamo scritto, poco più in alto, che nel brillante articolo di Jason Zweig trovate molte osservazioni condivisibili, di buon senso, e che aiutano a pensare. Ma di “colore”. Chi gestisce un portafoglio titoli, allora, a COSA deve pensare, se vuole garantire ai propri investimento non solo un risultato positivo, ma pure un quotidiano controllo dei rischi?

Noi di Recce’d possiamo dare ai lettori una risposta, per la semplice ragione che noi di Recce’d facciamo proprio questo, per i nostri Clienti: Recce’d produce rendimenti positivi dei portafogli modello, rendimenti però associati ad uno stretto controllo dei rischi.

E in aggiunta, noi di Recce’d spieghiamo anche (sinteticamente) a tutti i nostri lettori COME si ottengono questi risultati, e lo facciamo proprio qui, attraverso il nostro sito, e gratuitamente. Come minimo vi forniamo, gratuitamente, una serie di utili, pratici, qualificati spunti per ragionare delle vostre prossime mosse.

Quindi, ora passiamo dagli argomenti frivoli come Nvidia, FOMO, e social, a ciò che davvero conta. Per voi e i vostri risultati dagli investimenti.

Pescando sempre dal medesimo quotidiano, il Wall Street Journal, oggi noi vi mettiamo a disposizione una analisi di scenario.

L’articolo dice che Jamie Dimon e Ray Dalio avevano predetto, un anno fa, che il rialzo dei tassi avrebbe causato una “tempesta perfetta”, e poi dice che questa tempesta non è arrivata. Jamie Dimon e Ray Dalio sono due dei nomi di maggiore importanza, per la Finanza internazionale.

Per quale ragione Recce’d vi suggerisce di leggere proprio oggi, 9 marzo 2024, questo articolo del WSJ?

Per quattro ragioni, semplicissime da illustrare:

  1. se davvero siete interessati a capire quanto potete guadagnare, oppure perdere, dai vostri investimenti 2024 e 2025, il tema di questo articolo che segue è quello che conta; mentre tutti gli argomenti trattati dal precedente articolo sono soltanto “colore”, ovvero “gossip”, ovvero “divertimento leggero”, chiamatelo come preferite

  2. se oggi non avete una vostra risposta, alle domande che il prossimo articolo vi presenta, allora …. beh ma come avete fatto le vostre scelte di investimento fino ad oggi? La settimana scorsa, alla Sezione Operatività del nostro quotidiano The Morning Brief, che riserviamo ai Clienti, abbiamo risposto proprio a questa domanda: Perché i rialzi dei tassi non hanno frenato l’economia?

  3. occupandoci anche, a favore dei Clienti e spiegando le prossime mosse sui nostri portafogli, di quello che a metà marzo 2024 è il punto cruciale, ovvero: per noi investitori, questa è una buona, cattiva, oppure pessima notizia? Come si può approfittarne?

  4. e guardando avanti, voi lettori disponete di una stima (anche grossolana) della misura nella quale cambieranno i prezzi dei vostri asset in portafoglio, sulla base delle notizie, delle informazioni e dei dati verranno messi a conoscenza dei mercati nelle prossime settimane? Ve li siete fatti almeno due conti, oppure tenete gli occhi chiusi, come quando siete sull’ottovolante?

Ovviamente noi di Recce’d abbiamo già fatto i conti, le stime e le simulazioni che sono necessarie per gestire bene i propri soldi investiti.

In Recce’d abbiamo chiarissimo lo scenario che ci aspetta (uno scenario che troverete citato anche nell’articolo), ed abbiamo già in modo conseguente sistemato i portafogli modello. In modo tale da rendere massimi i futuri guadagni dei Clienti.

Grazie a questo approccio (sistematico, metodico, scientifico) Recce’d ha dimostrato, in varie occasioni, di essere capace di fornire all’investitore un soldi ancoraggio quando il mare è in tempesta.

Se pensate che la cosa possa risultarvi utile, contattateci attraverso i soliti canali. Oppure, aspettate … di vedere come vanno a finire le cose.

A metà del 2022, l’amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon ha avvertito che un “uragano” stava per colpire l’economia statunitense.

Potrebbe trattarsi di “una tempesta minore o di una super tempesta Sandy”, ha detto Dimon in una conferenza finanziaria a New York. "Faresti meglio a prepararti."

L’anno scorso, il fondatore di Bridgewater Associates, Ray Dalio, aveva previsto una “crisi del debito” dopo aver anticipato una “tempesta perfetta” di sofferenza economica.

Investitori ed economisti di alto profilo, tra cui Jeffrey Gundlach di DoubleLine e David Rosenberg di Rosenberg Research, erano altrettanto timorosi, con Gundlach lo scorso marzo che affermava che una recessione sarebbe arrivata “tra pochi mesi”. All’inizio dello scorso anno, gli economisti prevedevano una probabilità del 61% di recessione nel 2023.

Gli esperti erano lontani. Hanno sottovalutato l’impatto degli stimoli governativi e la resilienza dei consumatori e delle imprese. Ed erano troppo scettici sulla capacità della Federal Reserve di abbassare l’inflazione senza innescare una recessione. L’economia continua a crescere a un ritmo costante. L’inflazione si sta avvicinando all’obiettivo della Fed del 2%, la disoccupazione rimane vicina al minimo di mezzo secolo e il mercato azionario è vicino ai massimi storici.

“Ero ribassista sull’economia”, ha detto Dalio in un’intervista. "Ho sbagliato."

Dimon ha detto, sempre in un’intervista: “Avrei pensato che parte dello stimolo fiscale sarebbe ormai svanito”.

A quel tempo, le previsioni pessimistiche avevano molto senso. Tra marzo 2022 e la scorsa estate, la Fed ha aumentato i tassi di interesse 11 volte, portandoli al livello massimo degli ultimi 23 anni.

In passato, l’impennata dei tassi ha preceduto le recessioni. Sono emersi anche altri segnali rivelatori di recessione. La curva dei rendimenti si è invertita e rimane tale, il che significa che i rendimenti sui titoli del Tesoro USA a breve termine sono più alti di quelli sui titoli a lungo termine. Il ritmo di crescita del PIL è diminuito e l’inflazione è aumentata vertiginosamente. Anche il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato che il percorso per ridurre l’inflazione senza spingere l’economia americana verso la recessione è un percorso stretto: l’auspicato “atterraggio morbido”.

Allora, cos'è successo? Molte persone sono rimaste relativamente indenni dai tassi più alti, ad esempio coloro che hanno bloccato mutui a basso tasso prima dell’aumento dei tassi della Fed o sono proprietari a titolo definitivo della propria casa.

È anche vero che i politici statunitensi sono stati molto più rapidi ad agire rispetto ai decenni passati per aiutare l’economia. Numerosi cicli di pagamenti di aiuti legati alla pandemia e altri programmi di spesa hanno lasciato molti consumatori e aziende con denaro extra, il che ha alimentato la spesa continuata. La spesa dei consumatori rappresenta circa il 70% dell’economia statunitense.

“Ho sbagliato perché, normalmente, quando si alzano i tassi di interesse si riduce la domanda del settore privato e i prezzi degli asset e si rallenta il processo, ma ciò non è accaduto”, ha detto Dalio. “C’è stato un trasferimento di ricchezza storico: i bilanci del settore privato sono migliorati molto e il bilancio del governo è peggiorato molto”.

Un portavoce di Dimon ha detto che il capo di JPMorgan offre una serie di possibilità e le valuta, ma non fa previsioni.

Allo stesso tempo, un mercato azionario resiliente e obbligazioni con rendimenti più elevati hanno prodotto un “effetto ricchezza” positivo che ha incoraggiato i consumatori a spendere anziché a risparmiare.

È anche vero che i tassi di interesse non sono così alti, storicamente parlando: si sentono così perché gli Stati Uniti hanno attraversato un lungo periodo di tassi superbassi.

Ed Yardeni, un economista che negli ultimi due anni si è dimostrato il più ottimista degli altri, attribuisce alcuni degli errori delle star citate sopra all’eccessiva paura di tassi più alti.

“L’economia può funzionare bene anche dove ci sono i tassi di interesse elevati”, ha detto.

Col senno di poi, alcuni indicatori, come la curva dei rendimenti invertita, hanno anticipato con precisione problemi gravi, come la crisi bancaria regionale dello scorso anno. Ma la Fed ha fatto un buon lavoro spegnendo gli incendi nel settore bancario, e i problemi non si sono diffusi ad altri settori.

La probabilità di un atterraggio morbido sembrerebbe essere migliorata, con la Fed che ha segnalato la volontà di tagliare i tassi quest’anno. Gli economisti hanno recentemente fissato la probabilità di recessione entro il prossimo anno al 39%, in calo rispetto al 61% di un anno fa. I pagamenti di soccorso legati alla pandemia hanno lasciato molti consumatori e aziende con denaro extra, sostenendo un'economia guidata dalla spesa dei consumatori.

Ma alcuni di coloro che avevano previsto tempi difficili affermano che le difficoltà sono ancora in arrivo. Gundlach ha recentemente previsto una recessione quest’anno e un calo a 3200 per l’S&P 500, che ha chiuso venerdì a circa 5100. Gundlach non ha risposto alle richieste di commento.

Da parte della Federal Reserve, sono arrivate le parole di Rosenberg, che ha affermato che il reddito interno lordo, adeguato all’inflazione, è rimasto piatto nell’ultimo anno, il mercato del lavoro è più debole di quanto sembri e il reddito personale non è costante.

Rosenberg ha affermato che il reddito interno lordo, adeguato all’inflazione, è rimasto piatto nell’ultimo anno, il mercato del lavoro è più debole di quanto sembri e il reddito personale non tiene il passo con la spesa. In un’intervista, ha affermato che i problemi dell’economia saranno chiari entro la fine dell’anno.

Dalio afferma che le domande chiave sono se la produttività continuerà a migliorare, man mano che le aziende abbracciano l’intelligenza artificiale, e se tutto il debito accumulato dal governo – e i conseguenti pagamenti del debito che dovranno essere effettuati – tornerà a perseguitare l’economia. Secondo le ultime stime del Congressional Budget Office, il governo degli Stati Uniti dovrebbe pagare ulteriori 1.100 miliardi di dollari di interessi nel prossimo decennio.

Per quanto riguarda Dimon, afferma di essere preoccupato per i gravi problemi che affliggono l’economia, tra cui l’inflazione che rimane troppo elevata, gli sconvolgimenti geopolitici e l’aumento della spesa pubblica e del debito. Secondo lui la cosiddetta stagflazione, o crescita lenta accompagnata da un’inflazione malsana, è motivo di preoccupazione.

“Non conterei ancora le mie uova”, ha detto Dimon.

Scrivi a Gregory Zuckerman a Gregory.Zuckerman@wsj.com

Valter Buffo