Uso compulsivo dei social media: quale terapia potrebbe guarire questo teenager?

 
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Come un ragazzino. Proprio come un teenager mentre aspetta che arrivi l’autobus.

A molti dei nostri lettori sarà capitato di vedere per strada ( magari, anche in casa …) i ragazzi e le ragazze in età di scuola superiore con la testa china sopra il telefonino, immersi nei loro scambi sui diversi social media.

Per alcuni, purtroppo, la cosa nel tempo è diventata un’ossessione, tanto da consigliare (oppure obbligare) un supporto terapeutico per limitare la dipendenza dai social media.

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E, come dimostrano i numerosi esempi che riproduciamo in questo Post, non solo i teenagers cadono in questo tipo di problemi, non solo i ragazzini soffrono di questi disturbi.

Non solo i giovani utilizzano i social media in modo compulsivo.

Quella che, ad alcuni e qualche tempo fa, poteva essere sembrata una strategia di comunicazione oggi è evidentemente una patologia, un canale di sfogo che denuncia rabbia e paura.

Paura che, come vedete nella seconda immagine, si vuole scaricare sul pubblico, generando altra paura nelle menti di chi investe in Borsa.

E rabbia che arriva a colpire anche chi, evidentemente, sta del tutto al di fuori dei confini dell’autorità del Presidente degli Stati Uniti, e che nonostante questo viene preso a male parole, proprio come se si trattasse di commentare il nuovo taglio di capelli di una cantante pop oppure la nuova automobile di un calciatore.

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Nell’immagine del nostro Post che vedete qui vicino, vi facciamo leggere le parole di un commentatore molto autorevole, El Erian, che tenta di individuare nei Tweet di Donald J. Trump qualche elemento di strategia commerciale.

In Recce’d non ci proviamo più: abbiamo smesso di dedicare tempo ed attenzione a questi che ormai a noi sembrano soltanto sfoghi di una persona che fatica a controllare le proprie dita (e la propria mente).

Il che, se considerate le responsabilità che fanno capo proprio a questa persona, dovrebbe farvi riflettere a lungo.

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Noi ci abbiamo rinunciato, anche perché abbiamo ben presenti altri Tweet, scritti dalla medesima persona, e non molto tempo fa.

A titolo di esempio, vedete qui vicino un Tweet del 2012, nel quale Donald J. Trump accusava la Federal Reserve di “uccidere il futuro dei nostri figli”.

E Trump scriveva questa condanna severa perché … allora la Fed metteva in pratica quella politica di acquisto di Titoli di Stato che oggi lo stesso Trump reclama a gran voce.

A conferma di quello che dicevamo sopra: nel caso in questione, i Tweet sono, semplicemente, il riflesso di una mente che fatica a controllarsi.