Siamo nel 2015 ... oppure siamo tornati al 2014?

Chi investe in titoli, o fondi comuni, o comunque sui mercati finanziari, dovrebbe ogni giorno tenere l'attenzione verso i dati fondamentali: al di là dei trend e delle mode stagionali,il valore di tutti gli asset finanziari, siano essi azioni, obbligazioni o valute, dipende in modo diretto dal valore del sottostante, che è poi l'economia reale. Tutte le Banche Centrali del mondo non saranno mai in grado di sostenere per un tempo indefinito i mercati finanziari su livelli non coerenti con le economie reali: prima o dopo, arriva il tempo della verifica e l'edificio dell'ottimismo forzato crolla in pezzi. Date uno sguardo ai dati pubblicati ieri mattina, 1 maggio, per la Cina (indici PMI), ed a quelli pubblicati nei giorni precedenti per gli USA e il Regno Unito (il GDP in entrambi i casi). Abbiamo già detto addio, e siamo solo a fine aprile, alla "accelerazione della crescita nel 2015". Non ci sarà: si trattava, di nuovo, di "wishful thinking".

Ci resta quindi solo l'Eurozona, sulla quale quest'anno (come già era nel 2014) si concentra l'ottimismo dell'industria che vende Fondi Comuni, e dell'industria dell'intermediazione in titoli (le banche di investimento, che agiscono come una sponda). Il tipico argomento di queste grandi Reti di vendita (e delle "bubble tv" come CNBC ad esempio) può essere esemplificato da queste parole:

“I’m really optimistic,” said Gilles Moec, chief European economist at Bank of America Merrill Lynch and a former Bank of France official. “We’ve had a number of false starts in the European recovery, but this time the recovery has legs.”. (...) Credit for the revival, mere weeks after talk was rife of deflation, is due in part to European Central Bank President Mario Draghi’s successful navigation of German opposition to quantitative easing.

Fa sorridere (molto amaramente) il fatto che si rileggono oggi le identiche frasi che si ascoltavano solo 12 mesi fa: frasi che fanno leva sull'ottimismo dei semplici che ripetono che le cose non potranno che migliorare, anche se ad oggi non abbiamo un solo dato per confermarlo (andate a rivedere gli ultimi dati per la produzione industriale e le vendite al dettaglio pubblicati in Germania, il Paese che più di ogni altro beneficia delle politiche monetarie estreme). Gli ottimisti di mestiere sono quindi costretti ad aggrapparsi ad argomenti fragili e scontati come quelli che seguono:

Perhaps the biggest impact of looser monetary policy has been on the euro, which even after its recent gains is still more than 10 percent lower on a trade-weighted basis since a year ago. A cheaper currency is a boon for exporters such as Germany’s Continental AG. Europe’s second-biggest maker of car parts raised its 2015 sales forecast on Thursday as currency effects contribute to revenue. A plunge in the price of oil since mid-2014 -- boosting spending power and cutting import costs -- and falling bond yields have added to the economic supports.

Ora che tutti e tre questi elementi (la debolezza del'euro, il calo dei rendimenti obbligazionari e soprattuitto il calo del prezzo del petrolio) sono stati messi in discussione dai mercati, su che cosa si fondano le aspettative degli ottimisti "tifosi di Draghi"? Noi di Recce'd abbiamo chiarito (mesi fa, nel pieno del rally di tutti i mercati) che non saremmo andati dietro a queste opinioni interessate, la cui fine nel 2015 sarà la stessa (a nostro parere) che già fecero nel 2014. Vi invitiamo a ricordare certe facce preoccupate che si incontravano nei salottini e nei corridoi ad ottobre, solo sei mesi fa: non si trovavano più ottimisti in giro, non c'erano Cuor di Leone coraggiosi che dicessero di andare "lunghi a manetta" quando l'indice di Milano stava a 18500 punti. Quindi, fate una grande attenzione ai vostri investimenti e soprattutto a certi consigli interessati, dati dai "tifosi di professione".