Perché conviene e converrà investire contro questo "consenso" (parte 3)

Lo scorso 18 e poi anche il 20 agosto abbiamo scritto due Post su questo argomento: lo riprendiamo oggi, a due mesi di distanza, perché ci capita di leggere sempre più spesso commenti ed articoli che anticipano "rendimenti bassi" per tutte le maggiori classi di attività nei prossimi anni. Come fare, allora, per dare al proprio portafoglio un rendimento positivo e stabile, se il contesto è di "bassi rendimenti"? La nostra soluzione è: distinguere tra il rendimento degli indici di mercato ed il rendimento del nostro portafoglio: non dovete costruire un portafoglio con il 30% di azioni ed il 70% di obbligazioni e poi sedervi ad aspettare. Un secondo consiglio: non andate dietro al "consenso": se tutti sostengono di andare da una parte, fatevi almeno qualche domanda, fatevi venire qualche dubbio. Spesso, si tratta di operazioni commerciali, e niente altro: un esempio forte è l'euforia che le Reti di vendita distribuivano a piene mani tra gennaio e marzo del 2015, quando molti si riempivano la bocca con la parola "bazooka". Un modo per produrre rendimento, nei prossimi anni di "rendimenti bassi", sarà proprio quello di evitare trappole di questo tipo. Vi serve ancora un esempio concreto? La Banca Citigroup, una delle maggiori banche globali, ha pubblicato il grafico qui sotto: fate attenzione, il grafico si riferisce alle previsioni fatte dalla stessa banca Citigroup nel corso degli anni. Come vedete c'è un errore che viene ripetuto sistematicamente, ogni anno, sia da questa banca globale, sia da tutte le altre banche globali, che a loro volta poi influenzano il modo di pensare delle Reti di promotori oppure di private banking, e così siamo "tutti ottimisti" almeno fino a che i mercati salgono. Ecco: questo è un modo per fare risultati, performances, soldi: andare contro questo tipo di "consenso". Quando anche le Banche Centrali riconosceranno, come Citi, di soffrire di "ottimismo forzato", allora forse si potrà cominciare a parlare di una uscita da questa fase di crisi economica e finanziaria.

Mercati oggiValter Buffo