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Gestione del portafoglio titoli: che cosa è, e come si fa (parte 4)

Ha suscitato grandissimo interesse tra i nostri lettori questa serie di Post, che si propone di chiarire nel dettaglio le ragioni per cui la gestione del portafoglio titoli è un'attività specifica, che richiede regole, coerenza intertemporale e conoscenze, e non può quindi essere improvvista o svolta sulla base di principi fragili o peggio "ad orecchio".

In questo Post, vogliamo entrare nel merito di che cosa è gestione per Recce'd: ovvero spiegare, per sommi capi, i criteri sulla base dei quali Recce'd gestisce i portafogli modello.

Come abbiamo già scritto in passato, la nostra precisa missione è spiegare al Cliente che può pretendere di più, sia in termini di qualità sia in termini di risultati, di quanto gli è stato offerto sino ad oggi per la sua gestione del risparmio. E Recce'd lo dimostra, ogni giorno, con i fatti.

Non ci è però possibile rendere pubblici tutti i dettagli del nostro lavoro: come in molti altri settori, anche nel settore del risparmio per ogni innovatore ci sono 9999 soggetti che cercano di copiare ogni mattina, per colmare le proprie lacune e le proprie incapacità. Ci limiteremo quindi a fornire qui alcuni concetti chiave, mentre verso i nostri Clienti noi continueremo a praticare, anche su questo argomento, una totale trasparenza ed una massima disponibilità.

Utilizzeremo, come spunto iniziale, il termine tedesco weltanschauug, che viene dalla Filosofia, e definisce una "visione del Mondo".  Questa "visione" è proprio il punto di partenza della nostra attività di costruzione e poi gestione dei portafogli, ed è composta di quattro parti maggiori:

  1. i mercati finanziari sono TUTTI interconnessi tra loro; è un errore valutare e decidere su un asset oppure una classe di asset senza aver chiaro il quadro di insieme; il mercato finanziario globale deve, necessariamente, essere visto, e trattato, come un TUTTO
  2. ci sono fattori che influenzano tutti gli asset e tutte le classi di attività: ma per ognuna, il tipo di influenza è differente, e a volte molto differente
  3. l'influenza non è mai immediata, e non è mai perfetta
  4. c'è quindi spazio, tra tutte queste differenze, per fare profitto valutando in modo più efficiente e più rapido della media degli operatori i nuovi prezzi di equilibrio

Non si tratta quindi di avere una Teoria del Tutto, un unico modellino matematico dell'universo investibile: semplicemente, non può esistere perché la realtà dei mercati, e delle economie, è in continua evoluzione e continuamente modifica i nostri parametri di valutazione.

Si deve però, allo stesso tempo, non affidarsi al caso: è necessario avere metodo, e continuità di valutazione nel tempo (real-time), ed anche di disporre di modelli di valutazione flessibili ma testati in modo scientifico. Affidarsi al caso non può che produrre danni: occorre invece il metodo, proprio per gestire l'incertezza, come si sostiene anche nel brano molto efficace che citiamo qui sotto:

  1. The are a host impacts which that have to work through the financial markets. One shock can affect many markets, but the impact or the realization of the potential impact will not happen all at the same time or with the same intensity.
  2. Markets can be out of equilibrium for reasons as simple as costs and liquidity or through behavior biases. Nevertheless, dislocations allow for opportunities for those who can better understand the linkages. There will be dislocations that will eventually need to be corrected. It is not that markets are inefficient, but rather there is some slack in the level of efficiency that may allow some to profit.
  3. Some like managed futures managers may find these connections and dislocations through trends in prices. Others can see them through comparison to past fundamentals. Still others may be able to tell complex stories and see linkages t hrough detailed analysis.

Questo, in estrema sintesi, è il servizio che Recce'd produce a favore di tutti i suoi Clienti ogni giorno. Ferragosto 2016 incluso: noi siamo qui al lavoro per voi.

Gestione del portafoglio titoli: cosa è e come si fa (parte 3)

Nel precedente Post di questa serie, abbiamo pubblicato una tabella che ha suscitato tra i nostri amici e lettori molto interesse, perché aiuta chi ci segue a capire come si imposta, e come poi si esegue, l'attività di gestione del portafoglio titoli in modo professionale.

Per questa abbiamo deciso oggi di fornire un secondo esempio, che ci è stato offerto da uno dei nostri corrispondenti che operano nel settore della gestione di portafoglio negli Stati Uniti: ogni giorno noi confrontiamo non solo le nostre visioni, ma pure i nostri metodi di lavoro con corrispondendi che operano con sucecsso sulle maggiori piazze (da Parigi a New York, da Londra a Tokyo) ed ogni giorno impariamo da loro.

La tabella qui sopra può essere utile ai nostri lettori per capire che cosa significa la "priority-based aggregation" di sui parla la prima pagina del sito di Recce'd: la marea di notizie che ogni giorno (ogni ora!) aggrediscono tutti gli investitori, professionali e non, deve esser filtrata sulla base delle fonti, in modo tale da scremare quelle che distorcono o forniscono falsi segnali, ma questo non è sufficiente.

Le informazioni devono poi essere ordinate, "incasellate" al posto giuto nel quadro generale, perché solo in questo modo la raccolta di infromazioni diventa poi un utile supporto alla valutazione dei titoli e successivamente alla decisione di portafoglio. La tabella qui sotto è uno degli esempi che possono essere forniti di questo lavoro quotidiano di "incasellamento" di notizie selezionate sulla base delle priorità. Quando leggete The Morning Brief, The Portfolio Edge, i documenti del servizio BEAT, e gli Speciali di Recce'd, dietro c'è anche questo lavoro.

 

La storia della gestione di portafoglio (parte 3)

Nel primo Post di questa serie via evavmo sinteizzato per tappe l'evoluzione del modo di analizzare e descrivere i mercati finanziari ed i loro prezzi utilizzando modelli matematici. Nel secondo Post vi avevamo chiarito che si tratta di un processo che è tutt'ora in rapida, e ricca, e stimolante evoluzione: questo perchè non esiste un punto di arrivo, un "modello finale", un "modello del tutto" in grado di catturare tutti i fattori in gioco nella determinazione dei prezzi sui mercati finanziari.

Più di recente, siamo tornati su questo argomento con un accenno alla Finanza Quantitativa, spiegando che non solo in Recce'd se ne fa uso, e si segue ogni più recente svluppo, ma affermando in aggiunta che a nostro parere oggi non è più possibile fare gestione professionale se non si hanno le capacità e le conoscenze necessarie per utilizzare gli strumenti matematici dei modelli di Finanza.

Tutto ciò detto, come sapete noi non affidiamo, né in fututo affideremo mai le scelte di gestione ad un algoritmo, per quanto sofisticato. Recce'd non è né sarà mai un ROBOT: riteniamo al contrario che sia un errore, per le ragioni citate in questo brano.

Models break. Because the world changes, the factors that drove performance yesterday may not be the same as tomorrow. This is why simple models are best in a more complex uncertain world. Complexity means there are multiple factors necessary to explain change. Uncertainty is not volatility but our inability to measure some factor or to even know it exists. A world of multiple factors which change in importance is the hallmark of financial markets

Ogni modello matematico è una semplificazione: la sua utilità, sta proprio nella sua riduzione di un problema complesso a termini più semplici e più leggibili. Ma poi sempre rimane necessario un momento di sintesi, un momento di giudizio più alto che l'algoritmo non può dare. Nè potrà dare in futuro: "2001 Odissea nell spazio" è uno splendido film, ma il 2001 è già passato e nulla di quello che il filma aveva previsto è succeso, nè mai succederà.

Chiudiamo con due citazioni che ci è capitato di leggere proprio oggi, e che a noi sembrano offrire spunti preziosi sul tema:

"[A] model will be a simplification and an idealization, and consequently a falsification. It is hoped that the features retained for discussion are those of greatest importance in the present state of knowledge." 
- A.M. Turing.

The real trouble with this world of ours is .. it looks just a little more mathematical and regular than it is; its exactitude is obvious, but its inexactitude is hidden; its wildness lies in wait.
- GK Chesterton

 

Dove Recce'd può fare (e sta facendo) la differenza (parte 22): ancora sulla mancanza di vie di fuga

Recce'd ha investito tempo e risorse, in grandissima quantità, per arrivare sul mercato con una proposta di consulenza alla gestione del portafoglio titoli che risultasse radicalmente diversa da ciò che oggi il mercato propone alla grande maggioranza dei Clienti. Diversa nel CONTENUTO (una strategia di investimento che va oltre quelle tradizionali) e nei MODI (uno sfruttamento pieno, ed efficiente, delle possibilità che la Tecnologia oggi mette a disposizione.

I grandi investimenti fatti oggi ci pongono in una condizione di vantaggio: Recce'd si trova già in quel luogo dove il settore sarà costretto a spostarsi. Costretto: non sarà una libera scelta, per due ragioni.

Alla prima, il crollo dei ricavi delle Case dei Fondi e delle Case di brokeraggio, abbiamo dedicato un intero Post, che abbiamo pubblicato subito dopo questo. La festa, per loro, è finita: è iniziata invece la Festa dei Clienti investitori.

La seconda ragione che imporrà il cambiamento è che le strategie tradizionali di gestione del portafoglio (le strategie che partono dagli schemi di Markowitz (1952) e li applicano alla asset allocation, al rischio e rendimento, alla diversificazione di portafoglio, alla frontiera efficiente) sta creando gravi problemi agli Investitori Istituzionali che da sempre si affidano a questi schemi ed a queste strategie.

Stiamo parlando quindi cose concrete e tangibili. Il Fondo GFIP è il Fondo Pensione più grande al mondo, è un Fondo pensione giapponese, e di recente ne ha dovuto scrivere il Wall Street Journal, per segnalare che la tensione è in forte aumento e coinvolge ormai anche la politica, ed il pubblico:

Japan’s $1.3 trillion public pension fund—the world’s largest of its kind—posted its worst performance since the 2008 global financial crisis in the fiscal year ended March on a fall in share prices world-wide and a strengthening yen. The Government Pension Investment Fund recorded paper losses of ¥5.3 trillion ($51 billion), or a return of -3.81% on its investments, putting its total assets at ¥134.7 trillion at the end of March, the fund said Friday. The GPIF’s results are seen as a gauge of broad market performanceas the fund owns nearly 1% of global equity markets and more than 7% of the Japanese stock market. Domestic and foreign equities comprised 44% of the portfolio at the end of March, below its 50% target weighting for the asset class, the fund said in a statement.  The GPIF isn’t the only major pension fund to struggle recently. The U.S.’s largest public pension fund, the California Public Employees’ Retirement System, or Calpers, said this month that it earned 0.6% on its investments for the fiscal year ended June 30, the second straight year the fund missed its 7.5% internal investment target. Norway’s Government Pension Fund Global had its worst performance since 2011. (...) because the GPIF manages reserves for Japan’s national pension plan, poor investment performance in the short term is judged harshly by the public and opposition political parties, many of whom are suspicious of financial markets. Even the timing of the announcement of the fund’s latest results had drawn criticism. Opposition politicians have pointed out that it was scheduled to come after national election earlier in the month. A loss reported before the vote could have hurt the ruling party’s showing, they said. The fund has said there was nothing political about the release date.
 

Come vedete il tema è ormai un tema di dominio pubblico, da prima pagina, e l'articolo cita oltre al Giappone anche gli Stati Uniti e la Norvegia. Noi ieri vi abbiamo portato all'attenzione altri dati, sul Regno Unito. Il problema quindi è globale, ed è ben sintetizzato dal grafico che vedete qui sotto, dove si chiede al lettore di riflettere sul seguente spunto: se la asset allocation tradizionale che viene adottata dai Fondi Pensione ha prodotto risultati insoddisfacenti oggi, momento nel quale sia gli indici di Borsa sia gli indici delle obbligazioni sono ai massimi assoluti di ogni tempo, che cosa accadrà nei prossimi dieci anni? Preparatevi e prepariamoci.

Dove Recce'd può fare (e sta facendo) la differenza (parte 21): ancora sulle vie di fuga, che non ci sono

Ogni mattina, molti investitori, così come molti gestori, molti venditori e molti private bankers si svegliano con la convinzione che, in fondo, tutto proseguirà come sempre, che non ci sono motivi per allarmarsi e per affrettarsi, che tutto andrà avanti come prima e che una soluzione alla fine si troverà.

Recce'd invece sostiene da anni che siamo entrati in una fase di profondo e radicale rivolgimento che cambierà la fisionomia, le pratiche e la redditività dell'intero settore del risparmio: ne abbiamo scritto anche ieri, nel Post precedente di questa stessa serie. Se qualche gestore, qualche Cliente, qualche Amministratore Delegato non ne fosse convinto, sarà sufficiente dare uno sguardo al grafico qui sotto.

Il grafico racconta, in modo semplice, che i Fondi Pensione del Regno Unito in pochi anni hanno accumulato un deficit (differenza tra impegni a cui fare fronte e mezzi) pari al 20% del totale dei loro impegni: una voragine. Ovvio che questi Fondi Pensione operano ricevendo la massima attenzione e un distillato dei migliori suggerimenti da tutte le banche globali di investimento, da Goldman Sachs a JP Morgan, da Deutsche Bank a UBS. Non basta, evidentemente.

Qualcuno dirà: e a noi, che importa? Spieghiamo subito: i portafogli dei Fondi pensione sono come i vostri portafogli presso la SGR o la SIM o la Banca di turno. Infatti i Fondi Pensione sono gestiti, proprio come la maggior parte dei portafogli delle Reti e dei Private Banking, sulla base di quella asset allocation che prevede che si mettano un po' di soldi in azioni ed un po' in obbligazioni, un po' in America ed un po' in Asia, un po' in dollari ed un po' in euro. Diversificazione e rischio/rendimento: perché comunque "nel lungo termine" le azioni in media renderanno il 6%, le obbligazioni il 4%, e così via.

Peccato che ... sono tutte balle: e si vede nei numeri. Non funziona: e non si dica che non funziona perché oggi i rendimenti delle obbligazioni stanno a zero, sarebbe sbagliato.  Proprio grazie alla discesa dei rendimenti questi Fondi Pensione hanno guadagnato, sui prezzi delle obbligazioni nei loro portafogli: gli effetti negativi arriveranno, ma solo da oggi in avanti perché i rendimenti non potranno scendere oltre.

Se tornate al nostro Post di ieri, quello sullo scenario "high risk, low return" di Bill Gross, capite immediatamente che questa voragine dei Fondi Pensione nei prossimi anni si allargherà: non solo nel Regno Unito, ma pure negli Stati Uniti, dove i problemi sono i medesimi (grafico sotto). E proprio da problemi, concreti e reali, come questi ("non abbiamo i fondi per pagare le pensioni") partirà una reazione che costringerà sia i Fondi Pensione, sia le banche di investimento a rivedere alla radice le loro pratiche. Non è evitabile: è una sfida che è lì che ci aspetta. Quei soldi che mancano, bisognerà trovarli: e per il futuro, si sarà obbligati ad investire con criteri diversi. Obbligati, tutti: sia i Fondi Pensione, sia i Clienti Istituzionali, sia la Clientela Privata dei private banking e delle Reti.

Come dicevamo anche ieri, Recce'd si prepara a questa sfida da dieci anni, ed oggi possiamo dire di essere pronti con soluzioni efficiente e a basso costo che mettiamo a disposizione dei nostri Clienti.