Ve lo avevamo anticipato (parte terza)
Vi abbiamo segnalato, nelle ultime settimane, che il vento è cambiato.
Ed abbiamo aggiunto che i primi a rivoltare la giacca sarebbero stati i cosiddetti analisti e strategisti delle banche globali di investimento.
Come vi testimonia l’immagine qui sopra, è ormai partita la corsa del gambero, e tutte le banche di investimento hanno innestato la marcia indietro: c’è chi si limita a buttarsi su termini come “cautela” e “prudenza”, c’è chi invece si spinge ad evocare la Lehman Brothers e i crolli tra il 2007 ed il 2009.
Come sei mesi fa, anche oggi questi cosiddetti analisti ci capiscono poco o nulla: sei mesi fa, il loro scopo era solo quello correre dietro al mercato, e per questo l’ottimismo era un obbligo, mentre allora si deridevano quelli che “gridano al lupo, al lupo”.
Oggi, l’atteggiamento è il medesimo (ovvero rincorrere ciò che è già successo), ma la moda suggerisce di adottare un atteggiamento che non soltanto è diverso, ma è opposto. Insomma, siamo tutti pessimisti.
Naturalmente, in questo gioco a rincorrere la realtà si distingue la stampa ed i mezzi di informazione, specializzati e non. Un esempio lo trovate nell’immagine che chiude il Post, dall’autorevole rivista USA Barron’s: un titolo che solo sei mesi fa nessuno si sarebbe sognato di pubblicare.
Agli amici lettori ripetiamo: quando si tratta di investimenti, diffidate dei mezzi di informazione e delle banche di investimento, perché il loro scopo è soltanto quello di vendervi “quello che si vende”, e non è certamente quello di massimizzare il rendimento dei vostri investimenti finanziari.
Quello, è il mestiere che facciamo noi di Recce’d.