Gennaio 2019: l'incubo debito (e i mercati obbligazionari)

Recce’d e i suoi Clienti guardano al 2019 senza particolari preoccupazioni, diciamo un livello normale di preoccupazione, sicuramente di molto inferiore a quello che oggi colpisce sia gli investitori finali sia le Reti di vendita e le banche globali di investimento.

Per questa ragione, oggi abbiamo scelto di dedicare una serie di Post agli incubi. Degli altri.

E mentre tutto il Mondo parla di Borsa, Recce’d insiste nel parlarvi di obbligazioni.

La stampa, specializzata e non, è sempre pronta a mettere all’attenzione dei lettori e degli investitori i “nuovi record delle Borse”. Non è altrettanto pronta nel segnalare i nuovi record del deficit e del debito.

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Si scrivono pagine e pagine sul deficit dell’Italia, ma nessuno mette in evidenza il fatto che negli Stato Uniti il deficit 2018 toccherà un livello record (nel grafico qui sopra) e che questo spingerà il debito degli Stati Uniti ad una crescita che è la più elevata dal 2012 (grafico qui sotto).

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Della situazione in Italia e Francia sapete tutto, leggendo i quotidiani.

E facilmente capite dove sta il problema: che questo nuovo deficit genera debito, e che questo debito poi … a qualcuno va piazzato.

Ma non è facile, in un contesto in cui tutti i grandi compratori (le Banche Centrali) si ritirano dai mercati, e anche l’interesse degli investitori privati rallenta.

Questo elenco di dati di fatto dovrebbe aiutare il lettore a capire perché (nel grafico sotto) il ritmo delle nuove emissioni obbligazionarie da parte di Società private fa segnare un deciso calo nel 2018. Con tutti i riflessi del caso sul finanziamento dell’economia privata.

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Aggiungete poi che il peggioramento delle prospettive delle economie si traduce in un peggioramento delle prospettive degli emittenti: a sua volta, se peggiorano le prospettive degli emittenti peggiora anche il loro rating, come vedete sotto nel grafico.

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Da qui sia arriva alle tensioni sui mercati delle obbligazioni: ancora una volta, Recce’d vi ricorda che se anche si prevede un atteggiamento più morbido da parte delle Banche Centrali (per effetto del calo della crescita economica) e un conseguente calo dei rendimenti dei Titoli di Stato, questo non implica che si fermerà il selloff (ribasso dei prezzi e rialzo dei rendimenti) nei comparti delle obbligazioni corporate che è rappresentato nel grafico di chiusura.

Il nostro suggerimento è: date un’occhiata al vostro portafoglio in obbligazioni, al più presto.

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Mercati oggiValter Buffo