Ai confini della realtà, un anno dopo.

Già nel luglio 2016, a proposito della vicenda MPS, Recce'd si richiamò nel titolo alla nota Serie TV americana degli anni Cinquanta e Sessanta. Siamo purtroppo costretti a rifarlo oggi, a undici mesi di distanza.

Il Corriere della Sera è il maggiore quotidiano italiano, ed è per questa ragione che noi di Recce'd siamo molto attenti a quello che dice: anche per capire come il Corriere della Sera influenza il modo di vedere comune, specie su alcune delicatissime tematiche di economia e finanza.

La nuova proprietà Cairo non ha per ora generato un rinnovamenti di persone ed atteggiamenti, come noi avremmo sperato: sarebbe tempo di ricostruire la credibilità di quell'importante quotidiani, che invece è perennemente schierato dalla parte di chi deve tranquillizzare, rassicurare, a volte imbonire, e comunque, in ogni caso, puntare tutto sullo status quo. Difficile che un Paese possa risolvere i suoi problemi, se non è possibile modificare alcunchè.

Le banche in Italia sono lo specchio dell'immobilismo dominante. Noi ne abbiamo scritto, centinaia di volte, ai Clienti ma pure sul sito, nel Blog, su SoldiOnline.it.

Venerdì 9 giugno 2017, a firma Saldutti, il Corriere pubblica un ennesimo articolo sui salvataggi bancari, articolo che sposa, al 100% la linea del Governo, della Banca d'Italia, della BCE, e soprattutto dei Consiglieri di Amministrazione oggi in carica proprio nel sistema di quelle stesse banche. Come se tutto fosse inevitabile: non si può che fare così.

Vediamo alcuni passaggi dell'articolo:

Ci siamo. La prima volta che il Tesoro ha ricevuto un progetto di ricapitalizzazione misto pubblico-privato per le banche venete risale a gennaio. Una soluzione mista suggerita dal fondo Atlante, il paracadute che le banche, la Cassa depositi e il governo hanno aperto ad aprile dell’anno scorso per evitare il crac. Un percorso, quello del salvataggio, dove si mescolano regole incerte, margini molto ampi di discrezionalità da parte di tutti i vigilantes, dalla Bce alla Commissione Europea. E soprattutto un nemico: il tempo. Prendiamo la soluzione Santander-Popular, la decisione è stata presa in 24 ore. In Italia il passaggio di Etruria-Marche-Chieti a Ubi, al prezzo di un euro, è arrivato dopo quasi due anni. Questione di regole, di capacità negoziale del governo nei confronti delle autorità europee. Ma non solo. Più il tempo passa, più il valore delle banche scende. Non è un mistero, e i dati lo confermano, che in questi mesi dal MontePaschi alla Vicentina non sono pochi i clienti che hanno deciso di approdare altrove.

Siamo da tempo disillusi, sulla capacità della stampa italiana di esercitare una critica costruttiva. Eppure, a volte ci sorprende ancora l'ipocrisia sfacciata, che sfiora (sfiora soltanto) l'ingenutà. E non diremo di peggio.

Leggete qui sopra che il Fondo Atlante è stato un "paracadute", che il valore delle Banche fallite è ancora sceso,  che la soluzione pubblico-privato è quella ottimale. Non ci sono dubbi. Stranissimo, perché come "paracadute" il Fondo Atlante è stato un clamoroso fallimento; perché il valore di queste Banche è negativo, e da anni (se no ... non sarebbero fallite, giusto?); ed infine, molto strano perché la soluzione pubblico-privato potrà forse acconterare alcuni, ma ad altri costerà molti soldi.

L'articolista invece non ha dubbi di sorta: avanti tutta! Non c'è dubbio che le Banche DEBBANO essere salvate, sempre e comunque, a qualunque costo; non c'è dubbio alcuno su come la "discrezionalità" che l'articolista ha citato viene utilizzata, da chi, a favore di chi e per servire quali interessi? E non si leggono dubbi sul salvataggio spagnolo, che se non viene fatto in Italia sarà per qualche ragione, in particolare per gli interessi di alcuni, con nomi e cognomi. O no? L'articolista non ha dubbi, soprattutto, sul senso stesso di questi "salvataggi", che prendono soldi dalle tasche di alcuni cittadini per metterle nelle tasche di altri cittadini, ovvero gli obbligazionisti che si dice di volere "proteggere". Ma che razza di "benessere collettivo" sarebbe questo?

Il salvataggio di Alitalia, che è costato una montagna di denaro, era sempre stato giustificato dalla necessità di avere un "vettore nazionale", che coprisse determinate rotte, a favore dei cittadini italiano. Mentre se i cittadini di Vicenza non possono aprire un contro alla loro Popolare, oppure a Veneto Banca, possono facendo quattro passi andare allo sportello della Banca più vicina, come spiega lo stesso articolo del Corriere. E tutto si risolve, con un bel chissenefrega.

Fateci capire, amici del Corriere: a chi serve salvare un'altra, ennesima, Banca, in Italia? E a chi serve che voi scriviate articoli come questi?