Grecia: quelli che sono in trappola. Parte 2: la gestione del portafoglio

Scriviamo questo appunto sabato 4 luglio, prima che si tenga il Referendum

Tutti quelli (e sono la maggioranza) che sei mesi fa si sbagliavano, scommettendo tutto sui tassi bassi per effetto del QE di Draghi, sul dollaro debole per effetto del QE di Draghi, e sulla ripresa delle economie per effetto del QE globale, adesso sono in trappola. I tassi sono saliti, e non scesi, e il dollaro al culmine della crisi greca, ovvero ieri 3 luglio, valeva 1,1200 contro euro. Della ripresa economica non parliamone proprio, la puntuale revisione annuale al ribasso di metà anno ormai fa solo sorridere. A questi signori tocca di spiegare, di giustificarsi: ma come fare quando anche il Bund, il "bene rifugio" rendeva lo 0,90% solo ieri mattina, a poche ore dal Referendum? A questi soggetti con le spalle al muro rimane una sola via di uscita, che è fare finta di non vedere: ed ecco perché scrivono, tutti in coro e in modo prevedibile, che non è cambiato nulla e che "è tutta colpa della Grecia". E' persino troppo ovvio che questa affermazione non regge (ve la immaginate, vi sembra credibile, una partita Grecia contro Resto del Mondo con la Grecia che tiene sempre l'iniziativa?): dire che "è tutta colpa della Grecia" è una semplificazione, e forse una sciocchezza. La realtà, se vogliamo aprire gli occhi, è che il primo semestre 2015 non è andato come il "consenso" avrebbe voluto lo scorso gennaio, e la Grecia c'entra poco o nulla. Sul piano operativo fareste bene a prepararvi, perché nei prossimi sei mesi le cose si svilupperanno in una direzione del tutto diversa dal "non è cambiato nulla". Tutte le grandi opportunità operative dei prossimi sei mesi (e sono tante) derivano infatti dal riallineamento dei mercati finanziari alla realtà dei fatti, e potrebbe essere velocissimo. Nei prossimi Post vi elencheremo queste grandi opportunità una per una, e siamo a disposizione di ogni lettore per spiegare come, sul piano operativo, fare grandi guadagni giocando proprio contro le "illusioni collettive", contro lo "effetto gregge", contro il "consenso ottimista" che vi abbiamo già descritto in alcuni Post precedenti. E tutto questo prendendo molti rischi in meno, rispetto a chi ancora oggi resta "lungo Eurozona", "lungo high yield e ibridi e subordinati" (categorie oggi di fatto illiquide) e "lungo dollaro USA". In questo Post ci limiteremo a fornire solo un piccolo esempio, con riferimento alla Grecia che vota domani. Qualsiasi sarà l'esito del Referendum, Tsipras avrà comunque vinto e la cosa continuerà a svilupparsi per mesi, con implicazioni imprevedibili. Perché? E' semplice: provate ad immaginare lo scenario più ottimistico di tutti, ovvero la sconfitta di Tsipras, un nuovo Governo ed un rapido accordo con EU e BCE, che naturalmente non potrebbe essere per nulla punitivo verso le finanze del Governo appena insediato. Sarebbe un grande argomento proprio a favore di Tsipras, che sostiene che la Grecia in queste settimane è stata sottoposta a sofferenze inutili, che erano finalizzate unicamente a fare cadere il Governo Tsipras. Ed al di là di questo aspetto politico, guardiamo alla realtà dei fatti: il FMI ha spiegato che alla Grecia servono 60 miliardi di euro, e credete forse possibile che il Bundestag tedesco approvi una simile quantità di nuovi finanziamenti? La situazione greca, nei suoi dati essenziali, resterà la stessa per decine di anni, con inevitabili crisi ricorrenti. E naturalmente in Spagna, in Portogallo ed in Italia, si sono già messi in moto meccanismi politici che non sarà possibile fare tornare indietro, proprio perché sul piano politico Tsipras ha portato a casa grandi risultati. Chi a fronte di tutto questo sostiene che "non è cambiato nulla" non fa gli interessi dei suoi Clienti, è molto miope e guarda unicamente al brevissimo termine, oppure ha un profilo di interessi proprio che è del tutto disgiunto da quello del Cliente.