Super Mario: il film è ai titoli di coda

Quando qui in Europa si leggono e si ascoltano le lodi delle mosse di Super Mario (l'etichetta che è stata affibbiata al Governatore della BCE dai media), resta un po' di amaro in bocca, uno strano retrogusto come se si trattasse di una scena da Paese Sottosviluppato. Negli Stati Uniti come nel Regno Unito, infatti, si è da tempo avviato un dibattito pubblico, speso molto acceso, su come disciplinare le attività della Banca Centrale: dibattito che, come è facile capire, va nella direzione opposta a quella di un "Super Mario" eroe da fumetto che esercita un potere discrezionale a fuori controllo, aiuta gli amici più vicini e si dimentica dei tanti che sono più lontani dalle leve dalla Banca Centrale. Potete esser certi che al tendenza avviata qualche anno fa negli USA arriverà presto anche in Eurozona, ed è per questo che dobbiamo, e dovete, tenere alta l'attenzione su questo tema. Scriveva, a questo proposito, Bloomberg pochi giorni fa:

Federal Reserve Chair Janet Yellen isn’t feeling a lot of love. She’s under attack from both conservative Republicans and liberal Democrats. She’s fending off a House of Representatives subpoena regarding a leak of economic data. And Americans in a Gallup Poll last November ranked the Fed second-to-last among 13 federal agencies for performance, just ahead of the Department of Veterans Affairs. Most recently, House Financial Services Chairman Jeb Hensarling told Yellen during her semiannual testimony on monetary policy on July 15 that the Fed’s guidance has been “somewhat amorphous, opaque, and improvisational.”

What’s surprising is that animosity toward the Fed is so strong now, considering that the unemployment rate is down to 5.3 percent, consumer prices are up just 0.1 percent over the past year, and the Fed is winding down the stimulus it began during the financial crisis. Much of the recent criticism is focused on its role as a bank regulator, not as a steward of the economy. Some is partisan. Either way, the dissatisfaction feeds into a general mistrust that could gradually undermine the Fed’s independence in setting monetary policy—i.e., raising and lowering interest rates to modulate growth.

Per chi si lascia cullare dal sogno di una Banca Centrale onnipotente e benefattrice quest parole saranno una fonte di forte disagio. Per noi di Recce'd che da sempre scriviamo che si tratta solo di funzionari statali, esseri umani dalla opinioni forti e dalle capacità limitate quanto quelle di altri funzionari pubblici, sono invece parole e soprattutto fatti che arrivano con colpevole ritardo, quando probabilmente questa vicenda ha raggiunto un punto di non ritorno e siamo già entrati nella fase del "redde rationem", come scrivevamo appunto nel Post dello scorso 15 luglio. Quale importanza ha questa serie di fatti per noi investitori finali? le tattiche di vendita delle Reti, per anni, si sono tutte concentrate su un unico tema, che fa più o meno così "Tranquilli, ci sono le Banche Centrali, c'è la Bernanke put, e poi la Draghi put e quindi non può succedere nulla di negativo": bene, quella stagione (disgraziata? fortunata?) finisce quest'anno, e se volete proteggere il vostro patrimonio o meglio fare buone performances abbandonate subito quella storia ed iniziate da oggi a ragionare in modo del tutto diverso, se non opposto.