Lehman weekend? (parte 2)

Due veloci domande sulla fine della vicenda greca.

La prima domanda riguarda l'atteggiamento dei "mercati" ("come hanno reagito i mercati" "i mercati hanno fiducia e credono che ..."). "I mercati", come tutti sappiamo, è una definizione vuota di significato: i cosiddetti mercati sono semplicemente la somma di azioni di soggetti diversi, con obiettivi diversi e profili di attività diversa, che quindi perseguono anche obiettivi diversi. Un esempio macroscopico: chi ha guidato il recupero delle Borse di Eurozona nelle ultime dieci sedute? Erano i finali? Ovvero gli investitori individuali, magari quelli del trading on line, troppo sicuri della "benevolente protezione" di un Draghi onnipotente? Oppure erano i grossisti, gli intermediari, nel tentativo di creare uno squeeze ovvero di costringere poi gli operatori a inseguire gli indici al rialzo e così fare usicre i portafogli dalla fase di immobilità che dura ormai da marzo, coi volumi in netto calo? Si stava forse cercando di ricreare la "benefica euforia" (per i grossisti) del mese di febbraio? Non siamo i soldi a chiederci il senso di atteggiamenti spregiudicati e disinvolti: vi avevamo già segnalato nel nostro Morning Brief, e lo rifacciamo qui, un articolo molto acuto del Wall Street Journal dello scorso 18 giugno, dal titolo esplicativo: "Forse loro sanno qualcosa che noi non sappiamo?" (http://www.marketwatch.com/story/do-the-money-honchos-know-something-we-dont-2015-06-18). E adesso in che tipo di miracolo saremmo obbligati a sperare? Che Draghi si compri tutte le Borse?

Veniamo poi alla seconda domanda: abbiamo sentito ripetere, più e più volte, nelle ultime settimane, da commentatori ed "esperti di settore", una frase di questo tipo: " ... e noi tutti comunque ci auguriamo che si arrivi ad un accordo con la Grecia ...", come se fosse parte di un "buon senso comune". Non ne capiamo il senso, e quindi non facciamo parte di quei "tutti". Come investitore, io dovevo forse in un "accordo qualsiasi"? Che prolungasse magari l'agonia di un debitore, e aumentasse, a tendere, la potenziale instabilità di un sistema? Solo per potere andare dai miei Clienti a dire "state tranquilli, non può succedere nulla di grave"? E' assurdo oltre che poco responsabile: utilizziamo questo spunto per ripetere che questo è un atteggiamento che non ci appartiene, non ci sentiamo imbonitori ma professionisti, e facciamo quindi un lavoro del tutto diverso dal "vendere sogni". Un "accordo qualsiasi" con la Grecia non era negli interessi degli investitori, era solo un modo per accumulare squilibrio: e i nostri portafogli modello sono da mesi posizionati in modo conseguente. Non ci siamo mai iscritti parte del partito degli "ottimisti di professione" e i fatti ci danno ragione.