Hedge Funds contro Alternativi

Oggi Reuters ci informa che, durante i primi due mesi del 2015, il saldo netto dei flussi verso e da gli hedge funds è stato negativo per 4 miliardi (l'industria è stimata a 2.500 miliardi in gestione). Il dato negativo segue una striscia di risultati deludenti per il settore, sia "contro benchmark" (l'andamento dell'indice di Borsa) sia in assoluto. In particolare, spicca il fatto che nel 2014 gli indici di categoria abbiamo chiuso con un rialzo inferiore al punto percentuale. Che cosa sta succedendo? Fatte come sempre le necessarie eccezioni, diremo che è venuta alla luce nel post Crisi la debolezza di molte strategie degli Hedge, ed in particolare di quelle che si concentravano su strumenti e mercati illiquidi. La paura di perdere Clienti dopo i side pockets, poi, ha consigliato ai Fondi in questione di ridurre la volatilità, e quindi la leva. Il risultato è quello che vedete nel grafico qui sotto. Il nostro commento è che la categoria "Hedge" appartiene in buona parte al passato: tutto al contrario invece si deve dire per la categoria "Alternativi", che sarà quella dominante nei prossimi 10 anni. Per essere autentici "Alternativi" però non servono né la scarsa trasparenza, né la liquidità trimestrale, né le commissioni altissime e tantomeno gli uffici in Mayfair: serve invece una strategia di investimento autenticamente alternativa. Ovvero, del tutto estranea alla tradizione media-varianza da cui nasce tutta l'industria dei fondi comuni long-only. Solo così ci si potrà salvare dalla fase di DISRUPTION che investirà le strutture e i mercati alla fine dei QE.