Le valutazioni più alte di sempre?

Il dibattito che si è scatenato sulla ricerca di Goldman Sachs pubblicata nel'ultimo weekend (11-12 gennaio) sorprende solo coloro che (e sono molti) non sono consapevoli che la ricerca delle banche di investimento è pagata dai flussi di commissioni, ed ha come scopo quello di massimizzare le commissioni di negoziazione. Non è ricerca scientifica. E non è ricerca scritta con in mente il rendimento dei portafoglio dell'investitore finale. Per questo motivo, non c'è nulla di sorprendente nelle giravolte di questi "strategisti": cercano di anticipare i flussi di acquisto o di vendita che arriveranno dagli investitori finali nei mesi seguenti, per ingrossarli. Non è utile discuterne oltre: l'investitore farà invece bene a chiedersi tre cose: 1) se le grandi banche abbandonano il mercato a sé stesso, chi lo difenderà? forse i media? 2) come reagiranno i grandi portafogli istituzionali? specie quelli che hanno comperato nel 2013 proprio sulla spinta delle raccomandazioni di Goldman e soci? i loro flussi potranno destabilizzare i mercati? 3) ma soprattutto: se Kostin avesse ragione? le sue osservazioni guardano solo ai parametri di valutazione (che sono estremi, e lo erano già se mesi fa), ma Kostin assume che per il resto tutto andrà ... alla grandissima (rendimenti delle obbligazioni, crescita degli utili e avversione al rischio). La domanda più importante, quindi, è: quanto vale lo S&P se il P/E scende di due punti, i rendimenti delle obbligazioni del Tesoro a 10 anni salgono al 4,5%, il VIX torna a 20 e gli utili nel 2014 scendono dai livelli record toccati negli ultimi tre anni?

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Mercati oggiValter Buffo